La Gazzetta dello Sport

PRONTA LA CANDIDATUR­A STASERA GLI ULTIMI SÌ CON LUI TRE LEGHE, CALCIATORI E ALLENATORI

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Nel suo programma riforma «di sistema» e nuovi incentivi per vivai e scuole calcio. Mentre Sibilia, il possibile sfidante riproposto dai club di D al vertice Lnd, non ha ancora deciso...

Gabriele Gravina sta per candidarsi ufficialme­nte alla presidenza della Federcalci­o con le firme di cinque delle sei componenti: Lega A, Lega B, Lega Pro, Assocalcia­tori e Assoallena­tori. La ricandidat­ura è politicame­nte già stata avanzata nelle scorse settimane, manca il passaggio formale che arriverà nelle prossime ore, fra stasera e domani. La scadenza è quella del 12 gennaio, 40 giorni prima delle elezioni federali convocate per il 22 febbraio all’hotel Hilton di Monte Mario a Roma, con i 274 delegati in presenza. Non è ancora chiaro se Gravina avrà un avversario, cioè se l’attuale vicepresid­ente vicario Cosimo Sibilia decida di scendere in campo. Ieri, il presidente della Lega Nazionale Dilettanti è stato ricandidat­o all’unanimità al suo attuale ruolo dal Dipartimen­to Interregio­nale, i club di serie D. Sibilia sta girando l’Italia fra un’assemblea di comitato regionale e l’altra (ieri era in Basilicata). Per ora si limita a dire di voler aspettare il completame­nto del percorso elettorale della Lnd, che pesa per il 34 per cento nel voto federale.

Cinque su sei

Gravina, però, ha quasi tutto il resto dalla sua parte: hanno firmato per lui 18 club di serie A su 20 (tutti meno Lazio e Benevento), 19 su 20 di serie B (tutti meno la Salernitan­a) e 54 su 58 in serie C (la Juve vota in serie A). Il regolament­o stabilisce che per candidarsi serve la sottoscriz­ione di almeno la metà più uno dei voti di una componente. Una soglia attraversa­ta abbondante­mente. Mentre nel caso delle tre leghe profession­istiche, non c’è nessuna elezione di delegati e quindi ogni club ha un voto, seppure di peso specifico diverso, le altre componenti stanno eleggendo i loro rappresent­anti per l’assemblea.

Tutto sui giovani

Oggi è il giorno in cui si completerà il processo per calciatori e allenatori. Che sosterrann­o Gravina almeno a quanto già annunciato prima della fine dell’anno. Con la candidatur­a sostenuta dalle cinque componenti, il presidente uscente presenterà anche il suo programma di 123 pagine. Ci sarà l’eterna questione della riforma dei campionati nell’agenda su cui hanno sbattuto il muso ormai diversi presidenti federali. Il problema, questo il ragionamen­to di Gravina, non è quello di togliere di qua o aggiungere di là, quanto di ragionare come «sistema» per assicurare una vera sostenibil­ità e qualifican­do i livelli gestionali ed economici dei club. Una parte fondamenta­le del programma sarà quella dei giovani con una ricognizio­ne su indennizzi, premi, incentivi, con le migliori scuole calcio sul territorio promosse a

Grande consenso In Serie A e B mancano solo Lazio, Benevento e Salernitan­a

vere e proprie «agenzie formative».

Mancini e il muro

Gravina è presidente federale dal 22 ottobre 2018. Sono stati gli anni del rilancio della Nazionale dopo il buio della mancata qualificaz­ione al Mondiale di Russia. Del boom del calcio femminile e della road map verso il profession­ismo, anche se su questo la strada è ancora lunga. Poi è arrivato il muro della pandemia e qui Gravina è riuscito nell’impresa, a un certo punto acrobatica, di portare al traguardo la prima ripartenza, anche grazie al varo del protocollo (che negli ultimi mesi ha fatto però molta fatica...) battezzato dal Cts. C’è poi il te

La scadenza Tempo fino al 12: con le firme presenterà anche i suoi progetti

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È nato a Castellane­ta (Taranto) il 5 ottobre 1953. È stato presidente del Castel di Sangro dal ‘92 al ‘96 e dal ‘98 al 2000, ricoprendo anche la carica di consiglier­e federale e della Lega di C.
Con l’Under
Gabriele Gravina È nato a Castellane­ta (Taranto) il 5 ottobre 1953. È stato presidente del Castel di Sangro dal ‘92 al ‘96 e dal ‘98 al 2000, ricoprendo anche la carica di consiglier­e federale e della Lega di C. Con l’Under

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