Torna D’Aversa Il Parma in crisi così sconfessa i suoi progetti
opo due promozioni dalla Serie C alla A e due salvezze consecutive, Roberto D’Aversa era stato esonerato dal Parma il 23 agosto scorso. La sua colpa, detto in maniera diplomatica, era quella di non voler sposare il progetto giovani che la proprietà, chiamiamola parmigiana, aveva intenzione di imporre. Alle belle idee si associava anche l’obbligo di limitare le spese. Adesso D’Aversa è stato richiamato dal presidente Kyle Krause, a cui la cordata locale ha ceduto la società in settembre, mantenendo alcuni soci di minoranza. Di solito quando si richiama un allenatore, o si ammette la sciocchezza precedente oppure si vuole risparmiare. Nel caso del Parma i due motivi si fondono, e siccome ci sono stati anche sondaggi per Roberto Donadoni o Paulo Sousa, il secondo sembra avere la sua importanza. Naturale ora che il fallimento del progetto estivo faccia pensare che sarebbe dovuto restare D’Aversa (con il d.s. Daniele Faggiano). Fabio Liverani ha pagato per tutti la sconfessione di un’idea lontana dal buonsenso, la squadra pur con mille traversie non lo seguiva più e il Parma viene da quattro sconfitte consecutive. Ma anche D’Aversa potrà prendersi altre rivincite, dopo quella di essere rientrato ieri a Collecchio, soltanto se la società agirà in fretta sul mercato, baderà alla concretezza riconoscendo la gravità della situazione. Al tecnico servono gli investimenti che aveva chiesto a fine campionato scorso. Poi il calcio ogni domenica fornisce la possibilità di accantonare rancori e orgoglio, basta che arrivino i risultati. E se il Parma rialzerà la testa, anche la dirigenza sarà sollevata nell’ammettere lo sbaglio estivo. Altrimenti certe colpe non saranno lavate.
Da Juventus ha battuto il Milan in una sfida sbilanciata sin dall’inizio: i forfeit, addirittura sette, hanno costretto il bravo Pioli a chiamare persino ragazzi della Primavera. Anche i bianconeri avevano assenti importanti, comunque sostituiti da nazionali. L’incontro non è stato spettacolare, ma nemmeno noioso. Gli uomini di Pirlo hanno sfruttato la differenza di esperienza e di valori individuali, oltre a una rosa ampia e di qualità. Stavolta non si è rivelato decisivo il solito Ronaldo, ma Chiesa. Alla prossima occasione potrebbe toccare a Dybala, a Morata, o altri ancora. I giovani del Milan sono da elogiare, hanno dato tutto come sempre, però quando la stanchezza ha iniziato a farsi sentire l’inserimento dei vari Kulusevski, McKennie, Arthur e Bernardeschi ha tolto loro ogni chance.
La vittoria di San Siro dovrebbe dare nuovo entusiasmo alla Juve. L’organico è poderoso, ci sono giovani acquisti (McKennie, Kulusevski, Chiesa) che potranno aggiungere qualità tecnica, energia, entusiasmo e generosità. Pirlo sarà così in grado di dare ai suoi un’identità e uno stile necessari per convertire un
LAdalberto Causi
Direi di sì: mi segua. Fra le non molte notizie certe della vita del Sommo Poeta c’è la partecipazione come cavaliere alla battaglia di Campaldino (11 giugno 1289), dove i guelfi fiorentini sconfissero i ghibellini di Arezzo. Lo sappiamo da varie fonti incrociate, fra cui quelle di gruppo di individualità in un collettivo con più organizzazione, collaborazione e sinergia. Sarebbe un cambiamento epocale, fondamentale per emergere anche a livello internazionale: in genere, i successi arrivano con collettivi che amplificano e aiutano la crescita dei singoli.
PORTOFRANCO