La Gazzetta dello Sport

St. Anton facci la grazia «Qui bisogna aggredire e io ho le idee chiare»

Sofia per il bis: «Più che una discesa è un gigantone. L’amore? Se trovi chi ti fa star bene non è per forza una relazione»

- di Simone Battaggia

«Ho messo insieme i pezzi, le idee sono chiare». Il tono di Sofia Goggia è disteso, trasmette ottimismo. Sankt Anton è una novità per tutte, anche per una come lei che su quella pista vinse nel 2013 in Coppa Europa. Troppo tempo passato, condizioni troppo diverse, troppo diversa la stessa Sofia. Impossibil­e fare riferiment­o ai ricordi, più plausibile aver trovato in prova la chiave di una gara che più di una discesa è un «gigantone lento», su una pista corta, con una neve facile. L’impression­e però è che quella prima frase non riguardi solo lo sport ma che la bergamasca sia in quella magnifica fase della vita che è la ricostruzi­one consapevol­e successiva a un tornado emotivo, il pieno ritorno alla plancia di comando delle proprie azioni ed emozioni dopo aver dubitato di tutto, anche del suo essere sciatrice. Si vocifera di un nuovo amore, lei sul tema scivola via con eleganza: «Nella vita capita di incontrare persone che ti fanno stare bene, ma non per questo si sfocia in una relazione».

Aggredire

Comunque sia, dopo la vittoria e il secondo posto di Val d’Isère, Sofia Goggia a Sankt Anton ha la possibilit­à di mettere altro vento nelle vele che la porteranno ai Mondiali. La bergamasca è reduce dai buoni giorni di lavoro a Santa Caterina, nell’attesa di poter andare la prossima settimana a Cortina — con Brignone, Bassino, Elena Curtoni, Pirovano e Melesi — a provare la pista di gigante della rassegna iridata e preparare, en passant, i due giganti del 16 e 17 gennaio, spostati proprio ieri da Maribor (senza neve) a Kranjska Gora. Il quarto tempo nella seconda prova di ieri — con Marta Bassino terza, anche lei a pochi centesimi dalla migliore, Ester Ledecka — è indicativo fino a un certo punto, ma le sensazioni della bergamasca sono state buone. «Sono sicura di poter togliere qualcosa — spiega la campioness­a olimpica —. Bisognerà cercare la migliore sciata per questo tipo di pista. Rispetto a Val d’Isère la discesa non può essere più diversa, lì nella parte alta avevo perso un’eternità, ma sei pur sempre sopra i 100 all’ora, e io sono tra le più brave a fare le curve sopra quella velocità. Qui invece sei sempre sotto e infatti in prova eravamo tutte attaccate, sinonimo del fatto che questa è una pista approcciab­ile per molte. Ci sono pochi punti in cui si può fare la differenza. È una discesa tecnica, tante gigantiste si fanno vedere davanti. Bisogna aggredire, andare addosso alle curve con i piedi pesanti, essere attivi nella ricerca della migliore linea».

Otto anni fa

Sankt Anton è stata una tappa importante per la giovane Sofia Goggia. Nel gennaio 2013, ventenne e con già alle spalle tre gravi infortuni alle ginocchia, la bergamasca vinse la sua prima discesa in Coppa Europa — nella seconda gara fu seconda — e rafforzò le basi per la svolta della sua carriera, la convocazio­ne per i Mondiali di Schladming. «Gareggiai per gareggiare, non sapevo nemmeno che stessero cercando qualcuno da portare ai Mondiali, allora non avevo ancora esordito nella velocità in Coppa del Mondo, ma solo in gigante. Poi a Jasna vinsi ancora, portai a casa la Coppa Europa di specialità. Ricordo che avevo ancora un Blackberry, che a un certo punto iniziò a suonare per i messaggi di congratula­zioni. Da qualche parte avevano pubblicato la notizia della mia convocazio­ne, il mio allenatore Alberto Ghezze non mi aveva ancora detto niente. La decisione però la prese Raimund Plancker, allora d.t. femminile. Fu criticatis­simo». I fatti gli avrebbero dato ragione, e ben al di là dello straordina­rio quarto posto in superG conquistat­o a quei Mondiali.

 ?? AP ?? Otto anni dopo Sofia Goggia, 28 anni, otto vittorie in Coppa del Mondo: nel 2013 a St. Anton si impose in Coppa Europa
AP Otto anni dopo Sofia Goggia, 28 anni, otto vittorie in Coppa del Mondo: nel 2013 a St. Anton si impose in Coppa Europa

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