Divieto di sosta
Inzaghi-Gasperini è il loro momento Chi corre di più?
Non è un alibi: tre gare in sei giorni sono troppe, soprattutto per chi non ha rose abbondanti
Benevento l’Atalanta del Sud? Sì, ma ci vuole tempo. Però Vigorito mi ricorda Percassi Filippo Inzaghi
La Strega sogna Pippo prova a rubare al collega il ruolo di “dentista”
La Dea insiste Gasp ha Muriel in dubbio ma ha trovato una nuova regolarità
I trend positivi o negativi passano da questi tour de force: non è facile mantenere continuità
Inzaghi è venuto a Zingonia e ho visto una passione incredibile: ha il calcio nella testa Gian Piero Gasperini
Benevento-Atalanta: ecco la sfida fra chi in campionato ha cambiato marcia
Nessuno ha ancora dato del dentista a Inzaghi e al Benevento, come fece Guardiola con Gasperini e l’Atalanta, ma Pippo l’etichetta per la sua squadra la scelse da solo, prima che tutto iniziasse e prendesse questa piega. Rompiscatole fa più effetto di sorpresa e comunque la sostanza è quella: due anni fa sembrava rassegnata, oggi la Strega qualche sfizio se lo sta togliendo. Non ancora contro una big, come oggi si può considerare l’Atalanta, visto che ha perso contro Inter, Roma, Napoli e Milan. E però ha pareggiato contro Juve e Lazio, ma soprattutto ha ormai dimostrato un’identità che l’ultimo scivolone (contro i rossoneri) non sembra aver sfregiato. E sembra difficile possa farlo la pressione di essere considerata la squadra rivelazione del campionato. L’Atalanta del Sud, ha detto qualcuno, e a Inzaghi il parallelo non fa venire l’orticaria: «Potrà diventarlo, ma ci vuole tempo: loro questa realtà l’hanno costruita negli anni. Però qui c’è Vigorito, un presidente che ricorda Percassi». Lui, Pippo, Zingonia la conosce bene: ci è diventato capocannoniere a 23 anni, c’è tornato in aggiornamento professionale, «e in lui - ha detto Gasperini vidi una passione incredibile: ha il calcio nella testa».
I due “equilibristi”
Ma si diceva di questa corsa a non fermarsi, sia per il Benevento che per l’Atalanta: due squadre, anzi due allenatori, che hanno dimostrato di saperlo fare, invece, quando hanno capito di dover rinunciare a qualcosa in nome di un maggiore equilibrio. Indispensabile in un campionato così, dove si gioca all’impazzata: ad un ritmo che però sembrano non soffrire, finora. Nelle ultime sei giornate, l’Atalanta è stata l’unica squadra a non perdere mai e a botte di gol ritrovati (ha già il secondo attacco del torneo, dietro l’Inter) ha fatto 14 punti: uno in meno solo di Inter e Roma, che si sfidano nella prossima giornata. Una delle due, o tutte due, dovranno frenare: se dopo tre pareggi consecutivi in trasferta non dovesse farlo neanche oggi, la Dea diventerebbe la squadra più lanciata dell’ultimo mese.
I tour de force
Il dato freddamente statistico dice che sono le sei partite in cui Gomez non è stato più titolare; il dato oggettivo, più realistico, è un altro: la chiave, come ha spiegato Gasperini più volte, è stata «poter mettere la testa solo al campionato». E infatti la striscia è iniziata proprio dopo Amsterdam e il temporaneo stop alla Champions: ora si continua a giocare ogni tre giorni, ma la pressione “europea” è diversa, se non altro a livello mentale. Anche se Gasperini ammette che qualcosa vorrebbe. Non rinforzi, e anzi fa capire che verso fine mese, passata la buriana di partite consecutive e verificato il recupero di Pasalic e Caldara, spingerà anche per il prestito di Sutalo, «che ha bisogno di giocare con continuità». Semmai vorrebbe avere «ogni tanto 4-5 giorni fra una partita e l’altra per recuperare: la prossima settimana c’è la Coppa Italia, quella dopo giocheremo domenica, mercoledì e sabato. I trend positivi-negativi passano anche da queste “compressioni”, non è facile mantenere continuità».
Tuia e Muriel
Non è facile, e lo dice anche Inzaghi: «Fisicamente stiamo reagendo molto bene, però tre partite in sei giorni sono troppe, soprattutto per squadre mediopiccole che non hanno rose abbondanti: non è un alibi, è un dato di fatto». Come la striscia del Benevento, che nelle ultime cinque partite ha perso solo con il Milan. Ieri ha perso anche Tuia, ma pure Gasperini ha un dubbio: Muriel, partito comunque con la squadra, si trascina un problema muscolare che lo tiene in bilico.