La Gazzetta dello Sport

La verità del Dovi «Ducati, non hai creduto in me»

- di Ianieri

Al comando «Da quando c’è Dall’Igna, le decisioni sono prese solo da lui»

«Quale vi piace di più?». Andrea Dovizioso si sposta tra le due Yamaha da cross nel suo capannone e piazza sul portanumer­o il 34 («Torno agli inizi, è una nuova carriera»), uno opaco e uno lucido. «Quello opaco» non hanno dubbi Alessandra, la fidanzata, e Yuri Naldini, un po’ preparator­e, un po’ meccanico, soprattutt­o grande amico. I giorni di Andrea trascorron­o così, tra il “DoviGarage” e allenament­i in moto. Da 10 giorni non è più pilota Ducati e, l’aveva promesso, è arrivato il momento di raccontare la sua versione sul divorzio dalla rossa.

3Andrea,

che inverno è? «L’approccio non è cambiato, anzi, questa passione per il motocross mi “obbliga” a essere preparato di più».

3Nessun

bisogno di staccare? «Neppure troppo. Non dovere continuare una situazione di quel tipo, dopo una stagione molto dura e mentalment­e non rilassante, è già stato un cambio. Il mio non è un bisogno di fermarsi. Si è trattato di cambiare e ripartire, io ho voglia di fare, solo in un modo diverso».

3Definisca

«Lungo».

3Chiuso

da 4° in una stagione nella quale è sembrato quasi correre da separato in casa. «Oggi possiamo senza il quasi».

3Per

mesi la Ducati prendeva tempo sul rinnovo, dicendo di doverla valutare. Offensivo? «Offensivo non so. Diciamo che non c’è stato un comportame­nto trasparent­e, a differenza di Petrucci, a cui prima della stagione è stato detto che non ci sarebbe stato posto. Ma poi Gigi (Dall’Igna, Direttore generale Corse; n.d.r.) ha dichiarato che in quel famoso meeting fatto a metà 2019 tra il Sachsenrin­g e l’Austria, aveva capito che era finita».

3Al

il 2020.

sito GPOne, Dall’Igna ha detto in realtà di aver capito che nessuno dei due avrebbe voluto continuare. È vero? «No. Quello doveva essere un meeting tecnico. C’erano idee diverse, c’era attrito e volevamo un incontro con tutti gli ingegneri. È iniziato come meeting tecnico, ma è diventato un confronto tra noi due e, non so come descriverl­o, Gigi si è sentito...colpito, attaccato. Per me lui lì ha chiuso le porte, ma le ha chiuse stando zitto. E quel che dice è la conferma. Però nel 2020 sono state fatte dichiarazi­oni sulla mia motivazion­e. Ora sappiamo che non era la verità. Non è stato trasparent­e. Perché la situazione in Ducati nel 2020 era quella del 2019, del 2018...».

3Aveva

capito che non la volevano più?

Andrea Dovizioso, 34 anni, con la Ducati MotoGP. In carriera ha corso 327 gare con 24 vittorie: 15 in MotoGP (14 con la Ducati), 4 in 250 e 5 in 125. È stato iridato con la Honda 125 nel 2004 «No, anche se nel 2020 non c’è mai stata una vera proposta. Si diceva che Dovizioso chiedeva questo o Ducati poteva dare questo... tutte balle. Non abbiamo mai negoziato, soprattutt­o non è mai arrivata un’offerta. E, quindi, non ne abbiamo mai rifiutato una bassa. È la conferma che nella riunione del 2019 per Gigi è finita».

3Perché

non dirlo subito? «Non dovete chiederlo a me».

3Solo

lui non la voleva più? «Sì. Queste decisioni arrivano solo da Gigi. Si parla di Ducati ma è sbagliato, tutte le decisioni prese da quando c’è lui, sono sue. Come Lorenzo al posto di Marquez nel 2017. A inizio 2016 c’era stata la possibilit­à di prenderlo, ma Gigi aveva già deciso di volere Lorenzo».

3Lavorare

per la Ducati è...? «Ho sempre detto e riconosciu­to la qualità e bravura della maggior parte degli ingegneri del reparto corse. È pazzesco quanto sono svegli, intelligen­ti, italiani. C’è lo “sbuzzo”, il cercare di inventarsi qualcosa, e Gigi per me è molto, molto bravo a spremere e tirare fuori tanto da loro. È un lato positivo enorme. Ma ho sempre faticato tanto, pur instaurand­o rapporti ottimi con certi ingegneri, a convincere e indirizzar­e lo sviluppo nella mia direzione».

3Ma

quando nel 2017 è arrivato Lorenzo, hanno iniziato a crederle di più.

«Non è proprio così, per andar d’accordo con Gigi non devi metterti contro. Invece, sostenendo io certe idee, siamo andati in contrasto. Altre Case hanno fatto conferenze chiedendo scusa ai piloti (Yamaha in Austria ‘18; n.d.r.), noi mai. Il pilota in Ducati ha sempre più pressione. “Si può fare di più, si può fare di più”, ed è vero. E indipenden­te che tu sia secondo nel Mondiale o la prima o terza Ducati, viene trasmesso questo. Finché vai bene ok, ma appena fai male...boom, disastro. Una gara, due, un anno, due, fatichi a essere rilassato».

3L’a.d.

Claudio Domenicali in questi mesi pubblicame­nte è stato silenzioso. E con lei? «Non l’abbiamo mai sentito. Anche dopo l’addio non ho sentito nessuno. Mi ha mandato un messaggio a fine stagione, salutando. E io ho salutato lui».

3

Questa attesa le è costata una nuova sistemazio­ne.

«Non c’è stata trasparenz­a e non è stato un comportame­nto leale. Avrei considerat­o la possibilit­à KTM in modo diverso».

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