La Gazzetta dello Sport

Impresa Milano dopo 16 anni vince a Madrid

Va a +17, frena, ma poi ci pensa Rodriguez Datome: «Possiamo battere chiunque»

- di Bartezzagh­i e Di Schiavi

Tutti hanno dato qualcosa in più. Abbiamo resistito, questo ci dà fiducia

Ettore Messina Il tecnico di Milano dopo l’impresa a Madrid

Impresa real. Una grande Milano sbanca Madrid dopo 16 anni. Ultima e unica vittoria in Uleb Cup nella stagione 2004. Poi solo sberle nella capitale spagnola, congelate ora dall’exploit che porta l’Olimpia 2-0 negli scontri diretti contro i Blancos (altra rarità) e apre il girone di ritorno come meglio non si potrebbe. Sviante e superficia­le mettere un nome davanti a tutti. Certe imprese non possono mai nascere dal singolo, ma dal gruppo. Chi va in campo lo fa da protagonis­ta. Delaney è efficaciss­imo nella gestione complessiv­a. Insieme a Punter e Tarczewski introduce il parziale di 19-2 che, dopo l’intervallo, vale l’insperato +17, prima che un grande Carroll, immarcabil­e per chiunque, riporti incredibil­mente il Real in partita. Moraschini si veste da Shields, arpionando 10 rimbalzi. È lui a tenere Milano in partita alla voce rimbalzi. E poi Hines, con quella rubata a 1’18” dalla fine che consente l’allungo (+8) decisivo. Infine Rodriguez e LeDay, gli uomini che mettono il sigillo a un successo sudato, ma meritato, che conferma la vocazione esterofila dell’Olimpia (sesta vittoria esterna).

Scenari

Il tutto, va ricordato, senza Vlado Micov e, soprattutt­o, Shavon Shields, il collante strategico dello scacchiere messiniano. L’ala potrebbe rientrare col Bayern il 21 gennaio, difficilme­nte la prossima settimana, quando l’Olimpia dovrà dare un senso alla stagione europea. Lasciata Madrid arriverann­o infatti sei gare gare-sentenza o quasi: Valencia, Bayern, Olympiacos e Zenit al Forum, Alba Berlino e Villeurban­ne in trasferta. Pari grado al massimo, alcune di chiaro ceto inferiore.

Eccolo il trampolino su cui costruire una realistica volata verso i playoff. Come sempre, in Eurolega, il mese della verità, introdotto da una vittoria pesantissi­ma che rilancia in grande stile la candidatur­a milanese. «Avevamo grande rispetto del Real - dice l’ex Messina -. Entrambe le squadre avevano assenze importanti, le nostre rotazioni erano un po’ corte, ma siamo stati bravi a restare uniti. Stiamo facendo una più che buona stagione in Europa. I playoff restano il nostro durissimo obiettivo, un traguardo di altissimo livello». Madrid invece è priva di tre senatori: Llull, Fernandez e Randolph,

ma quel roster lunghissim­o possiede molte altre armi con cui ferire. Il solito Tavares su cui Tarczewski fatica (ma solo in avvio), oppure Randolph, mai tenero quando ha davanti l’Olimpia, il redivivo Laprovitto­la, ferale in uno contro uno, isolata pecca di una difesa reattiva che nella prima parte non concede tiri facili, spilla recuperi, contiene decentemen­te il braccio di ferro a rimbalzo.

Ad armi pari

Così Milano è in partita. Anzi, più avanti che dietro. Come nel secondo quarto, col quintetto gestito da Rodriguez e Hines: sì, il solito Kyle, a portar su palla cercando improvvise accelerazi­oni. Utile e reattivo è pure Roll e poi ecco Gigi Datome: 9 punti, con 4/4, talento sciolto dall’arco come spalle a canestro su cui il Real fatica a trovare le misure. All’intervallo il tabellone dice 39 pari con un sostanzial­e equilibrio a rimbalzo e negli assist e gli spagnoli che devono lasciare sul campo 6 palle perse. Come col Cska, Milano dà l’idea di poter giocare partite come queste. Rocamboles­ca quella con i russi, più logica questa, nonostante le assenze su ambo le sponde stravolgan­o strategie consolidat­e. Dopo il riposo la palla circola che è una meraviglia e il ritmo offensivo dei milanesi sprofonda il Real nel caos. Da lì però comincia un’altra partita: Carroll contro tutti. La guardia del Real imbuca 18 dei suoi 20 punti negli ultimi 15’, rianimando un match che sembra chiuso. Gli spagnoli segnano 27 punti nell’ultimo quarto, ma non quelli che contano, avallando la tesi Datome: «Possiamo battere chiunque». Con questa mentalità, di sicuro.

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EUROLEAGUE Il più utilizzato da coach Messina Zach LeDay, 26 anni, 12 punti con 4 rimbalzi in 31’
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Ex Le indicazion­i di Ettore Messina, 61 anni, al Real Madrid dal 2009 al 2011

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