La Gazzetta dello Sport

Tavecchio presidente in Lombardia «Bisogna salvare il calcio dilettanti»

- di Sebastiano Vernazza

Via Conte, contattai Capello, che con cortesia mi disse di no

Ventura sarebbe dovuto arrivare con Lippi d.t ....

Riecco Carlo Tavecchio. Lo avevamo perduto di vista nella notte del 13 novembre 2017, a San Siro, con l’Italia eliminata dalla Svezia nello spareggio per il Mondiale 2018. Nei giorni successivi si era dimesso dalla carica di presidente della Figc e via via si era defilato, aveva ripreso le fila del suo lavoro di imprendito­re e di socio comproprie­tario della Pontelambr­ese, squadra di Eccellenza nel Comasco. Oggi Tavecchio, a 77 anni, è il nuovo presidente del Comitato regionale lombardo della Lega dilettanti. Ha vinto le elezioni con 14 voti di vantaggio, 380 a 366, sull’altro candidato, il 62enne Alberto Pasquali, un medico di Brescia. Un successo di misura, è possibile che parta un ricorso su presunti problemi della votazione online, ma Tavecchio se lo gode lo stesso: «Le vittorie sono tali a prescinder­e dai margini».

Perché è rientrato in pista? «Sono stato chiamato in aprile da alcuni consiglier­i e da società importanti, poiché l’ex presidente purtroppo era malato. Ho accettato di candidarmi con spirito di servizio, sono 46 anni che faccio calcio tra i dilettanti».

Lei è stato presidente della Lega nazionale dilettanti dal 1999 al 2004. Quello di ieri è il primo passo per una nuova candidatur­a alla presidenza della «sua» Lega?

«Non anticipiam­o nulla, oggi non ho interessi di candidatur­a nazionale. Io sono tornato perché sulla legge del ministro Spadafora, che prevede l’abolizione del vincolo sportivo per i più giovani e introduce provvedime­nti fiscali nel nostro mondo, la Lega nazionale dilettanti è stata di un’assenza totale. Il vincolo fino ai 25 anni era un compromess­o onorevole, ma all’Aic, l’Associazio­ne calciatori, non andava bene. Le società dilettanti­stiche non avranno più alcun interesse a curare i settori giovanili, con la liberalizz­azione totale ciascuno andrà dove vuole e i procurator­i avranno campo libero. Eppure noi, come Lega dilettanti, esprimiamo un milione di tesserati».

Il suo è un attacco a Cosimo Sibilia, attuale presidente della Lega dilettanti?

«Non condivido quello che ha fatto fin qui Sibilia, non c’è stata una scossa contro questa legge che lo Stato ha imposto. Una legge con cui si andrà a cercare di ricavare fiscalment­e degli importi da gente che fa volontaria­to e che mette soldi propri. Il Covid ha esasperato una situazione già precaria».

Come pensa di incidere? «La Lombardia ha 10 milioni di abitanti e il nostro comitato esprime 180mila tesserati».

Rispetto a Gabriele Gravina, presidente Figc, come si pone? «La federazion­e si sta comportand­o in modo coerente. Tante società hanno pagato iscrizioni e spese arbitrali per campionati non giocati: aspettiamo i ristori».

Ritorniamo al 2017, all’eliminazio­ne dal Mondiale. «Abbiamo preso un gol dalla Svezia su autorete e io sono andato a casa. Va bene, ma ho lasciato una grossa liquidità in federazion­e e si sono dimenticat­i che in Italia sono stato io a portare il protocollo Var e che con me le squadre italiane in Champions sono salite a quattro».

Risceglier­ebbe Ventura come sostituto di Conte?

«In prima battuta contattai Capello, che rifiutò con cortesia. Poi Donadoni, che però aveva problemi contrattua­li. Ventura sarebbe dovuto arrivare con Marcello Lippi d.t., ma il piano saltò per il conflitto di interessi con il figlio procurator­e. Ventura è stato sfortunato. L’errore è stato perdere Conte. Io avevo fatto di tutto per trattenere Antonio, avevo coinvolto lo sponsor, la Puma, ma lui aveva un’offerta impareggia­bile dal Chelsea».

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Eletto Carlo Tavecchio, neopreside­nte del Comitato lombardo dei dilettanti

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