La Gazzetta dello Sport

«Dakar stregata Mio figlio e Leclerc? Sarà coppia unita»

Il papà del ferrarista: «Carlos ha fiducia in Binotto e aiuterà il team a crescere»

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Questa non è più la Dakar. in 14 edizioni non mi ero mai perso due volte. Recuperare un’impresa

Per il virus cancellere­i il 2020 anche se io ho vinto la Dakar e mio figlio ha fatto bene in F.1

Carlos è tornato entusiasta dalla prima visita a Maranello. Andrà d’accordo con Charles

Carlos Sainz

L’età non conta. A 58 anni Carlos Sainz si è rimesso in gioco per provare a vincere la Dakar per la quarta volta. Salvo miracoli non ci riuscirà. Dopo aver vinto la prima tappa, due errori di navigazion­e gli sono costati quasi un’ora. E malgrado abbia conquistat­o venerdì l’ultima tappa prima della sosta ora è terzo a 40’ dal compagno di squadra Stephane Peterhanse­l, avviato al 14o trionfo.

3Sainz, era tra i favoriti, che cosa è successo?

«Questa non è più la Dakar. Non quella che conoscevo. Sono un po’ demoralizz­ato perché la corsa sembra più una gincana che un rally-raid. In 14 partecipaz­ioni non mi era mai capitato di perdermi per due giorni. Il nuovo sistema di roadbook digitale con tante informazio­ni in una stessa casella è diventato un rompicapo per i navigatori. Così non è molto divertente, ma andiamo avanti».

3Quaranta minuti sono tanti. «Nel nostro sport costituisc­ono una vita...se non succede qualcosa ai piloti davanti, è praticamen­te impossibil­e recuperare. Peccato perché mi sento a mio agio con la Mini, è il terzo anno che ci corro. Salvo un giorno che abbiamo avuto un piccolo problema con il motore, è filato tutto liscio».

3Anche suo figlio ha sottolinea­to in un tweet il proprio disappunto.

«Ci sentiamo ogni giorno. È fiero di me come io sono orgoglioso di quello che sta facendo lui in F.1. Ormai è diventato più famoso di me, adesso sono il padre del nuovo pilota della Ferrari».

3L’anno scorso lei ha vinto la Dakar e suo figlio ha firmato con la Ferrari.

«Dal punto di vista sportivo per noi due è stato un buon anno. Carlitos ha disputato una ottima stagione con la McLaren, è stato secondo a Monza e ha contribuit­o a portare il team al terzo posto nella classifica costruttor­i. Ma se potessi, cancellere­i il 2020 per via della pandemia. Anche per noi non è stato facile arrivare qui in Arabia. Il Covid ha alzato la tensione per l’incertezza del risultato ogni volta che facevo un tampone».

3In

McLaren suo figlio ha trovato una seconda famiglia. Lo

Passione di famiglia

I due Carlos, padre e figlio. Il fresco pilota della Ferrari è nato a Madrid (Spagna) il 1 settembre 1994. Alto 1 metro e 77 per 66 kg, ha sinora disputato 119 GP. Ha corso con Toro Rosso (2015-17), Renault (2017-18) e McLaren (2019-20), cogliendo sinora due podi: 3° in Brasile 2019; 2° a Monza 2020 dimostra il video di saluto del team di Woking. Che cosa spera per lui a Maranello?

«Il video messaggio è stato molto bello. Carlitos è rimasto molto colpito, non se lo aspettava. Che atmosfera troverà in Ferrari? È tornato dalla sua prima visita a Maranello (dove ha preparato il sedile; n.d.r.) molto contento. Ha fiducia in Mattia Binotto, negli ingegneri ed è convinto che avrà una buona relazione con Charles».

3Come avete accolto in famiglia la firma di Carlos con la Ferrari?

«È stata una festa, non capita tutti i giorni e mio figlio era al settimo cielo. Lo vedo molto motivato e pronto».

3Come la vede la coppia Leclerc-Sainz?

«Sono due giovani talenti molto veloci e intelligen­ti da poter lavorare bene insieme, aiutando la rossa a crescere». GETTY

3Non prova un po’ di invidia verso suo figlio ferrarista? «La Ferrari non corre nei rally. Ai miei tempi c’era la Lancia e tutti volevano andarci (lui stesso guidò la Delta nel 1993 anche se non era più ufficiale;

n.d.r.). Ma io ho fatto la mia strada in Toyota (ha vinto due Mondiali nel 1990 e 1992; n.d.r.) e sono contento così».

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