I salti di Dzeko, il peso di Lukaku Fonseca-Conte, il gioco si fa duro
I giallorossi cercano l’aggancio I nerazzurri devono riscattarsi
Allo stadio Olimpico, 60 anni e un pezzetto fa, l’Italia mostrò al mondo intero cosa era stata capace di realizzare, quanta forza aveva avuto nel rialzarsi - e alla grande - dalla Seconda Guerra Mondiale. Roma 1960, l’Olimpiade: era l’Italia del miracolo economico, quella. Questa mettiamola così - si consola con i risultati sportivi. Meglio pensare all’economia del solo campionato, che oggi - alle stesse latitudini di Roma 1960 - vive uno snodo fondamentale nella corsa scudetto. Giochiamola noi, allora, un’Olimpiade. E non solo una partita di calcio. E non solo la risposta dell’Inter alla vittoria del Milan, con il portabandiera Antonio Conte chiamato a rialzarsi dopo lo stop di Genova, all’inizio di otto giorni clou fino alla sfida con la Juve. E il collega portoghese, Paulo Fonseca, che ha pianificato l’operazione aggancio. In ballo ci sono più di tre punti: l’Inter deve dimostrare, prima di tutto a se stessa, che delle difficoltà finanziarie della proprietà se ne infischia, la Roma ha voglia di far vedere che sì, prima o dopo una medaglia olimpica - pardon, una vittoria negli scontri diretti - la mette in bacheca. Eccoci qui: cinque sfide nella sfida, cinque discipline olimpiche che orienteranno il risultato di Roma-Inter.
SALTO IN ALTO Edin e Stefan, sponde contro anticipi
Come credere che una telecamera fissa non seguirà Dzeko e De Vrij? Alzate il pallone e vediamo chi la spunta. Perché si fa peccato a pensare che l’attaccante della Roma e il difensore dell’Inter siano «limitati» al gioco aereo. Ma quel fondamentale è una chiave tattica decisiva del match, vuoi per le sponde e la capacità di scaricare sui trequartisti del bosniaco, vuoi per le doti straordinarie di lettura difensiva dell’olandese. Che, per intendersi, nelle nove occasioni in cui ha affrontato il romanista, non ha mai concesso neppure una rete.
SOLLEVAMENTO PESI Romelu vs Chris, chi alza il livello?
Spostate lo sguardo nell’altra area. Lukaku e Smalling è una gara da pesi massimi, fossimo nel pugilato. Meglio ancora: sollevamenti pesi, perché c’è pure chi sfiora la tripla cifra sulla bilancia. Sono stati compagni a Manchester, si conoscono alla perfezione, uno (Smalling) ha pure provato a convincere l’altro a sposare la dieta vegana (ma
Lukaku invece è un fan della proteica, la bresaola diet la chiamano in Inghilterra). Il duello è da prima pagina. Di quanto l’Inter dipenda da Romelu sono piene le librerie, di quanto la Roma abbia inseguito Chris fino all’ultimo secondo di mercato...pure. È in partite così che gli assi si misurano. È nella capacità di «sollevare» il livello delle rispettive squadre: risposte cercansi, risposte in arrivo.
100 METRI Leo, Achraf e quelle corse all’indietro
Sarà bene restare concentrati. Perché in caso di distrazione, si rischia di perdere di vista almeno due protagonisti. Mettere Spinazzola e Hakimi sulla stessa corsia vuol dire godersi il duello tra due degli esterni più forti d’Italia. Chi prende il possesso, chi costringe l’altro a correre all’indietro e non in avanti, regala un vantaggio enorme al proprio allenatore. Si viaggia velocissimo, da quelle parti. Usain Bolt, per dire, nei 100 metri piani arriva a toccare i 45 km/h: ecco, non siamo a quei livelli. Ma occhio: Spinazzola ha superato i 35 km/h, Hakimi li ha giusto sfiorati. È un bell’andare, a forza di sprint.
TUFFI Pau e Handanovic: un anno in altalena
Di tuffi e d’interventi, invece, è piena la via di Pau Lopez e Handanovic. Il primo ha parato me
Di corsa L’eccellenza in fascia: Spinazzola contro Hakimi, in stile Bolt
In mezzo Pellegrini e Barella è il grande trionfo del made in Italy
diamente di più del collega: più impegnato e meno rilassato. Ha conosciuto la panchina, si è rialzato complice l’infortunio di Mirante. Lo sloveno deve invece respingere le critiche per un rendimento oggettivamente inferiore rispetto alla scorsa stagione: più errori che partite salvate, fin qui. Non è storia abituale, per lui.
PENTATHLON Lorenzo e Nicolò: così fan tutto (bene)
L’abitudine, invece, è vedere in campo due come Pellegrini e Barella. In quale porzione del terreno di gioco, in quale disciplina si trovino a sfidare l’avversario, è spesso di difficile lettura. Fanno tanto, questi due. E tutto bene. Hanno cambiato tre ruoli a testa, in questa stagione: Lorenzo centrale, trequartista e pure esterno alto a sinistra in Nazionale, Nicolò centrale, mezzala e trequartista. Dice Conte dei suoi centrocampisti: «Li sto abituando a giocare in tutti i ruoli». L’eccellenza, in fondo, è anche scoprirsi multitasking. A Roma 1960, nel pentathlon, l’oro lo vinse un ungherese, Nemeth. Oggi, comunque vada, sarà Italia.