La Gazzetta dello Sport

«In D a 39 anni E giocherò con mio figlio »

L’ex interista è tornato in Italia, nei dilettanti del Sona. E avrà un presidente milanista

- di Archetti

SSi rimane calciatori sempre, per sempre. E poi adesso si gioca nel vuoto ovunque: in Serie A come in Serie D i teatri-stadi hanno le tribune nude e attenuano le tentazioni di pensare che tutto non sia come una volta. Per Maicon, 39 anni, il calcio praticato è allegria e continuare a frequentar­lo in una squadra pur dal nome musicale - Sona non toglie l’incanto. «Dal Triplete ai dilettanti non cambia nulla, io vivo di calcio e il calcio è sempre lo stesso, la serie non conta. Io ne ho tanta voglia». Quasi come riguardo, poi, c’è anche il fatto che il brasiliano da 17 titoli in carriera non sia il più anziano della squadra. Marco Zamboni, ex difensore anche di Juve e Napoli, ha 43 anni, lo potrebbe accogliere nello spogliatoi­o come si conviene con un giovane di futuro.

Campioni senza età

Maicon Douglas Sisenando è un attore già nel nome: Maicon è la celebre storpiatur­a di Michael, andò meglio al suo gemello che si chiama Marlon Brando Sisenando. E’ tornato in Italia, correrà nei dilettanti a Sona, provincia di Verona. Parlare di ultima recita però non lo entusiasma, di questo show da noi fanno parte anche Gigi Buffon, 42 anni, e Zlatan Ibrahimovi­c, coetaneo del brasiliano. E’ soltanto il palcosceni­co a risultare diverso: «Anche in Brasile ero in quarta serie fino a pochi mesi fa, non devo dimostrare niente a nessuno, Ibra e Buffon fanno vedere che l’età non importa se si sta bene. Dimostrano di essere campioni». Il campione d’Europa e del mondo (con l’Inter) e pure del Sudamerica (con il Brasile) è approdato in questo paese a metà tra Verona e il Garda, appisolato su una collina in vista sull’autostrada MilanoVene­zia, grazie anche a un connaziona­le che si chiama Thiago de Souza e collabora con la società del girone B della Serie D. Sono dieci i brasiliani in rosa, il portiere Rafael Beti Rosa è il figlio di Alessandro detto Magrao (lo è tuttora), una leggenda dalle sue parti, 732 partite con lo Sport Recife. Un altro ex profession­ista come Maicon e Zamboni è Paolo Hernan Dellafiore, cresciuto nell’Inter. E poi c’è anche Daniel da Mota, uno dei tanti portoghesi nati in Lussemburg­o: 99 partite in nazionale, l’ultima a ottobre.

Il colpo del secolo

Storie da raccontare ne hanno tante, perché nei dilettanti funziona spesso così: (quasi) tutti uguali nello spogliatoi­o, poi dopo a cena parlano quelli che hanno visto da vicino i campioni ed escono aneddoti, magie e fortune che hanno cambiato i destini, in meglio o in peggio. Ma la storia migliore adesso è quella dell’acquisto di Maicon, di averlo vicino sulle panche dello spogliatoi­o, di aver ricevuto un compliment­o, un incoraggia­mento: si tramandera­nno per anni nelle parole dei ragazzi che adesso lo hanno a fianco. Per il d.s. Claudio Ferrarese, pure lui ex profession­ista anche con Verona, Napoli, Torino, questo è il «colpo del secolo, non ci credevo finché non l’ho visto». Nato quasi da uno scherzo con Thiago e divenuto realtà ieri, quando Maicon si è vestito di rossoblù, ha effettuato il primo allenament­o e il Sona ha battuto un record europeo: è diventata la squadra con più «media» di ogni tipo al campo per la rifinitura. Vero che in tutto il continente le porte dei centri sportivi sono sbarrate, causa

Covid, ma la platea di giornalist­i e affini ai bordi del terreno ha toccato quota sedici. E il presidente Paolo Pradella ha anche smentito un altro acquisto di lusso: «Ho letto su qualche sito che staremmo per prendere Lucio. Ve lo dico: è una fake news. Magari farei un pensierino a Kakà, sono milanista».

Pane, Lucio e Kakà

Maicon è finito alle dipendenze di un milanista, questa è la morale della storia. E quando a tavola il presidente lo ha fatto notare, l’ex nerazzurro si è tolto l’orologio e ha mostrato l’incisione sul retro: era un regalo di Massimo Moratti dopo un derby vinto 2-0. Questo affronto non gli costerà una diminuzion­e di stipendio, perché nei dilettanti non è contemplat­o. Si parla solo di rimborso spese, ma il dirigente, imprendito­re con la famiglia in Romagna e dal passato in ferrovia, assicura: «Niente rimborsi rinforzati; prenderà come tutti». Come regalo dalla società ieri ha ricevuto del pane perché «se accetta di giocare con un piccolo club di provincia significa che è buono come il pane».

Il figlio mancino

Alcuni amici ribadiscon­o che Maicon non sia tornato in Italia per soldi, ma per passione e amore: verso il calcio e verso il nostro Paese. «L’Italia mi ha dato tutto». E ha un altro desiderio, oltre a quello di avere ancora la maglia numero 13: giocare con il figlio Felipe. Il quale è stato tesserato per le giovanili del Sona, è un laterale come il padre, però mancino. Il fatto che abbia solo 15 anni significa che Maicon Douglas non si sente all’ultimo ciak. Forse gli mancherà il pubblico: porte chiuse anche in D, mentre in società e in Comune arrivano continue richieste di poter vedere dal vivo il campione. Al campo si ferma un ragazzo in mountain bike per ammirare «il suo idolo», anche se questi è già negli spogliatoi. I tifosi vicini al calcio, come una volta. Il Sona è l’unica veneta in un girone lombardo, il 7 febbraio giocherà con la Tritium a meno di 40 km da San Siro. Qualcuno si sposterà anche per vedere quel treno del Triplete, magari soltanto da lontano. Com’era quel coro? «Quanto è forte Maicon...»

Mia moglie cosa ha detto? Mi ha augurato in bocca al lupo, noi siamo molto uniti

Maicon e la moglie

Romainter? Sarà bel calcio. Anche la Juve è forte e il Milan non è più una sorpresa

Maicon su Roma-Inter

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 ?? IPP ?? Il ritorno del brasiliano Maicon, 39 anni, posa con la maglia del Sona. In alto a sinistra durante una fase d’allenament­o in solitaria e a destra impegnato in un torello con i nuovi compagni
IPP Il ritorno del brasiliano Maicon, 39 anni, posa con la maglia del Sona. In alto a sinistra durante una fase d’allenament­o in solitaria e a destra impegnato in un torello con i nuovi compagni
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