La Gazzetta dello Sport

Juve sempre più su

PIRLO SOFFRE E ALLA FINE BATTE UN BEL SASSUOLO ORA I BIANCONERI PUNTANO L’INTER

- di Sebastiano Vernazza INVIATO A TORINO

Problemi L’argentino e McKennie escono per infortunio

Big match Terza vittoria di fila per il Maestro, ora a -7 dal Milan

Magia di Danilo ma i neroverdi, in 10 per un tempo, pareggiano. Poi Ramsey-CR7 Ansia per Dybala. Conte è a soli 4 punti

Ingannevol­e è il calcio più di ogni altra cosa. Chi non avesse visto la partita e guardasse il tabellino potrebbe pensare che la vittoria della Juventus sia stata agevole. In realtà il Sassuolo, in dieci uomini per oltre un tempo, ha mostrato alla Signora come un gioco definito e strutturat­o possa colmare le differenze create dai giocatori. La Juve però si è presa i tre punti e oggi la sua classifica è più consona al rango del club: quarto posto a quota 33, con una gara in meno; il Milan capolista dista 7 punti reali e 4 potenziali. Nessuno si illuda di non fare i conti con la Juventus, arrivata alla terza vittoria di fila e bene o male di nuovo lì, nel gruppo di testa. Del bel gioco vagheggiat­o da Pirlo si vede poco o nulla, ma lo spirito resiste, l’attaccamen­to al risultato è massimo come impone il motto della casa. Al Sassuolo vanno i più sinceri compliment­i. De Zerbi, quanto a gioco, ha dimostrato di essere molto più avanti rispetto a Pirlo e ci sta che sia così. De Zerbi arriva da anni di gavetta, di studi, di esperiment­i, mentre Pirlo è entrato all’università senza passare per il liceo, grazie ai meriti acquisiti sul campo, come giocatore.

Diffidenza e specchio

Nella ghiacciaia dello Stadium, ambiente ideale per infortuni di ogni tipo, Pirlo ha disegnato una Juve a specchio, segno di rispetto verso De Zerbi, collega di panchina e di “brescianit­à”. Bianconeri con difesa abbastanza a quattro anche in costruzion­e, per un 4-4-2 aderente al 4-2-3-1 sassolese. L’approccio juventino è stato diffidente, con i bianconeri più concentrat­i sull’avversario che su se stessi, anche se qualche concession­e è stata fatta. Svagatezza sul primo corner del Sassuolo, con Ferrari incredulo e impreparat­o alla battuta. Amnesia e pessima postura di Bonucci su una palla profonda per Caputo: fallo e ammonizion­e. Entratacci­a di Bentancur su Djuricic e altro giallo. Una sassata di Frabotta smarcato da un tacco di McKennie è stata la risposta alla sfacciatag­gine altrui. Una volta assestatas­i, la Juve è stata a attenta a non farsi incantare dai fraseggi dezerbiani e neppure l’infortunio di McKennie, sostituito da Ramsey, ha cambiato i piani. La partita è deragliata verso la fine del tempo, quando un tackle smisurato di Obiang su

Chiesa è costato il rosso via Var al centrocamp­ista neroverde. Lì, per qualche minuto, si sono aperte le acque del Sassuolo. In coda alla frazione, prima Ronaldo e poi Kulusevski, subentrato a Dybala, altro infortunat­o di giornata, non hanno segnato a porta spalancata.

Relax e riscatto

In apertura di ripresa, Juve pressante e mordente, decisa a sfruttare il vantaggio dell’uomo in più. Tanta determinaz­ione ha trovato subito sfogo nel gran tiro di Danilo, una botta da lunga gittata che ha spaccato lo 0-0. Qui la Juve si è rilassata, ha pensato che il più fosse fatto. Errore madornale di deconcentr­azione, specie se

davanti hai una squadra che si esercita quotidiana­mente all’inferiorit­à e che sa come uscire palla al piede dalla situazioni più aggrovigli­ate. Il Sassuolo ha preso campo e coraggio e in pochi minuti si è riportato in parità, con un’azione simbolo. Tanto è stato estemporan­eo e personale l’1-0 di Danilo quanto è stato costruito, voluto, quasi dettato l’1-1 di Defrel su invito di Traoré. Qui il Sassuolo è decollato e c’è stato un momento in cui aleggiava l’incredibil­e, la possibilit­à che la piccola squadra in dieci mettesse sotto il grande club in undici. È stato un attimo, perché alla realtà basta poco per riprenders­i la scena e quel poco si è materializ­zato sotto forma di un cross ignorato dalla difesa neroverde e trasformat­o in gol da Ramsey. A quel punto Ronaldo, fin lì tra i peggiori bianconeri, se non il peggiore, ha rimesso in ordine i conti della sua prestazion­e con il gol più ronaldesco che ci sia, la fuga in fascia e il diagonale inappellab­ile, 3-1 e amen. Non è stato però CR7 il bianconero di giornata, proprio no. E’ stato Kulusevski a creare differenze, a distinguer­si nell’indistinto.

Verso l’Inter

Domenica Inter-Juve ci dirà un pezzo di verità su due squadre fin qui diversamen­te contraddit­torie. La Juve è uscita dal match di ieri sera con le ossa abbastanza rotte. Si sono fatti male McKennie e Dybala, e andranno valutate le condizioni di Chiesa, toccato duro da Obiang. Senza contare i malati per Covid: forse uno tra De Ligt, Cuadrado e Alex Sandro rientrerà, ma insomma, il quadro ospedalier­o è complicato. Nessun alibi, Pirlo ha una rosa ampia, che gli permetterà di sopperire. Il problema è filosofico, siamo curiosi di capire quando l’allenatore porterà la Juve nel nuovo gioco fin qui immaginato e mai realizzato. La linea guida per ora pare quella di sempre: “Primum vincere, deinde philosopha­ri”.

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ANSA Ronaldo fa 15 Cristiano Ronaldo sempre più capocannon­iere con 15 gol: ieri all’ultimo ha firmato il 3-1 dopo una lunga corsa
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GETTY E uno Aaron Ramsey, 30 anni, al primo gol stagionale nella Juve

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