La Gazzetta dello Sport

Arriva l’ora di Nikola: «E non sono al 100%...»

L’attaccante dell’Hellas: «Dedico la rete alla mia famiglia e anche a... me Ho fatto tanti sacrifici per recuperare»

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Prima punta e poi trequartis­ta, quando segna. Ha qualità evidenti, rischia delle sanzioni nel contatto con Ceccherini.

6 CORDAZ Fa bella figura sul colpo di testa di Barak e su Colley alla fine. 5 DJIDJI Prima da titolare in rossoblù, quanta sofferenza con Zaccagni. E quando gli prende le misure, entra Colley e sono altri guai. 6 GOLEMIC Si arrangia anche se sul 2-0 scherma da fermo.

5,5 LUPERTO Lascia spazio a Kalinic sul primo gol. Cresce nella ripresa.

5 MOLINA Torna sulla fascia destra, però soffre troppo quando arriva Dimarco. Cambiato al 45’.

6 PEREIRA Ripresa a destra, intelligen­te l’assist a Messias.

5 EDUARDO Movenze felpate, anche troppo e non è solido in chiusura. Un tempo e via.

6 SIMY Dentro da punta nella ripresa, dà più spessore.

6 ZANELLATO Centrale di soccorso e di tocco, anche otto recuperi.

5,5 VULIC Parte con un tiro alto, poi si mimetizza e anche sbaglia: 14 palle perse.

6 RECA Per la sua velocità sarebbe un tipo da Juric, che infatti lo elogia. Fa nascere il gol.

5,5 RIVIERE Si muove ma non è pericoloso sotto porta.

5 DRAGUS Non un inseriment­o cambia match, prova soluzioni troppo originali.

5,5 ALL. STROPPA Ancora troppi errori in fase difensiva e forse il 3-4-1-2 serviva dall’inizio, visto come ha equilibrat­o il match. l Verona si nutre anche di mugugni e insoddisfa­zioni sbandierat­e come da nessuna altra parte. Poi alla domenica il pessimismo, anzi, si perdoni, il “fascia-testismo” in salsa croata diventa carica, motivazion­e, successo. Ivan Juric è sempre diretto, sa come stuzzicare i giocatori, la dirigenza e la critica: l’Hellas, tra cessioni, infortuni e inconvenie­nti ha 7 punti in più dello scorso campionato, finito poi con il nono posto. Strategia o miracolo? Ciascuno tiene le sue convinzion­i, ma Juric sostiene che in alcune partite contro avversarie di bassa classifica, tipo Spezia o Crotone ieri, la differenza è stata minima. Quindi i suoi apparterre­bbero a quella fascia. Vero anche però che sempre nelle stesse situazioni e dimentican­do i pareggi con Milan e Juve, le vittorie in casa di Atalanta e Lazio - il Verona ha

Il “cioccolati­no” che gli ha dato Antonin Barak l’ha scartato con ingordigia. Eccolo lì, Nikola Kalinic: il pallone dolcissimo che gli è arrivato sul piede l’ha calciato con scientific­a precisione nella porta del Crotone. Si è sbloccato così, alla sua maniera, con quello stile che ha segnato le più belle stagioni in Italia, alla Fiorentina. E ci voleva proprio, questo

Itirato fuori qualcosa di più. Un gesto, tipo la rovesciata di Zaccagni a La Spezia; o un primo tempo da categoria diversa, come quello di ieri che ha condotto al successo in casa dopo oltre due mesi.

I motivi

Se non vuol guardare avanti, l’allenatore può guardare dietro ai 15 punti dalla linea della retrocessi­one, o anche ai 6 dal Benevento, che capeggia la seconda parte del tabellone. Ecco, il Verona è sì ultimo, ma della zona più felice della Serie A. Per arrivarci ha infilato nelle buone notizie di giornata anche alcuni inediti. Tipo la rete di Nikola Kalinic, la prima in gialloblù. L’allenatore ha cercato il suo connaziona­le, costui sta cercando se stesso dopo troppo avventure senza gioia. Al Verona servono i gol delle punte e l’1-0 di “Kale” è solo la terza del reparto. Ma oltre alla realizzazi­one, allargando­si al limite per sparare in diagonale, è la costruzion­e che marca la differenza. gol, per “Kale”, finalmente bomber dell’Hellas.

Decisivo

Ivan Juric, che l’ha convinto a scegliere il Verona, venerdì invitava alla pazienza: «Ha bisogno di settimane di lavoro. Noi lo stiamo usando per una sessantina di minuti. Continuere­mo a insistere perché la sensazione è che possa darci tanto». L’uomo di Spalato ha potuto moltiplica­re i sorrisi, ieri. Perché l’Hellas ha vinto, perché la classifica dice che i punti sono 27, perché Perché il Crotone ha provato con il pressing e con i reparti corti per non far sfogare i due trequartis­ti, ma quando uno (Barak) si è staccato dalla prima linea per retroceder­e a centrocamp­o, è bastato un tocco d’anticipo sulla pressione, di Tameze, e al ceco si è aperto un pascolo senza guardiani. L’ha percorso tutto per offrire la gloria a Kalinic. Come invece, tra qualità e precisione, il Verona è riuscito a raddoppiar­e mettendo il Crotone all’angolo, e non in senso metaforico: palleggian­do in tre (Ilic, Zaccagni e Dimarco) fino all’esterno del mancino già in grazia con la rete al Torino.

Crotone fragile

Giovanni Stroppa ha accusato gli avversari di «gioco molto sporco», di «falli sistematic­i che richiedeva­no altri cartellini». Il machismo del Verona, che ha visto ammoniti i tre centrali e ne ha poi cambiati due, è risaputo e gli stadi vuoti, dove si sente ogni respiro, non favoriscon­o la concordia tra le panchine se hai a fianco uno come Juric che urla sempre: ai suoi, agli arbitri e pure a qualche santo. Ma il tecnico dell’ultima, con la peggior difesa del torneo, un minimo di invidia per la grinta altrui dovrebbe averla. Perché gli errori sono quasi sempre uguali. La fascia destra era stata perforata dalla Roma (e modificata all’intervallo) come lo è stata ieri, di nuovo rivoluzion­ata nella ripresa. Il Crotone ha iniziato l’anno con tre sconfitte e 11 gol subiti. Non è un’incitazion­e a diventar cattivi, semmai sporchi: ma fossero meno teneri i suoi, potrebbe tentare di salvarsi. Invece, come con l’Inter e la Roma, un solo tempo è buono: ieri il secondo, con Messias spostato trequartis­ta, due punte, un’aggressivi­tà maggiore a centrocamp­o. E comunque anche dopo il 2-1, le due chance migliori sono state del Verona. Sono piaciute anche a Juric.

Kalinic è andato a rete ed è stato decisivo. E l’attaccante, allora, è un guizzo di gioia: «Sono felice, è stata una bella giornata. Devo proseguire così, tra due o tre settimane sarò al 100%». Ci sarebbe già non fosse per quell’infortunio che l’ha costretto a restare fuori per quasi un mese e mezzo. Dal 22 novembre, uscito nel primo tempo con il Sassuolo, per arrivare a domenica scorsa e al ritorno a La Spezia. Occhio ai numeri: quando c’è Kalinic, il Verona non perde mai. Con lui in campo l’ha fatto soltanto con il Sassuolo, ma i gol della sconfitta sono arrivati dopo che il centravant­i era stato sostituito, bloccato da quel guaio muscolare (lesione di primo

Cordaz; Djidji, Golemic; Luperto; S.Molina (dal 1’ s.t. Pereira), Eduardo (dal 1’ s.t. Simy), Zanellato, Vulic, Reca; Messias, Riviere (dal 32’ s.t. Dragus). PANCHINA Crespi, Cuomo, Magallan, Crociata, Rojas, Mazzotta, Siligardi, Rispoli, Petriccion­e. ALLENATORE Stroppa ESPULSI nessuno AMMONITI Djidij, Reca, Pereira per gioco scorretto CAMBI DI SISTEMA dal 1’ s.t. 3-4-1-2 BARICENTRO MOLTO BASSO 45,9 metri POSSESSO PALLA 57%

ARBITRO Massimi di Termoli NOTE Tiri in porta 6-2. Tiri fuori 5-3. In fuorigioco 1-0. Angoli 6-4. Recuperi 1’ p.t., 3’ s.t.

Juric viaggia con un +7 rispetto alla scorsa stagione Il croato si sblocca e segna l’1-0, Dimarco raddoppia

grado al bicipite femorale della coscia sinistra) che gli ha imposto il successivo, prolungato stop. Kalinic si sente e si vede: «Splendido il passaggio che ho ricevuto da Barak – spiega lui –, il suo è stato un assist perfetto. Ho calciato forte e la palla è entrata. Il gol è per la mia famiglia e anche per me, dopo i tanti sacrifici che ho fatto per recuperare». Il futuro è gialloblù: «La strada è quella giusta, abbiamo raccolto 7 punti su 9 in una settimana: proprio per questo non dobbiamo mollare. L’obiettivo è la prossima con il Bologna».

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GETTY Bomber Nikola Kalinic, 33 anni, prima stagione al Verona

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