IN VOLO GRAZIE AGLI EX “ITALIANI” DA GARCIA A PAQUETÀ E DE SCIGLIO
Il tecnico ex Roma in pochi mesi ha stravolto tutti i giudizi e ora è davanti ai miliardari del Psg. Anche grazie al brasiliano che al Milan non ha mai convinto
La semifinale di Champions League, ad agosto, non era una casualità. Lo conferma la classifica del girone di andata di Ligue 1. Al primo posto non c’è come dovrebbe il Paris Saint Germain delle stelle Neymar e Mbappé, ma il più collettivo Lione che d’estate, dopo aver eliminato Juventus e Manchester City, aveva ceduto il passo solo al Bayern Monaco, che poi ha alzato il trofeo. E sempre ai danni del Psg, messo sotto scacco in campionato anche dalla squadra di Rudi Garcia. Certo, il +1 è tanto effimero quanto il titolo di campione d’inverno, ma l’ex tecnico della Roma intende giocarsela fino in fondo, insieme al rinnovo del contratto. Non solo sfruttando il calendario più leggero, senza impegni europei, ma soprattutto la rinascita dell’ex rossonero Lucas Paquetà, la voglia di rivincita del bianconero in prestito Mattia De Sciglio, e il lungo addio di capitan Memphis Depay, promesso al Barcellona.
Danza
La svolta è arrivata però con l’intuizione del d.s. Juninho a fine Champions: «Una grande squadra – disse ad agosto - si costruisce con un grande centrocampo». Ecco allora la scommessa su Paquetà incapace al Milan di esprimersi all’altezza di quanto esibiva in patria, dove gli avevano dedicato pure una canzone per celebrarne giocate e gol. E con il brasiliano in campo, anche il Lione si è messo a danzare, passando dal quattordicesimo posto di metà ottobre, alla vetta. Il salto di qualità non è stato solo aritmetico. Il Lione è imbattuto da 16 turni: nessuno fa meglio nei cinque principali campionati del continente. E le tredici partite giocate dall’ex rossonero hanno fruttato 10 vittorie e 3 pareggi, ma soprattutto hanno permesso a Garcia di acquisire certezze nel reparto di centrocampo, disegnato su misura nell’ormai stabile 43-3, propagando serenità anche a tutto il resto della squadra. Da mezzala destra, infatti, il mancino Paquetà si è messo a dare spettacolo, sintonizzandosi al meglio con la regia del connazionale Thiago Mendes e con l’elegante Aouar; sommando a passaggi illuminanti e dribbling da playstation un’inaspettata solidità anche in termini di contrasti e recuperi. Insomma, come fatto notare dall’Equipe nei giorni scorsi, i vento milioni spesi in autunno per il ventitreenne che ama far volare gli aquiloni sulle spiagge di casa, sembrano già pochi.
Polivalenza
Un vero affare che ha avuto effetti benefici sulla difesa, ormai più protetta, e dove si sta facendo spazio De Sciglio, arrivato in prestito da Torino con l’obiettivo di tornare nel giro della nazionale del c.t. azzurro Mancini in tempo per l’Europeo del 2021. L’ex bianconero può far valere esperienza ai vertici e polivalenza magari per imporsi da terzino sinistro, dovendo fare i conti a destra con Léo Dubois, nazionale francese, vice-capitano influente e membro del consiglio dei saggi instaurato da Garcia, come ai tempi della Roma. Un organo consultativo dove conta più di tutti ovviamente capitan Memphis Depay. Non solo per lo status di unica stella della rosa, ma pure per la personalità da condottiere che riversa in campo. Oltre ai cinque assist, l’olandese ha già firmato 11 reti in diciannove presenze. Inclusa quella al Rennes, sabato, che ha impostato la rimonta di carattere per il 2-2 valso la leadership al giro di boa. Depay tallona Mbappé (-1) come migliore marcatore e ha programmato l’addio a giugno da svincolato. All’orizzonte c’è il Barcellona. Prima, il 26enne vuole regalare un titolo al club che lo rilanciò nel gennaio del 2017, dopo essere finito in stallo allo United. E l’amico di
Neymar fa sul serio. Lo dimostra lo scalpo del Psg brandito a metà dicembre al Parco dei Principi al termine di una dimostrazione di maturità collettiva. Il gol vittoria l’ha segnato Kadewere, ex capocannoniere di Ligue 2 prelevato al Le Havre, ma è bastato per sancire il sorpasso sui vice-campioni d’Europa e a convincere i dirigenti parigini a silurare Tuchel, per affidarsi a Pochettino cui spetta il compito di ristabilire le gerarchie.
Bilancio
Anche Garcia era subentrato a Sylvinho nell’ottobre del 2019. Nonostante la semifinale Champions, a fine settembre, dopo un avvio balbuziente, il tecnico francese sembrava non rientrasse già più nei piani di Juninho. In tre mesi è cambiato tutto e il titolo invernale ha fatto passare in secondo piano il bilancio flop dell’ultima stagione. Un’annata su cui è sceso il sipario ad aprile, decurtata di 10 turni per la pandemia, e chiusa al 7° posto, quindi fuori dall’Europa per la prima volta dal 1997. L’obiettivo è di tornarci subito, in Champions. Non impossibile. L’ultima volta che il Lione salì in vetta dopo il girone d’andata, nel 2008, poi arrivò terzo. Basterebbe per far contenti tutti.