Sagan, bis rosa? «Mi piacerebbe ritornare al Giro d’Italia: porta aperta»
Peter guida la Bora-Hansgrohe: «Deciderò dopo le Classiche. Anche l’Olimpiade è una priorità»
Ciclisticamente parlando, il 2020 lo aveva chiuso in Italia: l’ultima gara di Peter Sagan è stata — il 25 ottobre — l’ultima tappa del suo primo Giro d’Italia, «bagnato» dalla spettacolare vittoria a Tortoreto. E sempre dal nostro Paese è ripartito: il 30enne slovacco è in ritiro con la BoraHansgrohe dal 6 (e fino al 17) a Peschiera del Garda al Garda Bike Hotel, la tradizionale base dei giorni precedenti alla Milano-Sanremo. La Classicissima — mai vinta — non potrà che essere un obiettivo anche nel 2021. Quanto alla corsa rosa... «Mi sono trovato benissimo, mi piacerebbe tanto tornarci. La porta è aperta, sì. Ma deciderò dopo le Classiche di primavera, non prima», spiega Peter alla Gazzetta: il suo unico successo 2020 è arrivato proprio sulle strade rosa.
Parole
Il chiarimento non è banale perché in una intervista rimbalzata sabato dalla Slovacchia, il direttore sportivo Jan Valach aveva dato già per certo l’inserimento del Giro (8-30 maggio) nei piani agonistici di Sagan. La cautela del diretto interessato è comprensibile, anche perché la stagione rischia di essere ancora condizionata (molto meno, si spera) dall’emergenza sanitaria e fare piani oltre l’immediato non è semplice: Sagan per esempio non potrà debuttare come previsto alla Vuelta San Juan a fine gennaio, ma il 17 volerà ad allenarsi a Gran Canaria e conta di esordire il 27-28 febbraio tra Het Nieuwsblad e Kuurne-Bruxelles-Kurne, prima di dedicarsi alle gare di marzo in Italia, come sempre. «Non c’è dubbio che la Sanremo, visto che non l’ho mai vinta, sia la grande motivazione. Sono ancora nei miei anni migliori».
Regole
Il ritiro italiano di questi giorni, tra «bolla» e tamponi, segue le regole a cui ormai si è fatta l’abitudine. L’albergo è chiuso al pubblico, ospita solo la sessantina di persone del team tra atleti (4 italiani: Aleotti, Benedetti, Fabbro, Oss) e staff. E il personale di servizio viene controllato allo stesso modo di tutta la squadra. Il fatto poi che nella settimana che inizia oggi non sia prevista pioggia, aiuta. Sagan ha la necessità di farsi trovare pronto a inizio anno, al centro (Tour de France) ma anche... alla fine, visto che il Mondiale di fine settembre in Belgio sulla carta è una bella opportunità per servire un poker iridato mai riuscito a nessuno. Ma, pandemia permettendo, non ci si può dimenticare dei Giochi Olimpici di Tokyo: stavolta è esclusa la partecipazione di alla prova di mountain bike (come fu a Rio nel 2016), però Peter — orgoglio di Slovacchia — ci tiene tantissimo ad esserci alla prova su strada in linea, nonostante non sia adatta alle sue caratteristiche. «Forse dovremo arrivare in Giappone due settimane prima, forse con l’avanzare della vaccinazione ci saranno regole diverse... Non possiamo ancora saperlo. I “se” non esistono».
Attrazione
Di sicuro, andando oltre la «dichiarazione d’amore» di Sagan, si può notare come il Giro d’Italia 104 stia riscuotendo consensi. In casa Bora-Hansgrohe, il tedesco Buchmann andrà a caccia del podio. E negli ultimi giorni erano arrivati ufficialmente diversi «sì» importanti: da Landa a Caruso, da Bilbao a Pozzovivo, dal campione europeo e italiano Nizzolo fino allo scalatore Masnada e al velocista australiano Ewan (che nel 2021 vuole vincere una tappa in tutti e tre i grandi giri). E altri arriveranno, a cominciare ovviamente da Vincenzo Nibali — con Giulio Ciccone — e anche da Simon Yates, ritirato nel 2020 a causa del Covid ma grande protagonista nel 2018 con 13 giorni in rosa e 3 tappe vinte. Senza dimenticare la concreta possibilità di accogliere il debutto in un grande giro di Remco Evenepoel: la sua Deceuninck-Quick Step si presenterà mercoledì.