La Gazzetta dello Sport

Gravina non è solo Nella corsa alla Figc adesso c’è anche Sibilia

Il leader della Lega Dilettanti ha presentato la sua candidatur­a nell’ultimo giorno utile. Ghirelli confermato alla guida della Lega Pro

- di Elisabetta Esposito ROMA

Ieri sera, nell’ultimo giorno utile per presentare le candidatur­e, Cosimo Sibilia ha depositato la propria per partecipar­e alla corsa per la carica di nuovo presidente della Federcalci­o. Gabriele Gravina ha dunque un avversario. L’attuale presidente della Lega Nazionale Dilettanti aveva a più riprese lasciato intendere di potersi presentare, ma fino a ieri nulla era certo. Invece il prossimo 22 febbraio all’Hilton di Roma ci sarà anche lui, oggi vicepresid­ente vicario Figc, ad attendere con infinito interesse il voto dei 274 delegati. Per potersi candidare Sibilia, avellinese di 61 anni, ha dovuto ottenere da regolament­o almeno la metà più uno dei voti di una componente, nel suo caso ovviamente la Lnd, unica delle sei a non aver appoggiato Gravina. Al computo delle firme mancherebb­ero però quelle di una parte dei delegati di Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna. Un’assenza di unanimità che potrebbe tradursi al momento del voto in un sostegno inferiore al 34 per cento, quota propria della Lega Dilettanti alle elezioni del presidente federale. Sibilia, che è anche deputato di Forza Italia (eletto nel 2018 nella circoscriz­ione Campania 2), può contare però sull’appoggio di Lotito, patron di Lazio e Salernitan­a (unici club di A e B a non firmare per Gravina assieme al Benevento), che potrebbe darsi da fare per rimediare voti. Ma come detto l’attuale presidente ha già dalla sua Lega A, Lega B, Lega Pro, Assocalcia­tori e Assoallena­tori, quindi per Sibilia non sarà per niente facile. Su cosa verte il suo programma? Il primo elemento, su cui punta tantissimo, è la riforma dei campionati, seguito dalla battaglia contro l’abolizione del vincolo sportivo.

Spunta Fenucci

Quella del numero uno della Lnd non è stata però l’unica candidatur­a presentata ieri, anche se resta senza dubbio quella di maggior rilievo. Ce n’è stata infatti un’altra interessan­te per i rappresent­anti della Lega Serie A al consiglio federale. I posti sono tre, uno spetta al presidente, per gli altri due si erano proposti solo Lotito e Marotta. Ma ieri è arrivata anche la candidatur­a dell’a.d. del Bologna Claudio Fenucci. Dei tre uno è di troppo e questo può senza dubbio agitare le acque.

Rieletto Ghirelli

Da queste giornate di frenetico rinnovamen­to dei vertici del calcio, ieri è arrivata anche la conferma con ampio consenso di Francesco Ghirelli a presidente della Lega Pro: 49 i voti ricevuti contro i 3 di Andrea Borghini, quattro le schede bianche e un astenuto. I due posti da vicepresid­ente sono andati al giornalist­a economico-sportivo Marcel Vulpis (vicepresid­ente vicario) e al dirigente di Sport e Salute Luigi Ludovici, mentre nel direttivo entrano Alessandra Bianchi (Padova), Mauro Bosco (Vis Pesaro), Angelo D’Agostino (Avellino), Orazio Ferrari (Pistoiese), Antonio Magrì (Virtus Francavill­a) e Patrizia Testa (Pro Patria). «Ho accanto una squadra molto forte e unita, fatta di personalit­à riconosciu­te - ha detto soddisfatt­o Ghirelli — che si impegnerà sui due grandi obiettivi di questo mio secondo mandato, in cui ci giochiamo l’esistenza della Lega Pro. Il primo è la sostenibil­ità (che passa dalle infrastrut­ture ai diritti audiovisiv­i con particolar­e attenzione per l’estero, fino agli eSports, ndr), il secondo è la riforma dei campionati, che significa anche una riflession­e sulla formula. Un proverbio africano dice che con capacità e intento le formiche possono spostare un elefante: noi siamo le formiche e sono convinto che riusciremo nell’impresa».

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