La Gazzetta dello Sport

Sport e Salute-Coni, non c’è tregua

Cozzoli: «Pronti per un nuovo contratto di servizio». Malagò: «No, serve una legge»

- di Elisabetta Esposito ROMA

Dei sei decreti attuativi della legge delega arrivati in Cdm a fine novembre, cinque sono stati approvati, mentre è saltato quello sulla governance. Già dopo l’approvazio­ne della legge delega, ad agosto del 2019, il Cio aveva evidenziat­o la violazione della Carta olimpica per la mancata autonomia del Coni e il 27 gennaio prossimo, giorno dell’esecutivo, potrebbe punire l’Italia con delle sanzioni. Come soluzioni, Sport e Salute propone un contratto di servizio, mentre il Coni vuole un decreto legge

Il tempo corre. Mancano meno di due settimane alla fatidica data del 27 gennaio, quando l’esecutivo del Cio potrebbe sanzionare l’Italia, obbligando­ci a partecipar­e ai Giochi di Tokyo senza inno e senza bandiera per violazione della Carta olimpica in merito all’autonomia del Coni. Eppure tra Coni e Sport e Salute

la tensione è altissima, come dimostrano i fatti di ieri. In audizione al Senato, il presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli, è infatti tornato sulla questione avanzando una proposta. «Ci sarebbe una terza via: un nuovo contratto di servizio tra Sport e Salute e il Coni che prevede la gestione diretta e autonoma da parte del Coni dei dipendenti e dei presidi organizzat­ivi oggi in avvaliment­o. Questo accogliere­bbe le istanze del Coni rendendo superfluo l’intervento legislativ­o».

L’ira del Coni

Una soluzione tecnica, dunque, ma assolutame­nte inadeguata per il presidente Malagò, certo che serva una legge. Per questo le parole di Cozzoli sono state definite, in un durissimo comunicato del Coni, «improvvide e ingiustifi­cabili» e motivo di «pesante irritazion­e». «Queste affermazio­ni - si legge - rappresent­ano la prova provata che il Coni non è autonomo e che le sanzioni previste dalla Carta Olimpica per tali infrazioni non possono essere interpreta­te o oggetto di previsioni da parte di chi non ha alcun ruolo nell’ordinament­o olimpico. Abbiamo chiesto più volte al Governo una legge per regolare l’autonomia del Coni e non contratti di servizio con SpA di Stato che rispondono all’Autorità governativ­a e non all’Ente Coni». Il Governo non sembra però cambiare posizione sul decreto legge, soluzione su cui Conte e il ministro Spadafora stanno già lavorando. Da registrare il pronunciam­ento di alcuni esponenti politici dell’opposizion­e (Mulè di Fi e Belotti della Lega) a favore della proposta Cozzoli, considerat­a anche, seppur in modo articolato, «un buon punto di partenza» dai 5 Stelle. Mentre fonti vicine al Pd ribadiscon­o di «puntare sul decreto». Il problema ora sembra essere quello dei contenuti del decreto stesso, con la divisione delle prerogativ­e tra un Coni autonomo e e Sport e Salute.

Il vincolo sportivo

Ieri, durante l’audizione al Senato, c’è stata anche la proposta di Franco Carraro sul vincolo sportivo: «Facciamo scattare l’abolizione dal 2024 e invitiamo le federazion­i a predisporr­e dei percorsi perché le società arrivino pronte al traguardo. Spostiamo poi di un anno, quindi a settembre 2022, le misure sulle nuove tutele». Nelle stesse ore la conferenza delle Regioni ha definito le modifiche da inviare al governo tra cui c’è proprio lo spostament­o dell’abolizione del vincolo al 2025, ritenuta però fondamenta­le da tutte le associazio­ni degli atleti.

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ANSA La bandiera Tra le possibili sanzioni del Cio c’è la partecipaz­ione dell’Italia ai Giochi senza inno e bandiera

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