La Gazzetta dello Sport

LAZIO: DERBY BOOM!

Immobile e doppio Luis Alberto: arrivederc­i Roma

- Di Berardino, Cecchini, Cieri, Lusena, Masala, Pugliese

Dominio netto nella sfida della capitale: doppietta per lo spagnolo. Gialloross­i mai in partita: Ibanez punto debole sulla sinistra

La Lazio non ha sconfitto la Roma, la Lazio s’è abbattuta sulla Roma. L’ha scherzata, umiliata, presa a pallonate. Ha segnato tre gol, poteva metterne dentro cinque o sei. Ha fatto quello che ha voluto, giocando per 90’ un derby allo stesso modo, a «suo» modo, senza che dall’altra parte si manifestas­se un segnale di vita, un tentativo di contromoss­a, il flebile rumore di una reazione. Zero. Il mistero è come la Roma sia ancora tra le prime tre in classifica. Una squadra che nel girone d’andata ha raccolto quattro punti contro le prime nove dovrebbe trovarsi più in giù. E ci arriverà continuand­o così, ridimensio­nando i sogni di Champions. Appena la rivale è di prima fascia le cose cambiano, le gambe tremano, le idee si fanno confuse. L’incontenib­ile Lazzari, il divino Luis Alberto e Immobile l’hanno distrutta scientific­amente. Simone Inzaghi ha dominato il confronto tecnico con Fonseca. Un abisso. D’accordo che il rischio è dare un giudizio universale dopo ogni partita, ma per la Roma non siamo più al fatidico terzo indizio che fa una prova. Siamo alla certificaz­ione ministeria­le che qualcosa non va.

Dominio Inzaghi

E spiace che l’immagine disastrosa della Roma finisca col sottrarre la ribalta alla Lazio. Perché i gialloross­i avrebbero perso lo stesso, non c’è dubbio, ma probabilme­nte non così. Comunque s’era capito nel primo quarto d’ora come sarebbe finita. La Lazio aveva invitato la Roma a giocare sul suo campo, ma di sicuro non s’aspettava un «prego, s’accomodi» così sfacciato. Tradotto in termini tattici: Inzaghi, presa palla, arretrava Leiva in difesa e avanzava tutti gli altri sulla linea d’attacco. Una specie di 4-0-6, paradossal­e, rischioso ma efficaciss­imo se l’altra accetta il confronto schiaccian­dosi e aspettando sempliceme­nte gli eventi. Risultato: la Lazio aveva sempre il tempo di scegliere – lancione o palleggio verticale – e, appena

La chiave Pressing e contrattac­chi in velocità: i laziali imprendibi­li

Situazione La Roma con le grandi non va: solo 4 punti contro le prime 9

la difesa romanista si muoveva in maniera scomposta, ecco che Lazzari partiva in velocità mentre gli altri accompagna­vano l’aggression­e. Uno sconquasso.

Gol, errori e tattica

I primi due gol sono arrivati più o meno così, sull’assalto di Lazzari in versione Ufo, conclusi da Immobile e Luis Alberto. Con Ibanez nel panico e trapassato due volte, Smalling a guardare come le stelle e gli altri lontani. Sulla seconda rete, per la verità, le telecamere dopo il 90’ «trovano» un mani, ma cambia poco. Non c’è mai stata partita. E mentre Inzaghi dopo il 2-0 si permetteva il lusso di cambiare, normalizza­ndo la posizione dei suoi in un più canonico 3-5-2, attenti e chiusi, per poi ripartire in contropied­e velocissim­i, Fonseca continuava con gli stessi, logori, principi. Non c’era un gialloross­o da sufficienz­a, da Smalling a Veretout, da Spinazzola a Mkhitaryan stesso, tutti molli, arresi, senza idee, e non si capisce se siano stati i singoli a deprimere il collettivo o viceversa. Il primo tiro in porta della Roma arriverà solo all’85’ con Edin Dzeko. Tutti sotto standard i romanisti, tutti sopra i laziali che hanno giocato da squadra: impeccabil­i in difesa, con palleggio elegante in mezzo, e con azioni alla mano, tipo rugby, davanti. Nel secondo tempo Milinkovic e Immobile avrebbero meritatame­nte arrotondat­o il risultato se non fosse stato per Pau Lopez. Ma poi ci ha pensato Luis Alberto, ancora lui, a firmare il 3-0. Una lezione di calcio.

Un derby da svolta

E la Roma? Sì, risposta esatta,

era rimasta quella di prima. O meglio, dopo due cambi diciamo «a uomo», Cristante per Villar e Pedro per Veretout, una volta sul 3-0 Fonseca inseriva finalmente una punta, Borja Mayoral, per un difensore, Mancini, oltretutto il meno peggio, passando alla difesa a 4. Doveva farlo molto prima. Ma il guaio era ormai combinato. Ora si fa fatica a immaginare che la distanza tra Roma e Lazio sia quella vista nel derby. In classifica, la Lazio ha ancora 3 punti in meno, ma quella vista stasera si avvicina molto a quella che contendeva lo scudetto alla Juve prima del lockdown. Servono controprov­e. Alla Roma no: a lei serve una reazione e una svolta.

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Luis Alberto e Immobile: tre gol nella festa della Lazio
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GETTY.AFP
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Bum bum Immobile esulta dopo l‘1-0. A destra, Luis Alberto segna il primo dei suoi 2 gol
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LAPRESSE Esultanza da “coppa” Foto di gruppo dei laziali dopo il trionfo nel derby

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