INTERISTA O JUVENTINO? IL MONDO SI SPACCA IN DUE
Alla ricerca dell’anima vera. Quella nerazzurra è cielo, pepe, Ali, doccia... Quella bianconera: terra, sale, Tyson, vasca...
struzioni per l’uso di questa pagina strana. Non state troppo a scervellarvi per dare un senso a tutti i cento elementi. Molto spesso le sensazioni contano più delle spiegazioni. In amore, per esempio. Leggete tutto d’un fiato i 50 elementi (cose, persone) abbinati all’Inter: la sensazione indistinta, il concetto unico, gassoso, che si formerà alla fine, dalla fusione delle varie tessere, ecco, quello è l’interismo. E poi fate lo stesso con i 50 elementi bianconeri: ecco, quella è la juventinità. Di questo siamo andati in cerca: del deposito più puro di un’appartenenza, dell’essenza della fede. Un collage che ricostruisce l’anima delle due squadre, come vedete nella grafica in pagina: le 50 parole, fuse insieme, riproducono il logo dei due club. Ricordate «Destra-sinistra», la canzone del
IIDENTITÀ A CONFRONTO
Giorgio Gaber? «Che cos’è la destra, che cos’è la sinistra?», si chiedeva il Signor G e rispondeva con una spartizione del mondo: «Il culatello è di destra, la mortadella di sinistra. I collant sono quasi sempre di sinistra. Il reggicalze è più che mai di destra». Che cos’è interista? Che cos’è juventino?
Di Livio e il Chino
Abbiamo ripetuto il giochino di Gaber, interista di fede, in derby continuo con l’amico Jannacci. Abbiamo spartito il mondo e anche noi lasceremmo libera l’interpretazione, ma, se volete, qualche cosa commentiamo. L’Inter è stata fondata in una taverna di artisti, la Juve sulla panchina di un liceo. L’anima letteraria, fantasiosa, imprevedibile, folle è il nucleo più profondo dell’interismo. La Juve nasce subito figlia delle istituzioni. Mazzini e Cavour hanno fatto lo stesso Risorgimento, ma uno con contropiede rivoluzionario alla HH, l’altro all’interno del Palazzo. Il Soldatino Di Livio, sempre ligio al dovere, potrebbe stare accanto alla Piccola vedetta lombarda o al Tamburino sardo di Edmondo De Amicis che scrisse il libro «Cuore» per educare i ragazzi della neonata Italia ai buoni sentimenti e alle buone maniere. Ordine e disciplina. Le forbici sono bianconere perché Boniperti tagliava i riccioli al giovane Cabrini. Nello stesso ruolo l’Inter ha schierato Centofanti. Il buon Garrone era grosso e protettivo come Chiellini. Un secolo più tardi, ai tempi della Grande Inter, Gianni Rodari si accontentava di intrattenere i bambini e divertirli. Certe filastrocche erano semplicemente belle, anche se apparentemente inutili e insensate, come certe giocate del Chino Recoba. La regola aurea della Famiglia, «vincere è la sola cosa che conta», ha imposto al centro dell’anima juventina la concretezza, l’utile. L’Inter è azzardo in Borsa, la Juve la certezza dell’interesse bancagrande rio. L’Inter è paletta che scava e ricerca, la Juve è secchiello che possiede e contiene.
Una gobba in più
La Juve è massiccia come Notre Dame e non solo perché un tempo era abitata da un gobbo. Quelle due torri robuste a protezione della facciata sono Bonucci e Chiellini. L’Inter è originalità provocatoria, come la Sagrada Familia che sembra una colata di sabbia bagnata. L’Inter è il cielo, cioè il regno dei sogni e dei poeti; la Juve, adottata da un gruppo industriale, ha sempre i piedi per terra e avvita scudetti alla catena di montaggio, uno dopo l’altro. Ma l’Inter ha vinto di più all’estero, infatti il passaporto è nerazzurro. La Juve ha quasi sempre avuto più mezzi a disposizione. Infatti il cammello ha una gobba in più del dromedario.