Inter-Juve quasi uno spareggio Roma, un’occasione sprecata
Un Conte a Roma si arrocca al governo, un altro Conte a Milano proverà a picconare chi al comando c’è stato per nove anni di fila. Nella penultima di andata spalmata su quattro giorni si incrociano le corazzate Inter e Juve. Nel ricco anticipo all’Olimpico, la Roma esce a pezzi dal derby: la Lazio è cinica, precisa, non perdona nulla e sul più bello fa rivedere gli abbaglianti flash che l’avevano lanciata prima di sgonfiarsi con la sosta per il Covid. Complimenti per lo show a Inzaghi, Immobile e soci. Troppi dubbi restano sulla Roma, uscita provata dal venerdì di passione. Poteva rinforzare il ruolo di terza o quarta forza del campionato, ha perso una grande occasione. Fonseca ha ottenuto con merito e diversi rimpianti tre pareggi contro Milan, Inter e Juve, segnando almeno due gol: non ci sarebbe niente di strano se occupasse in pianta stabile il podio. E invece ogni tanto ci scappa il vuoto d’aria: la sua scalata si trasforma in una tela di Penelope, un’incompiuta senza fine. La Roma avrebbe potuto sfruttare anche il calendario, dato che domani a San Siro non c’è uno spareggio, ma quasi. L’Inter punta a dare una spallata alla rivale che ritiene più forte, con buona pace del Milan. Il filotto tricolore dei bianconeri giustifica l’allerta, non è una bizzarra sensazione. Un successo sui campioni in carica avrebbe, oltre a un’importante ripercussione sulla classifica, un valore simbolico che potrebbe aiutare Conte e i suoi a prendere ancor di più coscienza delle loro qualità. Non che la defender Juve si possa concedere pause. Per restare in scia delle prime, ha l’obbligo del risultato a Milano. Poi ci vuole un contegno: una Signora non può arrendersi a metà percorso. Tanto che, per rango e per dovere, appena ha potuto, a San Siro ha recitato da superstar e ha firmato la prima caduta del Milan. Ha dimostrato che è grande e vaccinata, ora però le serve il richiamo, la conferma che il 31 sulla battistrada non è stato soltanto un sussulto d’orgoglio, ma soprattutto sostanza. La corsa in parallelo, che vede Pirlo inseguitore a meno 7 da Pioli e a meno 4 da Conte, è intrigante. Okay, però gli scontri diretti definiscono molto bene lo spessore delle concorrenti. Nello scorso torneo l’Inter, che chiuse a meno 1 dalla Juve scudettata, è stata battuta tutte e due le volte dai bianconeri: nulla o quasi accade per caso. Ora il divario appare meno netto: è il bello dello stress test di domani, destinato a danneggiare o l’una o l’altra, se non tutte e due. Così si augura uno spettatore per niente neutrale, il Milan, che giocherà sapendo dell’esito di San Siro. Ibra e compagni lunedì si esibiranno in trasferta contro un Cagliari che nel 2021 ha collezionato 4 sconfitte su 4 gare. Ormai il fattore sorpresa è svanito, la capolista viene presa sul serio non tanto per il suggestivo titolo d’inverno, ma in vista di maggio. Come è logico pensare visto come si muovono i rossoneri sul mercato: prendono Meité dal Torino, buona mossa. Ma se ingaggeranno Mandzukic, nessuno ci crederà quando diranno che l’obiettivo è soltanto la zona Champions. Non sarà più il SuperMario del Bayern o della Juve, ma il croato resta una riserva d’oro. Il messaggio dei rossoneri è inequivocabile: si lotterà sino in fondo.