La Gazzetta dello Sport

INDIAVOLAT­ISSIMO

Zlatan al primato di presenze con un club italiano. Giallo Theo e Calha, ma ci saranno

- di Marco Fallisi Marco Pasotto MILANO

Avete mai visto Ibrahimovi­c giocare per il pareggio? Ovviamente no, e ovviamente Zlatan vincerà anche stavolta. Tecnicamen­te mancano un paio di giorni perché il sorpasso si concretizz­i, ma l’operazione è già apparecchi­ata: Ibra batte Ibra, 118 a 117. Punteggio da Nba, ma qui la poesia di The Last Dance di Michael Jordan, che tanto aveva ispirato Z in tempi non sospetti di pre-rinnovo, c’entra poco e niente, perché Ibra è il presente e anche il futuro del Milan, se lo vorrà. Intanto, sta per superare se stesso in versione nerazzurra. Con i 45 minuti giocati contro il Torino in Coppa Italia, il campione svedese ha messo in fila 117 presenze complessiv­e con il Diavolo, le stesse colleziona­te in tre stagioni all’Inter, tra il 2006 e il 2007. Lunedì, a Cagliari, il Milan diventerà il club italiano con cui ha giocato di più – la Juve, 92 presenze tra il 2004 e il 2006, resta sul terzo gradino del podio −, nonché il secondo in assoluto, in oltre vent’anni di carriera: solo le 180 partite con la maglia del Psg (con 156 gol segnati) restano un traguardo irraggiung­ibile.

Trova le differenze

All’Inter vestiva il numero 8, al Milan l’11 (il 21 di gennaio-agosto 2020 è una variazione sul tema). All’Inter portava i capelli sciolti e aveva il viso sbarbato, in rossonero sfoggia chignon e pizzetto. Look e numeri di casacca a parte, Ibra in campo è rimasto sostanzial­mente fedele a se stesso. Certi dati sembrano essere stati fotocopiat­i dal nerazzurro al rossonero – ad esempio contrasti effettuati, 0,6, e vinti a partita, 0,4 −, altri si somigliano: Zlatan tentava dribbling da interista (3,2 contro i 2,3 al Milan), ma gliene riusciva in media poco più di uno a match, stesso ritmo con entrambe le milanesi. Anche il minutaggio è molto simile: a oggi, l’Ibra nerazzurro comanda con poco più di 9.700 minuti sui 9.520 in rossonero, ma lo score è destinato naturalmen­te a mutare nel giro di poche partite. Più Pioli lo schiererà, più lo splendido 39enne di Malmoe aggiornerà le statistich­e sponda milanista. Come è cambiato allora Zlatan? In rossonero, dove incidono naturalmen­te anche le stagioni 2010-11 e 2011-12, Ibra ha affinato le doti di palleggiat­ore: sono cresciute le medie dei palloni giocati, dei passaggi effettuati e di quelli riusciti. I tifosi del Milan, insomma, oltre al totem capace di trascinare un gruppo giovane e insicuro dall’anonimato di metà classifica al primo posto, si godono uno Zlatan più rifinitore che in passato (2 occasioni create a gara contro l’1,7 dei tempi nerazzurri) ma non per questo meno letale sotto porta: all’Inter segnava un gol ogni 147 minuti, al Milan si è migliorato fino a una rete ogni 122. E il bello è che la corsa di Benjamin Ibra procede davvero all’incontrari­o rispetto allo scorrere del tempo: in questa stagione fin qui giocata a singhiozzo, tra la positività al Covid-19 e i guai muscolari che gli hanno fatto saltare 15 partite (quasi la metà delle 27 complessiv­e del Milan), Z ha persino alzato le sue medie in zona gol, raggiungen­do picchi mostruosi. Il bilancio recita 11 centri in 12 presenze, vale a dire una rete ogni 76 minuti.

Un altro traguardo

La bacheca, invece, dice ancora Inter: tre scudetti e due Supercoppe italiane contro un campionato e una Supercoppa vinti nella prima vita milanista. Allora Ibra però era un trentenne nel pieno della carriera, e i compagni con cui condividev­a gli armadietti di Milanello si chiamavano Nesta, Seedorf, Gattuso e Pirlo, per citarne qualcuno. Vincere era ancora un obbligo – mentre lui festegpiù giava il primo scudetto in nerazzurro, il Diavolo alzava la Champions ad Atene – ma quando Galliani convinse Zlatan ad accettare la sfida rossonera i rapporti di forza in Serie A andavano riequilibr­ati: a Ibra si chiedeva di riportare lo scudetto al Milan dopo cinque stagioni di dominio interista e Ibra mantenne la promessa, centrandol­o al primo colpo. A proposito di promesse, Z l’indiavolat­o ne ha fatta una anche l’estate scorsa, quando il nuovo contratto era ancora oggetto di dibattito tra i dirigenti del Portello e il suo agente Mino Raiola: «Se resto al Milan, potremo vincere il campionato». Fino a ora è stato di parola, non resta che superare anche l’Ibrahimovi­c di un decennio fa. Perché va bene restare leader anche sulla soglia dei 40 anni, ma farlo con un altro scudetto cucito sul petto avrebbe tutto un altro sapore.

A Cagliari lo svedese arriverà a 118 presenze in rossonero, sorpassand­o il triennio in nerazzurro E ora fa un gol ogni 76’

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 ?? LAPRESSE ?? Trascinato­re Doppia vita con il Milan
Zlatan Ibrahimovi­c, 39 anni, ha vestito le maglie di Malmoe, Ajax, Juve, Inter, Barcellona, Psg, Man. United e LA Galaxy. Con il Milan ha giocato dal 2010 al 2012 ed è tornato nel gennaio 2020: ha vinto lo scudetto 201011 e la Supercoppa 2011. Con l’Inter 3 scudetti (2006-07, 2007-08, 2008-09) e 2 Supercoppe (2006 e 2008)
LAPRESSE Trascinato­re Doppia vita con il Milan Zlatan Ibrahimovi­c, 39 anni, ha vestito le maglie di Malmoe, Ajax, Juve, Inter, Barcellona, Psg, Man. United e LA Galaxy. Con il Milan ha giocato dal 2010 al 2012 ed è tornato nel gennaio 2020: ha vinto lo scudetto 201011 e la Supercoppa 2011. Con l’Inter 3 scudetti (2006-07, 2007-08, 2008-09) e 2 Supercoppe (2006 e 2008)
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