Ombre sui Giochi
«TOKYO? TUTTO PUÒ SUCCEDERE» IL VACCINO PER BATTERE I DUBBI
L’allarme
Sistema sanitario in difficoltà: si allarga lo stato di emergenza
La scadenza
Una decisione entro il 25 marzo? Si spera nella profilassi
«Siamo lontani da qualsiasi certezza, tutto può succedere: serve un piano alternativo». Le parole pronunciate giovedì da Taro Kono, ministro delle riforme amministrative del governo giapponese, hanno avuto l’effetto di una coltellata. Per la prima volta un rappresentante delle istituzioni nipponiche ha ammesso che lo svolgimento dell’Olimpiade di Tokyo (23 luglio-8 agosto) e quindi della Paralimpiade (24 agosto-5 settembre) è di nuovo a rischio. Adesso i dubbi, che da qualche giorno circolavano insistenti, sono... ufficiali: la pandemia di Covid-19 potrebbe avere il sopravvento. Sia chiaro: comitato organizzatore, enti locali e Cio continuano a ostentare ottimismo. Ieri il premier Yoshihide Suga ha espresso il desiderio di incontrare il leader nordcoreano Kim Jong-un proprio durante i Giochi. E Yoshiro Mori, che di Tokyo 2020 è il presidente, non più tardi di 24 ore prima, aveva dichiarato che entro la fine di marzo si deciderà, semmai, se sarà possibile ammettere pubblico negli stadi.
Gli scenari
Ma, per tanti motivi, soprattutto di carattere economico, impraticabile la strada di un ulteriore rinvio, torna di attualità la data del 25 marzo quale possibile limite entro il quale decidere per un’eventuale cancellazione. È il giorno della prevista partenza del viaggio della fiaccola, sostanzialmente lo stesso di quando lo scorso anno venne dichiarato il posticipo (24 marzo). Il fatto è che la situazione di contenimento del virus, pur se su livelli ben inferiori a quelli europei (anche perché si effettuano molti meno tamponi), va peggiorando. Lo stato di emergenza la scorsa settimana proclamato per quattro prefetture (Tokyo, Chiba, Kanagawa e Saitama), ora ne coinvolge undici (su 47). Con misure per la verità poco restrittive, ma come imposto solo nell’aprile-maggio scorso, sarà in vigore almeno fino al 7 febbraio. I confini nazionali, da alcuni giorni e fino a fine mese, sono stati chiusi anche ai lavoratori di dieci Paesi (Cina inclusa) per i quali erano rimasti aperti. Come lo saranno agli atleti stranieri che intendevano allenarsi in loco. I positivi, in crescita per la quindicesima settimana consecutiva, restano su soglie-record per il Giappone(ieri a Tokyo sono stati 2001, dopo i 2447 di giovedì 7) e il sistema sanitario è vicino al collasso. I campionati di baseball, calcio e rugby, la cui partenza, prevista per oggi, slitta di cinque settimane dopo 62 casi di positività su sei squadre, navigano a vista. E i sondaggi indicano che meno del 20% della popolazione è favorevole all’effettuazione della rassegna.
I calendari
Un’ipotesi riferisce di un taglio delle 339 gare in programma e, addirittura, del numero di Paesi partecipanti. Ma è tutta da verificare, soprattutto nelle modalità. Intanto, però, il calendario delle qualificazioni resta in alto mare. Nei giorni scorsi, per esempio, erano stati cancellati gli Europei di tiro a segno a 10 metri previsti a Lohja, in Finlandia, dal 26 febbraio all’8 marzo, manifestazione che appunto avrebbe assegnato pass a cinque cerchi: solo ieri sono stati inglobati a quelli a fuoco (25-50 metri) di Osijek,in Croazia, dal 23 maggio al 6 giugno. Idem per il torneo Concacaf, la federazione calcio del Nord e Centro America
e dei Caraibi: con due posti in palio, si svolgerà a Guadalajara, in Messico, dal 18 al 30 marzo.
Il vaccino
Intanto l’eco dell’affermazione della scorsa settimana di Dick Pound, il più anziano membro del Cio, non s’è spenta: il dirigente canadese, pur esprimendo un parere personale, ha sostenuto che, affinché l’Olimpiade si disputi, il vaccino deve diventare una priorità per coloro che vogliono prendervi parte. È cio a cui fa affidamento tutto il mondo sportivo. Anche quello italiano. Il Coni continua ad avere fiducia nello svol
gimento dei Giochi e sposa le posizioni espresse dal Cio e dagli organizzatori. C’è ancora tempo. E poi si crede nell’efficacia dei vaccini per gli atleti, che arriveranno dopo le fasce protette e che in primavera (quindi in tempi utili) potranno sì essere riservati agli azzurri in lizza. In ogni caso - pur partendo da una sorta di decalogo già emanato - dagli eventuali periodi di quarantena da osservare, alle enormi precauzioni da adottare, le incognite restano numerose.