Mandzukic prepara già l’intesa «Io e Ibra saremo due animali»
preferisse all’italiano anche a Torino. I test atletici promettono bene, la resa sul campo pure meglio: chi ha osservato le primissime ore di lavoro del nuovo 9 milanista – tecnica, corsa, tiri in porta – giura che in rossonero è sbarcato un calciatore fisicamente tirato a lucido: «Ultimamente ho lavorato duro per meritare la chiamata del Milan – ha raccontato MM in una intervista ai canali tematici del club –. Chi mi conosce sa quanto mi sia allenato per tornare a giocare in una grande squadra, per lottare e vincere trofei. Io sono pronto, il Milan non si deve preoccupare». E i fatti vanno oltre le frasi a effetto, perché le sensazioni di Mandzukic sono le stesse di chi lo ha visto all’opera: Mario è pronto a dare il suo contributo fin da subito e ci sono buone probabilità che possa già succedere in vista degli ultimi 90 minuti del girone di andata, sabato a San Siro contro l’Atalanta. Con Rebic ancora costretto all’isolamento per la positività al coronavirus, Pioli avrà bisogno di alternative a Ibra e Leao lì davanti: MM potrebbe accomodarsi all’inizio in panchina, e magari entrare in corsa, come è già suc
Il croato sfida il tabù della maglia numero 9 del Milan e oggi si allenerà per la prima volta con lo svedese: «Abbiamo la stessa fame, faremo bene»
cesso a Meité a Cagliari.
Doppia veste
Sul campo, capiterà di vederlo da vice Zlatan o insieme a lui, anche se il diretto interessato parla già da partner: «Seguo Ibrahimovic fin da quando ero giovanissimo – le parole di Mandzukic –. Sono felice di giocare nella sua stessa squadra, siamo entrambi affamati di vittorie. Penso che insieme faremo molto bene». Anche Pioli ha spiegato di non volere attaccare bollini addosso al suo nuovo bomber e di voler valutare in base a quello che emergerà in allenamento: «Quello che conta non è la quantità dei minuti, ma la qualità». L’unica certezza da cui il tecnico non intende derogare, si sa, è il 4-23-1 che in un anno ha portato equilibrio, gioco e soprattutto successi. Mandzukic non farà fatica a trovare il suo posto al sole. Da centravanti – ruolo ricoperto praticamente per tutta la carriera, dai tempi di Bayern e Atletico fino alla Juve e ovviamente in nazionale – è una garanzia; da esterno sinistro nel trio alle spalle di Ibra è un’opzione altrettanto valida. Allegri si innamorò di lui anche per questo: nel 2017, il trasloco di
Mario dal centro dell’area alla fascia fu una mossa azzeccatissima che fruttò uno scudetto, una Coppa Italia e una finale di Champions persa nonostante un gol spettacolare confezionato proprio dal jolly con la faccia da cattivo. Mandzukic, mai un accenno di polemica, aveva cambiato ruolo per far posto a un altro centravanti, quel Gonzalo Higuain che dal Milan è passato due stagioni fa senza fortuna.
La prova del 9
Il Pipita si è iscritto suo malgrado alla lista dei numeri 9 che hanno deluso in rossonero: da Pato fino a Piatek, passando per Torres e André Silva, chiunque abbia indossato quella maglia dopo Pippo Inzaghi ha fatto flop. Mandzukic non ha avuto dubbi e ha accettato la sfida: del resto, con il 9 addosso a Monaco ha collezionato trofei di ogni tipo, inclusi una Champions e un Mondiale per club. Il resto lo ha sistemato in bacheca con il numero 17 sulle spalle. Non parlategli di scaramanzia, non è il suo caso.