La Gazzetta dello Sport

Allarme sui vaccini Modifiche al piano per i ritardi di Pfizer Le Regioni in pressing

Ue avverte: dosi al 70% di adulti entro l’estate Pronta l’azione legale contro l’azienda Usa Scende il tasso di positività, 677 le vittime

- di Pierluigi Spagnolo

Prima il taglio, poi il ritardo nella consegna delle dosi di vaccino Pfizer-Biontech (per «assestamen­to della produzione», spiegano dall’Ema). Questo ha subito spinto Regioni e governo a rivedere il piano vaccinale iniziato tre settimane fa. La soluzione, emersa ieri durante una riunione, sarà improntata alla “solidariet­à regionale”: si rivedrà la distribuzi­one, rimoduland­o le dosi consegnate in modo che nessun territorio resti senza, e possa procedere con i richiami. Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha anche annunciato «azioni legali concordate» nei confronti di Pfizer, proprio «per il taglio e il ritardo sui vaccini». Intanto, il numero di dosi somministr­ate ieri sera ha superato quota 1 milione e 210 mila (per 7 mila è stata la seconda dose), ma Pfizer continua a non garantire le dosi promesse. «Il ritardo è molto preoccupan­te. L’obiettivo è riuscire a marzo a vaccinare tutti gli ultra-ottantenni», ha detto il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini. E intanto l’Ue chiede «agli Stati membri di vaccinare l’80% degli operatori sanitari e gli ultra-ottantenni entro marzo, e il 70% degli adulti entro l’estate», precisa il vicepresid­ente della Commission­e Ue, Margaritis Schinas. Preoccupan­o le diverse varianti del virus, ma l’Ue chiede di non bloccare i voli tra gli Stati. Intanto, la Lombardia ha depositato il ricorso al Tar contro la classifica­zione in “zona rossa”, chiedendo di usare dati più aggiornati. Nelle ultime ore ha fatto discutere la proposta dell’assessore al Welfare della Lombardia, Letizia Moratti: distribuir­e il vaccino tra le

Regioni in base ad alcuni criteri: densità abitativa, contagi e anche quello del Pil. La pioggia di critiche ha spinto l’assessore a rivedere la lettera al commissari­o Arcuri, facendo sparire il riferiment­o al Pil. «È un’ipotesi contraria alla civiltà», il commento di Boccia.

Questione-scuola

Le scuole superiori sono ripartite in presenza (al 50%, per arrivare al 75%) in quasi metà del Paese (la Liguria ora ipotizza da lunedì), tra le polemiche. Le Regioni chiedono di incontrare d’urgenza il governo per cercare di risolvere un’incertezza che, fanno notare, «va a discapito di studenti, genitori e di chi nella scuola lavora». Ma ieri al Senato il premier Giuseppe Conte ha ribadito che «l’obiettivo è la didattica in presenza». Quello della scuola non è l’unico tema da chiarire nell’ultimo Dpcm. Sulle seconde case arriva una nuova precisazio­ne: possono essere raggiunte da un’altra regione, purché si tratti di un’abitazione di proprietà o in affitto; resta invece il divieto se il proprietar­io è un parente. Ieri 10.497 nuovi positivi, con 254.070 tamponi (il dato comprende anche i test rapidi antigenici). Il tasso di positività cala al 4,1% (dal 5,5%). In aumento i decessi, 603 (lunedì erano 377). Tornano a calare i ricoveri: le terapie intensive sono 57 in meno (ieri +41), con 176 ingressi, mentre i ricoveri ordinari calano di 185 (ieri +127), 22.699. Situazione ben peggiore in altri Paese: in Germania, per esempio, il lockdown proseguirà almeno fino al 14 febbraio, in Israele fino al 31 gennaio.

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Campagna Iniezioni di vaccino preparate in una Rsa di Roma
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