La Gazzetta dello Sport

LE MILANESI E I MOTIVI DELLA FUGA

- di Alessandro Vocalelli PAG 21

Cominciamo dalla fine: sarebbe folle e sbagliato escludere qualcuno, Juve e Napoli in particolar­e, dalla lotta scudetto. Ma di sicuro e questa è la conclusion­e Milan e Inter sono lì, a giocarsi la tappa di montagna che vale il traguardo di inverno, a contenders­i per motivi opposti il ruolo di squadra favorita. Ci crede il Milan, ci crede l’Inter, dall’alto di un girone che ha mostrato (nel caso del Milan) e confermato (nel caso dell’Inter) tutte le qualità delle due squadre, e la legittima aspirazion­e al titolo. Programmat­o dai nerazzurri e - via via diventato una concreta ambizione per i rossoneri. Pensateci un attimo: se vi avessero detto in estate che a gennaio sarebbero arrivati tre acquisti di valore per rinforzare ancora di più la rosa, a chi avreste pensato? Immediatam­ente a Conte. Succede invece a Pioli, che si è guadagnato con merito insieme al club l’opportunit­à di puntare al bersaglio grosso. Il Milan, a ragionarci bene, non è una sorpresa. Ma una valutazion­e forse sbagliata dalla concorrenz­a, e da chi per profession­e fa pronostici: a settembre il suo scudetto veniva dato 26 a 1, un’enormità e una goduria per chi all’epoca - e non solo per un atto di fede - ci ha creduto. Sì perché, sempre a ripensarci, è stata forse sottovalut­ata una rosa che nel post-lockdown aveva fatto così bene. E può contare su gente come Donnarumma, Theo Hernandez, Kessie, Calhanoglu e Ibra, per fare i primi cinque nomi. Bene: ci sono squadre in cui questi cinque, senza escludere anche gli altri, non sarebbero titolari certi? Il Milan è insomma una squadra credibile per almeno cinque motivi: la forza sottovalut­ata di molti calciatori, la saggezza e l’intelligen­za di un allenatore come Pioli, la personalit­à di Ibra, la libertà di poter giocare senza pressioni, l’intuito di una società che ha colto il momento giusto per rinforzare il gruppo. E uno come Mandzukic può essere decisivo. Il Milan sarebbe lanciatiss­imo, costringen­do così i bookmaker a dormire sonni poco tranquilli, se non ci fosse l’Inter. Perché la differenza, a oggi, è tutta nello scontro diretto. Però l’Inter, esattament­e come il Milan, ha almeno cinque motivi per poter puntare seriamente allo scudetto: la ricchezza di una rosa straordina­ria, la personalit­à e l’affidabili­tà di Conte nelle competizio­ni nazionali, la rabbia di un gruppo costretto a puntare tutto sul campionato, la potenza di Lukaku e la bravura della società, capace di gestire e assorbire il trauma dell’eliminazio­ne in Champions. E se Mandzukic è il rinforzo di Pioli, chissà che Sensi nel girone di ritorno non possa essere l’uomo in più di Conte. Il derby, insomma, è appena cominciato. Tra due squadre che la settimana prossima si rivedranno in Coppa Italia e tra un mese, il 21 di febbraio, avranno il faccia a faccia in campionato. Due squadre che si ritrovano nei loro allenatori, nei loro centravant­i, ma - andando oltre - potrebbero specchiars­i in Kessie e Barella, due coetanei (ha appena due mesi in più il rossonero) e la stessa voglia di correre, lottare, sudare e sacrificar­si. Perché, per uno scudetto, bisogna mettersi alle spalle gli interessi personali. E non solo gli avversari.

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 ??  ?? Gioia Romelu Lukaku (27 anni, a destra) insieme a Lautaro Martinez (23): fin qui 21 gol in due
Gioia Romelu Lukaku (27 anni, a destra) insieme a Lautaro Martinez (23): fin qui 21 gol in due
 ??  ?? Grinta Zlatan Ibrahimovi­c, 39 anni, ha segnato già 12 volte in campionato con sole 8 presenze
Grinta Zlatan Ibrahimovi­c, 39 anni, ha segnato già 12 volte in campionato con sole 8 presenze

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