Nel suo primo giorno al Toro subito grinta, ritmo e tattica
Il tecnico spesso ha interrotto la seduta per dare indicazioni Ripartirà dal 3-5-2, ma non disdegna la difesa a quattro
Il contratto Oggi la presentazione: firma per 6 mesi rinnovabili
Eccolo là Davide Nicola, al centro della scena, cioè sul terreno del campo grande del Filadelfia. Sono passate da qualche minuto le dieci, l’ora scelta (non a caso, evidentemente) dal club granata per dare l’annuncio ufficiale sul proprio sito: il Toro è nelle mani (e nella testa) di un suo ex giocatore. Che nell’ultima partita in maglia granata, giugno 2006, entrò nella gloriosa storia della squadra tifata da bambino realizzando il gol del ritorno in Serie A. Adesso, a quindici anni di distanza, questa Serie A deve difenderla da allenatore. Un incarico a lungo sognato in passato e perciò accettato con gioia umana e soddisfazione professionale. Un compito non facile da assolvere ma nemmeno proibitivo per lui che ha saputo realizzare nel recente passato due imprese sportive che sembravano proibitive.
Le due gemme
La prima, nel 2017, a Crotone, salvezza centrata all’ultima partita (3-1 sulla Lazio) dopo un formidabile girone di ritorno da 25 punti, 20 dei quali ottenuti tra aprile e maggio. La seconda al Genoa, l’anno scorso. Vi approda dopo Natale trovando la squadra ultima con 11 punti. Il 5 gennaio, debutta battendo il Sassuolo e quindi salendo a quota 14 alla diciottesima: in pratica la stessa classifica attuale del Toro. Beh anche quel Genoa si è salvato all’ultima partita battendo 3-0 il Verona. I punti raccolti da Nicola furono 28, con 8 vittorie, 4 pareggi e 9 sconfitte. Se ottenesse lo stesso score con questo Toro, chiuderebbe il torneo a 41 punti. Ma nel contratto valido sino al 30 giugno firmato ieri c’è una clausola che lo rinnoverà automaticamente al raggiungimento di un determinato obbiettivo. Cioè un girone di ritorno «importante», per intenderci: vuol dire che Nicola crede nella bontà del gruppo che ha a disposizione. Una rosa che il mercato invernale può naturalmente migliorare: la società si è messa al lavoro sulle indicazioni ricevute appunto dal suo nuovo allenatore. Che a sua volta si è tuffato nel lavoro con la grinta che aveva da giocatore. Ma pure con il «cervello» e l’esperienza delle precedenti esperienze. Nicola è sì un tecnico di temperamento, di polso, ma all’esame per il patentino di prima categoria Uefa prese il massimo dei voti: 110/110.
Non solo tackle
Quindi alle entrate in tackle, indispensabili quando si gioca per la salvezza, sa unire la ricerca di un calcio verticale, rapido nel pensiero e intenso nei ritmi, su base 3-5-2, non vincolante. Nel senso che al Genoa ha giocato alcune partite con la difesa a quattro. Insomma, sotto questo profilo, non ci saranno rivoluzioni, i moduli sono gli stessi adottati da Giampaolo. Nel suo primo allenamento, Nicola ha comunque dedicato attenzione e consigli proprio alla tattica e alla tecnica di gioco, catechizzando spesso i suoi calciatori. Per Benevento non è ragionevole attendersi stravolgimenti.
Nkoulou ha alzato bandiera bianca causa risentimento muscolare (fastidio da cui è invece guarito il giovane Bonazzoli). Questa defezione rafforza la posizione di Lyanco quale regista arretrato, ai suoi fianchi agiranno Izzo e Bremer. In mezzo al campo c’è una pedina in più, Baselli, un recupero importante che al momento rappresenta però un’incognita sul piano atletico e psicologico, essendo lontano dall’agonismo dal 29 febbraio scorso. E allora invece di un Linetty sempre utilizzato da Giampaolo potrebbe essere confermato il giovane Segre, nel ruolo di mezzala perché al centro ci sarà Rincon, reduce dalla squalifica. Un altro veterano pone la sua forte candidatura per la corsia mancina. Si tratta di Cristian Ansaldi, l’unico granata capace di insidiare la porta dello Spezia con quel diagonale sul palo.
Scuotere le menti
Come partner di Belotti testa a testa tra Verdi e Zaza. Oggi magari si capirà qualcosa di più, e domani qualche altra indicazione potrebbe darla direttamente Nicola, che verrà presentato alla stampa e in diretta tv su Torino Channel. Al di là delle scelte, una cosa è apparsa subito chiara ieri al Filadelfia: il tecnico sta facendo ricorso a una terapia d’urto tendente a scuotere le menti prima dei tacchetti. La squadra non può essere quella paurosa e inespressiva dello Spezia: il braccino va lasciato ai giovani tennisti impegnati nel loro primo torneo.