La Gazzetta dello Sport

Sarri e Allegri i top più ambiti ma serve un progetto ambizioso

Gli ex Juve d’attualità per la succession­e di Fonseca alla Roma Maurizio ha ancora un biennale con i bianconeri, Max è libero

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oro sì che sanno come si vince. Max Allegri e Maurizio Sarri hanno maturato una carriera straordina­ria e ora è naturale che siano sulla bocca di tutti. Appena scoppia una crisi i loro nomi tornano d’attualità. Ora è la volta della Roma e, guarda caso, tutti e due entrano nella short list dei candidati alla succession­e di Fonseca. Avverrà tutto in tempi brevi? Forse no. Dobbiamo abituarci, allora, all’idea di un tormentone? Più probabile. Non a caso di Allegri e Sarri in gialloross­o si era parlato già all’inizio di questa stagione, quando le prime ombre erano scese sulla panchina del tecnico portoghese. Allora c’era ancora la gestione Pallotta, ma anche con Friedkin la musica non sembra cambiare. Visto dalla prospettiv­a juventina questo dualismo in salsa romana è davvero singolare. A

LTorino la scelta dell’allenatore giochista è maturata in contrappos­izione a quella del pragmatico livornese. Invece, adesso, queste differenze (sostanzial­i) appaiono sbiadite. In ogni caso è fatale che per la prossima estate le loro candidatur­e resistano. Per la Roma, e non solo.

Soldi e programmi

Intanto c’è uno scoglio economico per chi vuole metterli sotto contratto. Se Allegri è ormai libero da un anno dalla Juve, altrettant­o non può dire di Sarri, che da mesi sta dialogando (a vuoto) per risolvere un contratto che lo lega sino al 2023 con la società bianconera. Così, chi vuol parlare con loro, deve fare i conti anche con questi aspetti. Allegri non appare intenziona­to a scendere sotto quota 7 milioni (il suo ultimo ingaggio), semmai punta ad alzare l’asticella. Invece Sarri vanta un contratto pluriennal­e superiore ai 6 milioni di euro: difficile che faccia marcia indietro. E comunque non vuol lasciare un euro alla famiglia Agnelli. E poi c’è il tema dei programmi: chi può assicurare ad entrambi un progetto ambizioso? Massimilia­no Allegri sinora ha fatto spallucce a parecchie opportunit­à. Ultima, in ordine di tempo, quella del Psg. Ma dove vuole andare? Da mesi si sussurra di un suo feeling con l’Inter. È un discorso da tenere sempre a mente. Anche se è presto per indicare delle direzioni esatte. Allo stesso modo a Napoli c’è chi soffre di nostalgia per Sarri, e mette in relazione il suo clamoroso ritorno alle incertezze sul rinnovo di Rino Gattuso. Anche questa è una strada ancora impervia, ma da non escludere del tutto.

Futuro

Il questo libro ci sono tante pagine ancora da leggere. A fine gennaio è difficile che un allenatore di grido accetti un incarico in corsa. Tanto più ora che il mercato (inesistent­e) ormai volge al termine. Logico credere, dunque, che i nostri due eroi facciano melina, preferendo sfruttare le opportunit­à all’orizzonte. Per la prossima stagione vanno messi in preventivo dei cambiament­i importanti, soprattutt­o tra i club di vertice della Serie A. In realtà Max sta studiando da tempo l’inglese per prepararsi ad un’importante esperienza all’estero. Il suo radar è su tutta l’Europa. Sarri questo passo lo ha già fatto (con successo) al Chelsea, e la sua fama internazio­nale potrebbe offrirgli nuove chiamate.

Due ideologie

Nel mezzo c’è il loro stato d’animo. Ad Allegri l’anno sabbatico (18 mesi, in realtà) ha fatto bene, gli ha permesso anche di leggere con più attenzione la crescita (o meno) dei suoi possibili pretendent­i. Chi lo conosce sostiene che non ha assolutame­nte fretta, puntando a cogliere il frutto più prelibato. Visto da lontano anche Sarri appare imperturba­bile, convinto di essere l’uomo giusto per tante situazioni. La differenza tra i due, ad ogni modo, resta sostanzial­e. Chi vuole affidarsi al credo di Maurizio punta inevitabil­mente sulla peculiarit­à dei suoi ingranaggi. E sulla coralità dei suoi interpreti. Al contrario, Max è l’uomo del buonsenso, con la gestione dei talenti applicata ai risultati. È il solito dilemma del nostro calcio che vive di tante contrappos­izioni “ideologich­e”. Però, alla resa dei conti, il conteggio degli scudetti non concede dubbi. L’unico in attività ad aver trionfato in Serie A è Antonio Conte (3), tutti gli altri sono a quota zero. Perciò è davvero strano che il campione in carica (Sarri) sia ai box, ma soprattutt­o che sia in cerca di una nuova casa quell’Allegri che di campionato ne ha vinti ben 6. Di cui 5 consecutiv­i, ovvio.

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Arezzo
Verona
Perugia
Il record di anzianità
Maurizio Sarri, 62 anni, è l’allenatore più anziano ad aver vinto uno scudetto in Serie A
Il primato italiano Massimilia­no Allegri, 53 anni, è l’unico tecnico nella storia del calcio italiano ad aver vinto cinque scudetti di fila
Sassuolo
Cagliari
GETTY IMAGES ANSA Pescara Arezzo Verona Perugia Il record di anzianità Maurizio Sarri, 62 anni, è l’allenatore più anziano ad aver vinto uno scudetto in Serie A Il primato italiano Massimilia­no Allegri, 53 anni, è l’unico tecnico nella storia del calcio italiano ad aver vinto cinque scudetti di fila Sassuolo Cagliari
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