LA LEGGE DI CONTE
È L’INTER MIGLIORE DELL’ULTIMO DECENNIO
Il gap con la Juve è stato ribaltato Dalla mentalità al gioco ha corretto i difetti della squadra nerazzurra
IL CLUB DEI MAESTRI ADESSO È NELLA SCIA DEI GRANDI SCUDETTATI COME IL MAGO E MOU servizi sull’Inter di Conticello e D’Angelo
Ribaltate le gerarchie: ora è lui a guardare dall’alto la Juve Dalla mentalità al gioco, ha corretto i difetti della squadra
Come una creatura mitologica, è finalmente emersa dalla acque. Giusto prima di girare la boa è definitivamente nata l’Inter di Conte. Quella che Antonio aveva sempre desiderato, sfiorato, ma mai davvero trovato. Una squadra offensiva senza smarrire equilibrio, difensiva senza dichiararsi arrendevole: in una parola, “vincente”. Così ha ribaltato un antico rapporto di forze che sembrava impresso nella pietra: il tecnico nerazzurro ha completato un inseguimento decennale e messo la freccia sulla “sua” Juve. Mai l’Inter negli ultimi due lustri aveva chiuso il girone d’andata davanti alla tiranna. Domenica sera, battendo Pirlo in una maniera più netta di quanto dica il 2-0, Conte ha cancellato due tabù in un colpo solo: lui stesso si è preso una maxi-rivincita contro la vecchia innamorata che sempre lo aveva sconfitto e, nello stesso momento, ha permesso all’Inter di guardare i bianconeri dall’alto a metà percorso. Era una sensazione ormai dimenticata alla Pinetina: non succedeva dal’anno post-Triplete, quando i bianconeri poi chiusero settimi. Al di là del possibile aggancio a Ibra domani in vetta, Antonio Conte ha comunque riscritto la storia recente del torneo. Nel 2013-14, ultima stagione prima di sbattere la porta a Vinovo, il Conte bianconero chiudeva il girone di andata a 56 punti (a fine stagione avrebbe centrato la vertigine record di 102) e l’Inter di Mazzarri annaspava 20 lunghezze indietro. È la distanza più grande del decennio, ripetuta l’anno successivo anche da Max Allegri, suo successore a Torino: girò la boa a 46, mentre l’Inter di Mancini era a 26. A rileggere sembra un’altra era geologica.
Aggancio e sorpasso
Conte usa spesso quelle tre lettere, g-a-p, come una clava: a ogni occasione ribadisce che il “gap” con la Juve (e non solo) non è stato accorciato, eppure la realtà e i numeri raccontano l’opposto. L’aggancio e il sorpasso sono certificati: l’anno scorso, appena arrivato all’Inter, alla 19esima il tecnico nerazzurro era secondo a -2 dai bianconeri, mentre stavolta ha là testa avanti di 6 punti. Semmai, c’è da inseguire i cugini perché il titolo di campione di inverno è un affare tutto milanese. Al di là della classifica, però, resta l’immagina di un Inter definitivamente “contiana”, a immagine e somiglianza del suo allenatore. Il match contro la Juve è la conferma della quadra definitiva perché il tecnico ha finalmente corretto alcuni problemi che, a giorni alterni, erano sempre emersi. Anche negli anni scorsi l’Inter pareva sempre una bozza di squadra, magari bellina, ma pur sempre una bozza da cestinare a gennaio. Ora Conte, proprio nel mese più difficile, ha corretto la bozza e la squadra è pronta per la stampa finale.
Nuovo equilibrio
Ormai la crisi societaria è alla luce del sole: si aspetta di capire cosa ne sarà del pacchetto azionario dell’Inter, mentre si agitano potentissimi fondi (le opera
zioni di alcuni tifosi vip per entrare nel capitale del club restano, invece, simboliche). Ma proprio in questa tormenta, Conte è riuscito a esaltarsi mettendosi con la squadra dentro alla stessa trincea. E il gruppo ne è uscito maturato, rafforzato: se finora gli scontri diretti (vedi Milan e Real) erano stati un grosso problema, la vittoria con la Juve ha confermato il superamento di ogni complesso di inferiorità. È uno scatto mentale evidente perché non c’è mai stata un’Inter così in quest’ultimo decennio a tinte bianconere: i nerazzurri 2020-21 hanno, ad esempio, il record di gol segnati a questo punto della stagione (45). E dal 2011-12 mai avevano avuto una percentuale realizzativa così alta (15,9%). Come dire, la squadra sa colpire molto più di prima. E nonostante siano troppi quei 23 gol incassati, altri dati confermano una complessiva solidità dietro: la squadra ha ormai ridotto al minimo i tiri subiti, 182 totali. Conte ha dato la scossa ad alcuni giocatori che sembravano fuori dal progetto, vedi Brozovic e Skriniar, e ha elevato il livello di potenziali fuoriclasse, come Hakimi e la Lu-La. Ora chiede un aiutino all’Atalanta per girare il girone in testa, ma questa Inter guarda oltre la boa: mai come stavolta la legge di Conte vale per il titolo.