INTER CHE MUSICA
Lukaku dopo 32” apre la strada, niente rischi, tanti tiri e in gol vanno anche Darmian e Sanchez Un’orchestra che le suona a tutti
L’Inter si vede bella e concreta, e pazienza se il Milan non si stacca ulteriormente come la Juventus, adesso distante 10 punti. Non si può avere tutto. Quando i rossoneri riescono ad evitare la maxi fuga passando all’Olimpico, l’Inter ha già la testa sull’impegno di giovedì con il Parma, perché si dice sempre così: dopo una partita si pensa subito all’altra. E non certo i pensieri del pomeriggio a intasare la serata nerazzurra. Battere il Genoa è stato un tranquillo sfoggio di continuità, non un lavoro arruffato. Continuità significa che questa è la quinta vittoria consecutiva e la nona interna di fila. Tranquillità vuol dire che l’Inter mantiene la tensione, intesa come ricerca della vittoria, anche dopo il pieno del derby. Non si sistema svogliata sulla mini fuga ma la sostiene, se ne nutre per far crescere ancor più la consapevolezza.
I motivi
Segnare dopo 32 secondi è il riassunto migliore delle intenzioni di una capolista. E se un’azione può rappresentare tutta una partita, eccola: recupero palla di un difensore (Bastoni), verticalizzazione di un centrocampista (Barella), scambio fra le punte (la LuLa), volata robusta e conclusione precisa del migliore in campo, Romelu Lukaku. La sicurezza da leader si vede anche dopo oltre un’ora, quando non riesce a raddoppiare prima dell’intervallo nonostante tante opportunità; però non rischia mai e anche se non prende più alla gola il Genoa, porta a una naturale differenza il risultato. D’accordo, il Genoa ha tanti senatori in panchina, mercoledì c’è il derby e Davide Ballardini sembra prendere precauzioni per non arrivare con una truperano pa squinternata. Però ci sono molti dubbi sul fatto che con tutti i titolari sarebbe finita in altra maniera. Intanto è la sesta vittoria consecutiva dell’Inter sui rossoblù, senza mai concedere gol. Cambiano i volti, ma la differenza è ovviamente enorme. Poi i nerazzurri hanno una superiorità evidente in qualsiasi reparto e con qualsiasi ritmo, quello iniziale sostenuto e quello più tenue della ripresa. Le occasioni sono 12-1, i tiri in porta 14-2, le tre reti rinforzano la cifra del miglior attacco del campionato, adesso a quota 60 in 24 gare. E la metà più uno sono di Lukaku (18) e Martinez (13).
I protagonisti
Dieci delle ultime 14 reti sono state firmate dalla coppia, ma ci sono anche altri personaggi che scrivono tante piccole storie nel racconto di una giornata felice per Conte. Tipo Matteo Darmian, che sostituisce Hakimi e quando entra in area senza trasformare due chance, sembra un’imitazione meno concreta del marocchino. Invece il terzo tentativo porta al raddoppio l’Inter, e lui diventa il 13° marcatore diverso in campionato. Poi Sanchez che appena entrato subito infila il tris è un’ altra prova che non ci sono musi lunghi in questo momento. Ma sono anche i rumori a descrivere la pericolosità dei protagonisti: Barellaaaa viene gridato con tutti gli accenti, da
Perin, da Zapata, da altri. Significa: fermatelo, marcatelo, però è inutile; soprattutto nella prima parte l’azzurro crea superiorità, occasioni, entra negli scambi spesso riusciti al limite, c’è anche una traversa tutta sua. Altri suoni rivelatori: i colpi di petto di Lukaku rimbombano fino al terzo anello, rappresentano i momenti in cui il colosso mette palla a terra, la ferma, la offre per i compagni entranti. Nelle sue fughe verso la porta, con la verticalizzazione svelta e precisa simbolo dell’Inter attuale, il trambusto invece deriva dalle ricorse inutili degli avversari. In tutti i gol c’è sempre l’impronta di Romelu. La concentrazione del trio difensivo e la linearità di
Brozovic e Eriksen, abili a scambiarsi i compiti per evitare le aggressioni, completano il quadro. Il danese ora sembra che sia titolare da un vita.
Genoa preoccupato
Il Genoa difende a cinque, basso e preoccupato, dovrebbe coprire i corridoi, ma tutto l’impianto salta subito. Alcuni elementi vanno bene se sono coperti e in linea, non nell’uno contro uno con parecchio campo. La lentezza a questo punto esce impietosa. Ballardini aveva perso soltanto una volta nelle sue dieci partite che hanno rianimato il Genoa, ma da salvare c’è soltanto Perin che ha evitato una figura peggiore.
Tono diverso
Soltanto un mese fa l’Inter dopo aver battuto la Juve inscenò a Udine la peggior recita dell’inverno, senza gol, con troppo nervosismo e rissa (verbale) alla fine per futili motivi. Ecco, il buon senso è stato ritrovato, da quel giorno Conte ha sempre vinto in campionato, sono saliti i toni sul campo, tecnici e agonistici, non quelli nel tunnel degli spogliatoi. Se l’Inter grida, è per festeggiare i gol, la fuga in campionato, per godersi lo splendore della classifica. Pensando al Parma, non sia mai. Ma anche allo scudetto.