Conte è la fuga giusta ?
L’INTER ORA HA IL PIANO SCUDETTO «MA LE ANTENNE RESTINO DRITTE...»
Il calendario sorride ai nerazzurri: Atalanta e Napoli uniche trappole fino a metà maggio Il tecnico si avvicina alla meta e si gode un super Lukaku: «Adesso è più cattivo... Dopo l’uscita dalla Champions ci siamo guardati dentro e abbiamo alzato il livello»
L’Inter contiana sa come guardarsi dentro: ha usato «l’introspezione», ora aspetta solo la redenzione. Ha cercato dentro di sé i problemi nel momento più freddo, mesi fa ormai, e adesso che è al calduccio, lassù, può alzare gli occhi: davanti c’è un’autostrada diritta verso la luce. Basta percorrerla a questa velocità per evitare sorprese. I nerazzurri, infatti, si sono messi nella gradevole condizione di bastare a se stessi e adesso possono guardare con tranquillità al calendario: c’è un mini-campionato di quattordici partite prima della gloria, un vantaggio crescente che non permette comunque distrazioni. Il modo feroce con cui i nerazzurri hanno frantumato il Genoa di Ballardini lascia pensare che questo rischio non esista. Eppure Conte dopo il match di San Siro ha voluto essere chiaro sul tema: «Dobbiamo dimostrare che non è il fatto di giocare con una squadra importante a tenerci con le antenne dritte, ma le antenne devono rimanere sempre dritte se vogliamo dare soddisfazioni al popolo nerazzurro».
Lukaku libera tutti
Più passa il tempo e più cresce il sospetto: che questa fuga nerazzurra sia quella decisiva? Più dei numeri, del +4 sul Diavolo e del +10 sulla Signora, contano però le facce. Un mosaico di volti felici nel pomeriggio tiepido di San Siro. Come la faccia da bravo ragazzo di Matteo Darmian, che per una giornata ha fatto l’Hakimi e dalla prossima è pronto ad accomodarsi in panchina senza perdere il sorriso: «Ogni volta che è chiamato in causa risponde sempre alla grande», ha detto di lui Conte. Quella di Sanchez, che sul terzo gol aspettava una gioia dal Var come un bambino il regalo di Natale: «Alexis è diverso rispetto al passato, è nella miglior condizione psicofisica da quando è arrivato», l’aggiunta del tecnico. Ma, soprattutto, conta la faccia di Lukaku, incattivita per stessa ammissione dell’allenatore: «Credo che lo step più importante sia la sua crescita di mentalità e cattiveria perché lui è un buono e sta iniziando ad essere più cattivo nei contrasti, nel parlare in campo, nell’incitare i compagni...». Ghigno cattivo a parte, Romelu proietta la sua ombra sull’Inter. Libera la propria forza smisurata e pure le energie dei compagni. Così in ognuna delle reti alla difesa di Ballardini c’è qualcosina del belga: un tiro di destro dopo il solito strappo, un passaggio intelligente, una girata parata da Perin. Così, dei 60 gol totali dei nerazzurri in stagione, lui da solo ne ha realizzati 18, a cui andrebbero aggiunti pure sei assist. Il totale fa 24, come le giornate giocate finora: in questo campionato avere il belga significa cominciare 1-0. Al momento Cristiano è un golletto davanti, ma il duello per il trono da re dei bomber continuerà a lungo. Eppure, a Romelu sembra non interessare: «Non penso alla classifica cannonieri, io penso all’Inter e l’importante è che l’Inter vinca. Queste vittorie sono segnali ai rivali», ha sentenziato Romelu.
Quattordici gradini
Giovedì contro il Parma, Conte avrà l’occasione di confermare questa buona onda, prima dello scontro diretto contro l’Atalanta del lunedì successivo. A quel punto, fino a metà maggio, all’Inter rimarrà soltanto una big da incrociare, il Napoli ad aprile. Insomma, c’è tempo e spazio per mettere ulteriore fieno in cascina prima delle ultime tre giornate da mal di denti: l’idea dei nerazzurri è allungare ancora un po’ davanti e anestetizzare il rischio delle sfide contro Roma alla terzultima e Juve alla penultima. Il poter allenare per l’intera settimana, senza distrazioni europee, è un vantaggio enorme in chiave scudetto, ma ieri Conte ha ammesso di avere rimpianti: sulla pelle brucia ancora l’addio prematuro alla Champions. Il tecnico ha spiegato che proprio in quei giorni difficili è nata quest’Inter famelica: «La delusione per l’eliminazione immeritata dalla Coppa ci ha portati a fare un’introspezione e a capire che bisognava alzare il livello di tutti per cercare di essere più competitivi. È inevitabile che se oggi fossimo in Champions ce la potremmo giocare». In effetti adesso è tutt’altra Inter, potere dell’introspezione collettiva e
L’eliminazione immeritata in Coppa ci ha reso più competitivi
Inutile perdere energie, non si può influenzare il momento del club
Antonio Conte
All’Inter dal 2019