La Gazzetta dello Sport

CONTE GARANZIA SCUDETTO

- di Andrea Di Caro

Lukaku, 18 gol in campionato e (a destra) Rebic, decisivo all’Olimpico contro la Roma

Se non siamo ancora ai titoli di coda e al «The end», il merito è del Milan capace di rialzare la testa a Roma. Ma se questo campionato non diventerà un thriller da premio Oscar, il finale sembra ugualmente quasi già scritto. L’Inter accelera per andare a prendersi il suo 19° scudetto (sono consentiti dai nerazzurri tutti gli scongiuri possibili e immaginabi­li). Numeri da caterpilla­r: quinta vittoria consecutiv­a in campionato con 15 gol fatti e uno solo subito. Asfaltato anche il Genoa che veniva da 7 risultati utili e dopo 32 secondi ha scoperto l’effetto che fa trovarsi Lukaku che punta in corsa la tua porta. Il risultato finale poteva essere molto più rotondo se Perin non fosse stato il migliore dei suoi. L’Inter, ovviamente, non è solo Lukaku, ma i suoi 18 gol e 6 assist in 24 partite significan­o che i nerazzurri con lui partono in pratica da 1-0. Inutile ripetere quanto già scritto nelle ultime settimane circa la crescita dell’Inter che oggi è la squadra più organizzat­a, solida e a tratti spettacola­re del torneo: 60 gol in 24 gare non si fanno solo con le ripartenze. Antonio Conte si dimostra quasi infallibil­e nei campionati. Arrivasse il titolo, sarebbe il quinto in sette anni con Juve, Chelsea e Inter. È oggi il miglior tecnico possibile per una big. Se hai una rosa forte e la affidi a lui, sai che lo scudetto in un paio di anni arriverà. In questo ricorda Capello. Ora Conte deve «solo» fare una cosa: tenere i suoi giocatori con i piedi per terra, non farli adagiare e proseguire con questa intensità e fame di vittoria. La quadratura del cerchio ormai è stata trovata mancano ancora 14 partite, ma non ci sono Coppe a disturbare il cammino.

La giornata nerazzurra sarebbe stata trionfale se la Roma avesse fermato il Milan. Ci sono andati vicino i gialloross­i, ma le assenze di Smalling, Ibanez e Kumbulla in panchina, reduce da un infortunio, hanno costretto Fonseca a una linea difensiva Mancini-CristanteF­azio che è andata sempre in difficoltà nel primo tempo.

Aggiungiam­oci l’assenza di Dzeko e un Milan ritrovato e per la Roma si è materializ­zata l’ennesima sconfitta con una big: solo 3 punti raccolti su 24 disponibil­i. E davvero da big ha giocato il Milan per più di un’ora sparsa nel corso della gara. Ibra ha cercato a lungo il gol prima di arrendersi a un infortunio. Fosse costretto a uno stop si spegnerebb­ero le polemiche per la sua

partecipaz­ione sanremese. Sarebbe però una amara

consolazio­ne. Quando il Milan gioca così, in modo corale, facendo pressing e mantenendo le distanze, allora è facile pronostica­rla tra le sicure partecipan­ti alla prossima Champions. Lo scudetto non va escluso a priori, ma neanche preteso visti gli obiettivi di partenza. Chi li sta disattende­ndo è la Juve staccata di 10 punti dall’Inter e di 6 dal Milan (la partita da recuperare col Napoli non è scontata...). Perché la Juve, che pure in estate ha arricchito molto la rosa sta soffrendo tanto? Paga qualche precedente errore di mercato (Rabiot e Ramsey), l’assenza di Dybala e l’aver affidato la panchina a chi non ne aveva mai vista una prima. Ingeneroso puntare il dito su Pirlo ribattezza­to «maestro X» (7 pari sono un’enormità per la Juve): non ci si è mica messo da solo in panchina. La stagione juventina è a un bivio: col Porto la vittoria è obbligator­ia. In caso contrario si rischia un fallimento che potrebbe travolgere non solo il tecnico ma anche i vertici societari, visto pure l’ultimo bilancio semestrale. Non si può pretendere vinca sempre la Juve. Ma cominciare a chiedersi se rischia di restare fuori dalla zona Champions, chiarisce quanto la situazione sia ora difficile.

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Martello Antonio Conte, 51 anni, ha vinto tre scudetti con la Juve e uno con il Chelsea

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