COMUNQUE UNA SFIDA DA BRIVIDI
Senza esclusione di colpi, anche oggi: Juve-Inter resta una sfida ad alta tensione, per suo destino non può essere mai banale. Pensate che scherzi fa il calendario: alla penultima di campionato, sarebbe potuta essere lo spareggioscudetto. La prepotente cavalcata nerazzurra, combinata con il tracollo bianconero, ha accelerato il verdetto sul titolo.
Per Ronaldo e compagni, la situazione è precipitata: rischiano l’intera stagione, devono per forza vincere per continuare a lottare per la zona Champions.
Atalanta, Milan e Napoli cercano di mantenere il vantaggio e allo stesso tempo confidano nelle motivazioni ad ampio spettro che saprà darsi l’Inter. La Lazio con il derby si gioca l’ultima chance per restare agganciata al treno per il quarto posto. Nella volata per la coppa più ricca, Pirlo è costretto all’inseguimento, chi l’avrebbe mai immaginato. Alla Juve, finire relegata in Europa League imporrebbe profondi cambiamenti nei programmi societari: le possibili perdite di bilancio di circa 90 milioni, soprattutto in tempi di pandemia, lascerebbero pesanti strascichi. Al di là del futuro del tecnico attuale, sempre più in dissolvenza, si rimetterebbero in discussione gli staff dirigenziali e buona parte dell’organico. Insomma, lo scenario a Torino subirebbe una incisiva trasformazione, non semplici ritocchi. Senza la Champions League, sarebbe tutta un’altra vita: non proprio un ripartire da zero, ma qualcosa di simile.
In teoria, l’Inter allo Stadium avrebbe poco o nulla da perdere. A scudetto conquistato con largo anticipo, Lukaku e compagni si possono concedere scenate e controscenate ad Appiano con tanto di ring e grigliate della pace, scorribande notturne fuori ordinanza. Il clima sembra rilassato. Sembra. Ma oggi c’è da affrontare la Juve, nessuno riesce a far finta che sia una semplice esibizione.
In panchina c’è chi da bambino i primi calci li ha tirati nella Juventina di Lecce, è diventato campione d’Italia, d’Europa e del mondo in bianconero, è stato il tecnico che ha avviato l’ultimo lungo filotto di scudetti della
Signora. Conte si è poi lasciato male con Agnelli, l’ultima litigata in Coppa Italia dimostra che le ruggini ci sono ancora. Alla Juve potrebbe non bastare vincere oggi, un successo dei nerazzurri sarebbe invece una sentenza. E poi vuoi mettere la soddisfazione di battere i campioni degli ultimi nove anni anche nel ritorno? Conte perciò ha avvertito i suoi: non sarebbe soltanto una questione di orgoglio, ci tiene anche al risultato inteso come tre punti. Quindi, altro che passerella. A proposito: se poi la Juve alla fine allestirà il pasillo de
honor, la sfilata per i campioni, comunque finirà la partita, una bella figura riuscirà a farla.