LINGUA, GINOCCHIO, PUGNO JUVE-INTER IN CARNE E OSSA
Il derby d’Italia è un vecchietto di quasi 112 anni con i suoi acciacchi. È nato nel 1909, ha vissuto due guerre mondiali e ultimamente anche la Superlega, rivoluzione e controrivoluzione in due giorni. Negli anni si è caricato di emozioni, pezzi di storia che gli hanno cambiato i connotati. Chi pensa a lui, si ritrova a ricordare un ginocchio di Toldo, un pugno di Montero, la linguaccia di Del Piero. Più che una partita, è calcio in carne e ossa. Facciamogli una radiografia.
Dentro, Lippi e Mou Fuori, doppio Roberto
La testa di Juve-Inter contiene i pensieri dei tanti strateghi che l’hanno animata. Lippi e Mou, due Herrera con nomi diversi, il Trap e Conte che hanno fatto felici entrambe. Quella testa è stata usata anche in campo... e ha fatto male. Bettega e Boninsegna, che condividono l’iniziale del cognome e tutto il nome - Roberto -, si sono costruiti
Dall’esultanza di Del Piero al quasi gol di Toldo: in 112 anni emozioni dalla testa ai piedi. Ringraziando una pipa in bocca
una fama anche con i gol in acrobazia. Il pallottoliere di Juve-Inter dice che sono due dei 13 migliori marcatori della storia di questa partita. Anche loro, come Lippi e Mou, hanno usato la testa.
Alex mostra la lingua Brera... il fumo
La radiografia continua: bocca. E qui, se permettete, è luogo di creativi. Mou può tornare in scena con una citazione dedicata, ovviamente, alla Juve: «Area con venticinque metri ce n’è solo una in Italia». I creativi però sono altri. Gioan Brera, con la classica pipa in bocca, ha parlato di “derby d’Italia” così tante volte da essere considerato il padre della definizione. In realtà, è più corretto dire che è stato l’uomo che l’ha resa famosa. Il primo a definire così Juve-Inter dovrebbe essere stato Emilio Colombo, altro ex direttore della Gazzetta dello Sport. Se le labbra di Juve-Inter sono di Brera, la lingua è tutta di Del Piero. Alex nel febbraio 2006 segnò su punizione all’Inter e, per festeggiare, tirò fuori la lingua. Mai tornato indietro: quell’esultanza è diventato il suo marchio di fabbrica, quasi come il tiro sul secondo palo.
Montero picchia duro Mai come Rava
La radiografia evidenzia fratture: il derby si fa diseducativo perché qui a volte, senza mezzi termini, ci si picchia. L’episodio più famoso è probabilmente il pugno di Montero a Di Biagio, andato in scena in un derby d’Italia del 2000, quando la Juve giocava con una discutibile maglia grigia. Il “Pigna” raccontò di aver portato la sua preda nella macchia mediterranea dell’area, popolata da tanti calciatori, e lì di essersi vendicato di un colpo preso. La Var esisteva al massimo nelle trasmissioni di Biscardi e Montero non venne visto. Detto che un’altra volta Juve e Inter improvvisarono un tutti contro tutti per una gomitata-non-gomitata di Felipe Melo, il re del genere resta Pietro Rava, classe 1916. Ricordo di Carlo Parola su una partita del 1947 in cui esordì Veleno Lorenzi: «Fischio e via, Lorenzi mi fa due gol. Rava non ci vedeva più, quello dopo ogni gol ci prendeva in giro. Io dicevo a Pietro “stai tranquillo”, ma d’improvvisò diventò rosso, mollò un cazzottone a Lorenzi che s’abbassò. Beccò in pieno Quaresima, che rimase steso più di cinque minuti. “Che c’è, le bombe?”, disse quando si riprese».
Destro e sinistro Meazza-Sivori top
Bene pugni e linguaccia, ma la storia di Juve-Inter è scritta coi piedi. Detto che la coscia più famosa è quella di Maicon controllo e gol al volo - e il ginocchio destro di Toldo - quasi gol in mischia -, per i piedi c’è spazio per tutti i gusti. Cristiano e Ronaldo, Platini e Matthäus, Charles e Skoglund. Decidono i numeri: assieme a Boninsegna, i capocannonieri di Juve-Inter sono Meazza e Sivori. In questo Frankenstein con pallone, possono offrire il piede sinistro - Sivori, chiaro - e il destro, con Meazza che dribblava e calciava con due piedi. Una volta il Pepin arrivò alla partita dopo una notte in una casa chiusa: due gol, vittoria e via, a dormire.