Bernal è inquieto «Giovedì è stata tosta eppure lui era lì»
«Ti ha sorpreso il livello che Evenepoel ha mostrato giovedì in salita?». Un’alzata di spalle. Cinque secondi cronometrati di attesa. Sguardo un po’ pensieroso. Poi Egan Bernal risponde così: «Beh, è stato lì… la verità è che... normale, dai». Come interpretare le parole del 24enne colombiano di IneosGrenadiers, ieri mattina alla partenza? Una chiave di lettura potrebbe essere questa: Bernal si aspettava forse di più dalla frazione di due giorni fa, visto anche tutto il lavoro fatto dalla squadra, e non essere riuscito a guadagnare secondi sul belga non deve avergli fatto piacere. Non è la fine del mondo, il re del Tour 2019 può contare su tanta montagna davanti e naturalmente offre maggiori garanzie alla distanza (se i dolori alla schiena non torneranno a farsi sentire). Ma deve stare attento a non lasciare Evenepoel troppo vicino prima dell’ultima tappa, perché i 30,3 km contro il tempo a Milano sorridono al belga, vice-iridato di specialità nel 2019. Il loro duello è una benedizione per il Giro. Bernal, ieri multato di 200 franchi svizzeri (180 euro) per “comportamento sconveniente o fuori luogo” (verosimilmente pipì in pubblico), si è poi speso in complimenti per Filippo Ganna: «È iridato a cronometro, sta facendo un lavoro straordinario. Si è messo a disposizione anche in maglia rosa. Da applausi. Filippo è molto importante per il gruppo. Qui il team è molto forte». In zona mista è passato anche Jonathan Castroviejo, altro uomo chiave per Bernal. Giovedì in salita aveva tirato per circa 4 km con una ruota bucata: «Era l’unica cosa che potessi fare». Sul capitano ha detto: «Gli è tornata la voglia di sentirsi ciclista. Ha recuperato la passione. Già a inizio stagione, tra Strade Bianche e Tirreno-Adriatico, era andato molto forte. Si vede bene ed è ‘mentalizzato’ per vincere il Giro».