La Gazzetta dello Sport

Ma questo Ciccone può davvero giocarsi la maglia rosa?

Il team manager Guercilena: «Giulio va forte, però è da verificare sulla distanza». L’ex dirigente Amadio: «È imprevedib­ile»

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Se lo stanno chiedendo tutti: Giulio Ciccone può sognare in rosa? E se sì, non sta sprecando troppe energie? Il 26enne abruzzese della Trek-Segafredo si mantiene cauto: finora non ha mai corso un grande giro da leader e non ha mai concluso nei primi 15. Ora è 8° a 41” dal primato. «Voglio interpreta­re la corsa giorno per giorno, senza pressioni» è il suo mantra. Sul tema, abbiamo ascoltato le opinioni del suo team manager Luca Guercilena, di un ex dirigente navigato come Roberto Amadio (ora a capo della struttura tecnica federale, e dopo i Giochi di Tokyo team manager di tutte le Nazionali) e del compagno Vincenzo Nibali.

Il suo capitano

Vincenzo Nibali Cominciamo proprio dallo Squalo. «Giulio sta bene. La gamba ce l’ha e lo ha capito anche lui – spiega il 36enne siciliano, 17° a 1’43” -. Verso San Giacomo, è stato il primo a fiondarsi su Bernal. Quindi deve correre con attenzione, distribuen­do bene le forze. Spendere un po’ meno. Quando arrivano le salite vere, lunghe, nell’ultima settimana, di energia ce ne vuole tanta. Però non ha mai fatto classifica e dunque capisco come voglia valutare la situazione in corsa».

Il pensiero corre al 2010, quando la Liquigas vinse con Basso e piazzò Nibali terzo. Ora Nibali potrebbe rivelarsi un appoggio determinan­te per Ciccone? Che ruolo potrebbe giocare?

«Prima della frattura del 14 aprile del radio destro, stavo molto bene. Poi la prospettiv­a è cambiata. Giovedì erano 4 settimane dall’intervento, fatto in anestesia totale. Da smaltire non è semplice. Il polso migliora, certo ora mi devo difendere. Soffro, sperando di avere giornate migliori». Da queste parole si capisce bene come lo Squalo si mantenga molto cauto, non riuscendo ancora a immaginare l’evoluzione che potrà prendere il suo Giro.

Deve distribuir­e bene le forze, negli ultimi giorni ne serviranno molte

Vincenzo Nibali sul compagno di squadra

Il team manager

Luca Guercilena

«Bisogna andare giorno per giorno – dichiara Luca Guercilena -. Sebbene Giulio vada forte, va verificato sulla distanza. Certo, nel 2019 quando fece un bel Giro (tappa vinta, maglia azzurra della montagna, ndr) nell’ultima settimana andò bene. Però è diverso perché puntava alle singole tappe».

Il limite di Giulio può essere l’impulsivit­à?

«L’azione di giovedì non ha cambiato le sorti della corsa. Bisogna cercare di stare tranquilli perché nell’ultima settimana servono tutte le forze possibili. Se non si lavora in questa ottica, dopo si possono avere rimpianti. Inevitabil­mente, deve spendere meno energie. Almeno fino al primo giorno di riposo, poi la prospettiv­a potrà cambiare».

L’ex dirigente

Roberto Amadio «Ciccone è un corridore sempre all’attacco, imprevedib­ile. È il suo modo di essere – dice Roberto Amadio -. Per arrivare in rosa a Milano, bisogna gestirsi. Se escludiamo l’azione con Bardet e Bettiol di giovedì, non ha corso male. Va bene così, mi è piaciuto. Per quanto riguarda il ruolo di Nibali, in determinat­e tappe potrebbe rivestire un ruolo fondamenta­le. Mentre la tenuta di Giulio sulle tre settimane è da verificare».

Nel 2010 Amadio era team manager della Liquigas che riuscì a ribaltare il Giro dopo la fuga-bidone dell’Aquila e occupare due terzi del podio. La storia si può ripetere?

«Il paragone ci sta però attenzione. Nibali non è messo male in classifica. Può ancora sperare di migliorarl­a. Io lo conosco molto bene e posso escludere che molli prima del tempo».

 ??  ?? Speranza azzurra Giulio Ciccone, 26 anni, ha vinto due tappe al Giro d’Italia: nel 2016 la Campi Bisenzio-Sestola, nel 2019 la Lovere-Ponte di Legno BETTINI
Speranza azzurra Giulio Ciccone, 26 anni, ha vinto due tappe al Giro d’Italia: nel 2016 la Campi Bisenzio-Sestola, nel 2019 la Lovere-Ponte di Legno BETTINI
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