La Gazzetta dello Sport

Dalla mountain bike alla rosa Valter e la nuova tendenza

L’ungherese, 22 anni, ha cominciato su strada solo a 18 Pista, fuoristrad­a, bmx: l’ultima generazion­e viene da lì

- di Luca Gialanella IINVIATO A TERMOLI (CAMPOBASSO)

Attila ha praticato anche basket, baseball e pallamano

L’ossessione della strada può aspettare: basta guardare la classifica, dove il cambiament­o generazion­ale si unisce a un’elevata polivalenz­a. L’ungherese Attila Valter corre sulla bici da strada da quattro anni e adesso è maglia rosa. Il secondo, Remco Evenepoel, ha fatto la prima gara il 2 aprile 2017: era un talento vero del pallone, capitano della Nazionale giovanile belga di calcio. Il terzo, Egan Bernal conosceva soprattutt­o la mountain bike quando dalla Colombia si è spostato in Europa: secondo nel 2014 e terzo nel 2015 ai Mondiali Mtb da juniores. Se invece i ragazzi tra 16 e 18 anni vengono pagati anche 2-3mila euro al mese e allenati come semi-profession­isti con tabelle da pro’ che li obbligano a convivere con i misuratori di potenza, crescono ossessiona­ti dalle cifre e perdono di vista il dono più grande: la fantasia, la spontaneit­à, l’inventiva. Strada, pista, ciclocross, mountain bike e Bmx devono essere complement­ari per arricchire non il portafogli­o, quanto la personalit­à. È lo sforzo che il c.t. Cassani e la Federciclo stanno pian piano inculcando nelle nuove generazion­i e nelle società giovanili.

Le storie

Attila Valter, ungherese, ha 22 anni e da due giorni è la maglia rosa. Sale su una bicicletta da strada solo a 18 anni, da junior, «per divertirmi. Io venivo dalla mountain bike e mi piaceva moltissimo, i miei modelli erano Absalon e Schurter, ma per fare carriera dovevi entrare nelle squadre migliori, ed era difficile per un ungherese. Prima ancora avevo fatto pallamano, basket, baseball e anche la Bmx. In quegli anni trovavo monotono il ciclismo su strada, lo guardavo in tv solo per vedere Bodrogi (il primo grande pro’ ungherese, ndr)». Sulla salita di Ascoli-San Giacomo, giovedì ha vinto lo svizzero Gino Mader: ha 24 anni e viene considerat­o il miglior talento del Paese. Così si racconta: «La bicicletta deve essere il biglietto per una vita migliore. Quando vado in bici io mi sento libero, e non voglio perdere questo sentimento. Correre è divertirmi, anche adesso. In Svizzera abbiamo un’ottima formazione: mountain bike, ciclocross, pista, strada, ho fatto tutto. Daniel Gisiger, il nostro tecnico della Nazionale (ottimo cronoman e pistard ai tempi di Moser, ci ha spinto a provare ogni specialità». In Italia l’esempio è Filippo Ganna, che ha investito sulla pista sin da giovane e adesso, dopo i quattro Mondiali nell’inseguimen­to, può giocarsi a Tokyo con il quartetto una medaglia olimpica: più 5 tappe al Giro e 5 giorni in maglia rosa.

Sfide kolossal

Qui al Giro ci sono Peter Sagan, che nel 2008 ai Mondiali juniores è stato argento nel ciclocross e oro nella mountain bike, e il belga Tim Merlier, vincitore a Novara, cresciuto nel cross. In primavera abbiamo ammirato sfide kolossal tra l’olandese Mathieu Van der Poel e il belga Wout Van Aert. Vdp vanta 6 Mondiali cross, classiche come Fiandre, Strade Bianche e Amstel, oro europeo Mtb e argento mondiale: ieri ha vinto un’altra gara Mtb a Nove Mesto (Rep. Ceca). Van Aert ha centrato la Sanremo dopo 4 Mondiali di cross. C’è il britannico Tom Pidcock, che dopo cross e strada sfida Van der Poel in mountain bike, e dai sentieri arriva l’iridato Julian Alaphilipp­e: 2° al Mondiale juniores di cross 2010.

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LAPRESSE La prima volta Attila Valter, 22 anni, è il primo ungherese in rosa nella storia del Giro. Viene dalla mountain bike

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