Toro a terra
LO SPEZIA DOMINA E RESTA IN SERIE A NICOLA HA 2 GARE PER GIOCARSI TUTTO
La festa salvezza dello Spezia spinge il Toro nell’angoscia. «È tutto vero, anche stavolta»: in barba alla scaramanzia la maglietta celebrativa di un’impresa difficilmente pronosticabile, sbuca in tribuna al quarto gol di questa giornata di gloria, quello realizzato di testa dal neo entrato Erlic all’84’. Ma già dieci minuti prima, quando Nzola infilava la volée del nuovo doppio vantaggio sui granata, era tutto un abbracciarsi nel clan di Robert Platek, l’investitore americano che lo scorso febbraio aveva rilevato la società ligure da Gabriele Volpi, il patron della
La squadra granata ha paura, va subito sotto e poi affonda: martedì il recupero con la Lazio, poi la sfida col Benevento
Il primo gol Riccardo Saponara, 29 anni, segna l’1-0 con un tiro di destro storica promozione. La neopromossa si è regalata un fantastico e strameritato bis grazie soprattutto agli schemi disegnati da Vincenzo Italiano, il tecnico-rivelazione della stagione, che i suoi giocatori hanno mandato a memoria. Ieri la differenza, ben documentata dal punteggio finale, l’ha fatta però anche la tenuta mentale.
Le insicurezze granata
Il Toro è sceso in campo timoroso, insicuro, e lo Spezia ha avuto gioco facile a creare subito delle insidie per la porta di Sirigu sfruttando soprattutto la verticale mancina, quella dove agivano in tandem Marchizza (arrembante dalla difesa) e Saponara. I due trovavano in Rincon-Vojvoda un argine friabile. E così, dopo un paio di sviste iniziali commesse sull’altro fronte da Bremer e Nkoulou, ecco che Saponara si presentava lanciato in piena area, dribblava l’uscita del portiere e poi chiudeva col diagonale mancino a porta vuota che si spegneva però sul palo. Beh, dopo questi spaventi una squadra cosciente di giocarsi una partita importante si dà una sveglia. E invece passa un minuto e lo Spezia fa centro. Proprio con Saponara che ricevuta palla sulla sinistra fa un movimento a rientrare per portarsi la sfera sul destro e poi calcia dritto per dritto, cioè sul primo palo, quello più vicino a Sirigu. Che si distende e tocca, senza riuscire a deviare.
Errori dei singoli
Toro sotto precocemente. Sta capitando troppe volte, quindi c’è la difficoltà a entrare in campo con la testa giusta. Però ci sono pure dettagli importanti di carattere tecnico e tattico perché a opporsi al tiro di Saponara non ci sono né Izzo e né Vojvoda, bensì Rincon (che scivola pure). L’errore di posizionamento, di organizzazione, è evidente. Poi ci sono gli svarioni dei singoli. Il 2-0 deriva da un calcio di rigore regalato da Vojvoda a Pobega. Ora se c’era un giocatore del Torino in grande spolvero, beh questi è il difensore kosovaro, celebrato per i gol decisivi contro Parma e Verona. Eppure Vojvoda ha commesso un errore macroscopico entrando fuori tempo sul piede di un avversario che stava uscendo dall’area, in una situazione non di affanno. Andando al riposo con un doppio vantaggio, Italiano si è disposto per il controllo del match mentre Nicola ha dato uno scossone al suo spogliatoio presentandosi con Verdi al posto di Vojvoda e la difesa a quattro. Il tecnico granata ottiene una apprezzabile risposta sul piano dell’atteggiamento collettivo: il suo Toro finalmente si batte.
Scatenati I liguri hanno fatto la differenza con gli schemi e la tenuta mentale
Troppo spenti I granata hanno avuto difficoltà a giocare dal 1’ con la testa giusta
L’aiutino
E questa predisposizione riceve un aiutino dagli avversari quando Ferrer si fa anticipare su un rinvio non difficile e invece di calciare il pallone prende la gamba stesa di Bremer: altro rigore. Che Belotti trasforma in modo impeccabile. Qui lo Spezia vive il suo momento peggiore nel senso che le sue certezze