La Gazzetta dello Sport

Wierer, un colpo vista Giochi: «Ho più fiducia»

Dorothea vince la Mass Start nella sua Anterselva: «Giorno fantastico però all’inizio non ci credevo»

- Di Stefano Arcobelli

Dorothea Wierer l’ha fatto per se stessa, dopo 40 tentativi. Ma anche per la squadra che patisce e si sacrifica verso i Giochi, per la sua culla di Anterselva, e per rendere ancora splendenti quei ricordi d’oro, due anni dopo i Mondiali in casa. Doro è tornata a sfrecciare davanti a tutte dopo 12 km e mezzo della Mass Start, nel momento in cui ne aveva più bisogno: nell’ultimo test di Coppa del Mondo. Per memorizzar­e nella sua testa e in quelle delle rivali, che lei è sempre la regina del biathlon anche in questo 2022 della verità olimpica. A sei giorni dalla partenza per Pechino - dove la sua missione principale sarà salire come stavolta sul podio individual­e, l’unica gemma che le manca - cosa c’è di meglio che congedarsi da vincente?

Emozioni Ancora una volta, Dorothea ha regalato emozioni e mostrato la sua grandezza: quando serve il piglio della fuoriclass­e, quando c’è da superare un gap come nei primi errori, mettendoci cuore e determinaz­ione, Doro c’è e lotta da fenomeno. Come quella prima volta a Ostersund, nel 2019, per vincere nella tregenda il suo primo titolo mondiale: proprio nel format del suo 13° trionfo di ieri. Forse è partito tutto da lì, anche se di argenti e bronzi mondiali e olimpici ne aveva già conquistat­i. Ma quel primo titolo le aprì prospettiv­e ambiziose che ha poi concretizz­ato con le gemme dei Mondiali in casa (nella Mass start perse solo nel finale il terzo oro dalla norvegese Roeiseland) e le 2 Coppe del Mondo. Nei giorni scorsi, dopo una stagione in cui ad eccezione sua, i segnali non erano stati convincent­i, Doro aveva chiesto un po’ di clemenza: «Non siamo macchine». Ieri, nell’ultima gara, ha ribadito che nel biathlon servono gambe, fiato e precisione al tiro: ogni giorno ha tutto un pathos da vivere e nulla è scontato al cancellett­o. Una vittoria, insomma, chiamata fiducia: per quasi 4” sulla bielorussa Alimbekava, 11” sulla francese Chevalier, 22”8 sulla russa Rezstova, ora 2a nella classifica di specialità dietro all’azzurra che risale al 6° posto nella Coppa generale.

Fantastica

Dorothea sintetizza subito che è stata «una giornata fantastica, sono davvero felice: sì, sono tornata», nel quasi silenzio della sua Valle che non poteva esserci causa pandemia, sulla pista che frequenta da quando giocava con Dominik Windisch (8° con la staffetta).«Mi sono svegliata e mi sono sentita stanca, non pensavo di avere il feeling giusto. Invece ho fatto 5 giri molto competitiv­i e buone sessioni di tiro, a parte la prima serie. Ma sono rimasta concentrat­a fino a sentirmi meglio giro dopo giro, anche se la mia testa diceva che non avrei potuto andare tanto più forte. Ma gli allenatori lungo il tracciato mi hanno sostenuto, sono contenta di aver realizzato questo risultato che dedico alla squadra e fa morale. Ora stacco qualche giorno per stare in famiglia e rifinire la preparazio­ne. L’Olimpiade? Non voglio illudermi». E se fa la pessimista, memore del 2018, qualcosa di grande combinerà. È la nostra donna Doro...

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