«VLAHOVIC PREDATORE DEL GOL JUVE BIANCONERA COME IL PARTIZAN»
Iliev, il d.s. che lo lanciò nel club di Belgrado: «Era già un fenomeno a 15 anni Per il suo gioco l’Italia è il massimo e come tecnica è più forte di Haaland»
Ci sono due persone a Belgrado che possono testimoniare che Dusan Vlahovic a 16 anni era già una forza della natura: l’ex centrocampista della Roma Ivan Tomic, in quel 2016 tecnico del Partizan, che però non ama più parlare di quei giorni. E Ivica Iliev, ex attaccante di Messina e Genoa, oltre che dei bianconeri serbi, allora e oggi direttore sportivo del Partizan, l’uomo che lo vendette alla Fiorentina di Corvino.
3Si è mai pentito per questo? «No, ero arrivato al Partizan da poco, nell’ottobre 2015. A 36 anni, e c’erano anche altri dirigenti che decidevano. Non sono stato contento di come se ne sia andato, con un altro anno a Belgrado l’avremmo venduto meglio. Darlo via per 1,5 milioni era poco, ma il club aveva bisogno dei soldi subito, per non fallire».
3Lei arrivò al club che Dusan aveva 15 anni: com’era?
«Debuttò in prima squadra quasi 6 mesi dopo che io ero diventato d.s. ed era già un fenomeno. Non scherzo. Il mio miglior giocatore di sempre. Era fortissimo; con Tomic, il tecnico, decidemmo di portarlo subito in prima squadra. Si vedeva dove sarebbe arrivato, anche per il fi
sico già sviluppato, le qualità tecniche, la testa sempre sulle spalle. Non si spaventò nemmeno nel derby a 16 anni».
3Ma questo ragazzino già pro’ come ragionava?
«Carattere incredibile, volontà che ci metteva e ci mette. Non aveva e non ha distrazioni, pensa solo al calcio, a migliorare e diventare più bravo, non si lamenta mai, non si ferma mai. Non si perdeva un allenamento, pure a 16 anni e anche nei giorni liberi andava da solo ad allenarsi, o dopo le sessioni si fermava a tirare da varie posizioni. Anche perché la famiglia viveva vicino allo Zemun, il nostro centro sportivo».
3Ma è vero che aveva altre ambizioni allora?
«So che ha raccontato una volta a un giornale serbo che avrebbe voluto fare il dentista. Perché mi pare che sua madre sia dentista. Ricordo che non aveva fretta di andare a Firenze, sarebbe rimasto volentieri con noi».
3Ma in tanti già lo cercavano... «Spagnoli, francesi e ricordo un importante scout di un grande club tedesco: venne qui, parlammo e mi disse che in quel 2016, nel suo ruolo fra i classe 2000 era il più grande talento al mondo. Meglio di Haaland che allora non si conosceva ancora».
3Giudizio esagerato?
«Ora posso dirle che se Haaland fisicamente è più forte di Dusan, come tecnica Vlahovic è migliore: nell’1 contro 1 per esempio. E poi Dusan è poliedrico, lo puoi usare pure come seconda punta, può svariare, mentre Haaland è solo centravanti. Ma hanno lo stesso carattere e la volontà di sfondare. Dusan sarà uno dei più grandi attaccanti del mondo, a 21 anni è già capocannoniere in Italia e in A non è facile segnare. Da voi la tattica e le difese sono più studiate ed evolute».
3Altre qualità di Dusan?
«È un vero attaccante, può segnare in ogni modo, anche ad occhi chiusi, riconosce e sente la porta come pochi. Un predatore, ha tanta fame, non si ferma mai, se ne fa 4 vuole fare pure il quinto. Pure in allenamento era una furia. Questo fa la differenza fra i bravi e i campioni».
3E nei rapporti privati come se la cavava?
«Quando era qui e in nazionale tutti lo amavano, è bravissimo, disponibile, sempre pronto ad aiutare gli amici, sempre il primo ad abbracciare il compagno che segnava, senza gelosie».
3Perché al Partizan giocò di più il primo anno che il secondo?
«Nel 2016 eravamo a grande distanza dalla Stella Rossa, non potevamo raggiungerla, così Tomic lanciò vari ragazzi fra cui Milenkovic e Dusan aveva più spazio. L’anno dopo Nikolic lo mise in panchina perché eravamo testa a testa con la Stella e in rosa c’erano giocatori più esperti come Bojinov o Durdevic».
Vuole sfondare e diventerà uno degli attaccanti più forti al mondo
3 Per lui meglio la Juventus o la Premier?
«Dusan in Italia sta bene per il suo tipo di gioco, in un gran club di A sarebbe il massimo. Può giocare con Dybala o all’Arsenal. Con le sue qualità tecniche e fisiche può giocare ovunque. Poi la Juve è bianconera come il Partizan... È il più importante club italiano, un centravanti come lui vale oltre 70 milioni, ti risolve i problemi per 10 anni. Ora gli consiglierei l’Italia che già conosce, dove può crescere e non perdere tempo ad ambientarsi».
Pensava solo al calcio, anche nei giorni liberi si allenava a tirare Ivica Iliev D.s. Partizan Belgrado
3A chi somiglia?
«È unico, e lui stesso non sa quanto ancora può migliorare».