Matuidi «SONO SORPRESO SOSTITUIRE DYBALA PER LA JUVENTUS NON SARÀ FACILE»
L’ex bianconero: «Paulo ha fatto cose fantastiche con questa maglia. Si vede che il club vuole rinnovare la squadra»
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laise Matuidi ha la faccia di chi ha trovato la serenità; camicia bianca, le palme che si vedono dalla finestra della sua casa di Miami. «Ho fatto una scelta di vita pensando anche al futuro mio e della mia famiglia», racconta l’ex centrocampista della Juventus, che due estati fa ha chiesto la risoluzione del contratto al club bianconero (aveva ancora un anno) per trasferirsi negli Stati Uniti e giocare nella Mls. Blaise – che compirà 35 anni il 9 aprile – in questo momento è senza squadra (non rientrava più nei piani dell’allenatore Phil Neville, che ha deciso di svecchiare il gruppo) ma non ha ancora deciso quale sarà il suo futuro e soprattutto se smetterà: «Per ora ho accettato il ruolo di ambasciatore del club, che mi piace molto, e continuo a tenermi in forma, ma non so se smetterò. Mi guardo intorno ma senza ansia, sicuramente non mi vedo in campo a 37-40 anni come Giorgio (Chiellini, ndr) e Gigi (Buffon, ndr)...».
3 Ha citato due ex compagni alla Juve, si vede che il bianconero le è rimasto nel cuore. Non si è mai pentito di essere andato via?
«No, ho passato tre anni bellissimi a Torino, ho ricordi fantastici dei tre scudetti vinti, dei compagni, dei tifosi. Ho avuto la fortuna di giocare in una squadra di altissimo livello e ne vado fiero, ma era il momento di cambiare. E l’ho capito grazie al Covid».
3Lei è stato uno dei primi calciatori in Italia a prendere il virus. In che cosa l’ha cambiato?
«Quei tre mesi passati chiuso in casa mi hanno fatto riflettere sul valore della vita. Io sono un calciatore, il pallone è tutto per me ma la vita va vissuta a 360 gradi. Ho capito che era arrivato il momento di cambiare, di fare un’esperienza tutta nuova insieme ai miei figli e a mia moglie. Però non rimpiango nulla, so che i tifosi della Juve mi ricorderanno sempre come uno che ha dato tutto per la maglia».
3A proposito di attaccamento ai colori, Dybala ha sempre detto di voler restare alla Juve. S’aspettava che il club decidesse di non rinnovargli il contratto?
«Ho un ottimo rapporto con Paulo, ho sentito la notizia ma non ho ancora avuto modo di parlare con lui. È un grande uomo oltre che un grande giocatore, sono molto sorpreso perché penso che per la Juve non sarà affatto semplice sostituirlo e trovarne un altro del suo livello: ha fatto cose fantastiche in questi anni, i tifosi lo adorano e non lo dimenticheranno mai. Sono sicuro che troverà un club che gli permetterà di continuare a crescere e a fare bene. L’unica spiegazione è che la Juventus abbia deciso di rinnovare la squadra. So che è difficile da accettare, ma in queste situazioni bisogna saper voltare pagina».
Pensa che senza l’addio di Allegri lei sarebbe potuto restare?
«No. Con Allegri mi sono trovato benissimo, avevamo un rapporto speciale, ma non ho mai avuto problemi con Maurizio Sarri, come qualcuno ha detto. Quella Juve era alla fine di un ciclo anche se tutti noi pensavamo che avremmo ancora potuto continuare a vincere. Era il momento di salutare».
ritorno di Max è stata una
scelta giusta?
«Nessuno conosce la Juve meglio di lui, non c’è persona più adatta per aprire un nuovo ciclo. Però ci vuole tempo, perché Allegri è bravissimo ma non ha la bacchetta magica. Per costruire ci vuole tempo».
3Significa che anche per lei quest’anno lo scudetto è una missione impossibile, come sostiene Allegri?
(ride) «Io invece penso che la Juventus possa fare lo scherzetto, anche se è in un momento di transizione ha le capacità per fare una grande rimonta, come è già successo in passato prima che arrivassi io (nel 2015-16, ndr). Sono forti mentalmente, non a caso il motto del club è “fino alla fine”. L’eliminazione dalla Champions League agli ottavi è stata immeritata, è mancata un po’ d’esperienza».
3 A Cagliari c’è stato l’ennesimo episodio di razzismo, di cui anche lei è stato vittima in Italia. Come se lo spiega?
«È ingiustificabile che nel 2022 succedano ancora queste cose. Non è un problema solo italiano, però devono essere i club stessi a risolverlo, perché quelli coinvolti sono sempre gli stessi. Servono posizioni nette e grandi punizioni».
3La nazionale le manca?
«No. Ogni cosa va fatta a suo tempo. Ho coronato il mio sogno, ho giocato partite importanti, ho vinto il Mondiale nel 2018. Sono stati anni meravigliosi. Venendo in America, in un campionato meno competitivo e con tantissima concorrenza in Europa, sapevo che avrei corso il rischio di non essere più convocato, ma ero assolutamente pronto. Mi guardo indietro e sono assolutamente appagato e sereno».