Saputo e la città da riconquistare Ora al Bologna serve una svolta
Il proprietario è ripartito contrariato per il ritorno da incubo e per i fischi
In virtù dei punti conquistati nel girone di ritorno il Bologna sarebbe laggiù, in piena zona retrocessione. Colpa di questo o di quest’altro, di una squadra che non fa gol o di cambi che non… cambiano, resta il fatto che Saputo se n’è tornato in Canada seccato. Molto seccato. Aveva chiesto una reazione immediata, soprattutto davanti ad un’Atalanta che aveva mezza squadra fuori. Bel secondo tempo, gol sbagliati, alibi e attenuanti: ha vinto la Dea e il Bologna è rimasto col cerino dei soli sei punti nel 2022, quindi in 10 gare. Se si vuole prendere l’arco temporale a partire da dicembre, la squadra ha vinto solamente 2 partite in 4 mesi. La pochezza è sotto gli occhi di tutti.
Il giorno della marmotta
E il dissenso popolare («Che non condivido perché i ragazzi hanno dato tutto» ha detto Mihajlovic) apre un nuovo capitolo di una squadra che è passata dal record personale di punti nel girone d’andata (27) ad un ritmo da retrocessione. Troppo, nel senso di pochezza. I fischi, superiori agli applausi di incoraggiamento, alla fine della gara contro la Dea hanno certificato la scontentezza della piazza. E anche quel dissenso ha “colpito” Saputo. Da anni la città vive sempre dentro la stessa sceneggiatura: a parte l’anno in cui Sinisa ha dato la scossa (gennaio 2019) e la stagione successiva in cui nasceva e cresceva il Bologna United per nome e per conto di un allenatore che lottava per una causa ben più seria e impegnativa, questa squadra si è via via persa nelle solite cose. Come se avesse vissuto un “giorno della marmotta” costante. Repetita non juvant.
Giocatori e decisioni
Il Bologna, in verità, ha via via perso l’identità in continui aggiustamenti tattici (per andare incontro alla squadra) e non ha trovato la propulsione necessaria in panchina e sul mercato per ovviare alle diverse congiunzioni astrali negative: dalla quarantena agli infortuni (Schouten è stato fuori 4 mesi, Arnautovic ci ha messo altrettanto per trovare la forma giusta) fino al migliore del girone di andata (Dominguez) che si è dovuto operare senza poi avere un sostituto adeguato. «Quando sarà pronto Aebischer per la Serie A? L’anno prossimo» ha detto Sinisa. E questo inquadra abbastanza la situazione. Cosa succederà veramente a giugno lo si saprà anche, e soprattutto, a seconda di come andrà il finale di stagione. «Io sarei contento di restare – ha detto Mihajlovic, contratto fino al 2023 -, ma voglio restare per fare cose importanti, per divertirmi, perché sono ambizioso». Il colloquio (a 4) avuto con Saputo ha avuto il dono della franchezza, come sempre: nel momento di massima difficoltà sarebbero serviti giocatori pronti dal mercato. Che non sono arrivati. Ma da qui a collezionare 2 vittorie dal 22 dicembre, beh, il percorso è stordente. Insomma: Joey Saputo è rientrato in America ieri mattina riflettendo su fischi, girone di ritorno orribile e reazione che – almeno subito – non c’è stata. Dopo il vertice di sabato scorso, guarderà il finale di annata e prenderà decisioni. Perché le prenderà, questo è sicuro.