Lecce, Bari e ora Palermo Il nuovo vento viene dal Sud

Il vento del Sud. Il Palermo torna in Serie B dopo tre anni e una rincorsa a tutta velocità dopo il fallimento del 2019 che l’ha costretto a ripartire dalla D. Un viaggio accompagnato da dubbi e tante incognite, ma che riporta nell’anticamera della A una realtà che fa parte della storia del nostro calcio. Non sono più i tempi di Zamparini, di Cavani e di Dybala, ma la passione rosanero (in Sicilia e in tutto il mondo) è un patrimonio che va fatto fruttare. Se oggi c’è fame di calcio, a Palermo ce n’è anche di più, come testimoniano i tutti esauriti al Barbera di queste ultime partite e le scene di ordinaria febbre calcistica per accaparrarsi i biglietti di questo ultimo atto contro il Padova. Per non parlare, ovviamente, della grande festa notturna. Ed è bello pensare che forse non sia un caso che la parabola recente del club rosanero sia più o meno parallela a quella del Bari (fallimento, risalita e promozione in B). Le due più grandi realtà del Sud oltre a Napoli si ritrovano quindi a braccetto a scrivere un futuro che può aprire nuovi scenari anche guardando in alto, cioè alla A dove è già approdato il Lecce, altro simbolo del calcio meridionale. Questo deve essere l’obiettivo di chi, in passato, la A l’ha vissuta da protagonista. E mentre a Bari la gestione De Laurentiis assicura continuità e impegno, a Palermo il futuro potrebbe regalare scenari tutti diversi. Se andrà in porto la cessione al City Group, la galassia di società che fanno capo al Manchester City, è facile immagine come tutto potrà cambiare lanciando il club in un’altra dimensione fatta di organizzazione, programmazione, investimenti e una nuova mentalità, in campo e fuori. Ma, nuova società oppure no, il punto di partenza sarà rimettere in sesto lo stadio Barbera: le polemiche dopo la sfortunata partita dell’Italia con la Macedonia non vanno dimenticate. Un impianto all’altezza è un trampolino per il futuro e il minimo per una passione così.