La Gazzetta dello Sport

SAN FRANCISCO IMPAZZITA PER CURRY UNA PARTITA FA INCASSARE 15 MILIONI

Stanotte (le 3 in Italia) gara-5 al Chase Center: Boston nel fortino dei 20.000

- Davide Chinellato INVIATO A SAN FRANCISCO (CALIFORNIA, USA)

a terra dei Warriors appare all’improvviso camminando lungo la terza strada, una volta passati sotto il ponte della Freeway 101 che porta verso sud, con l’odore stantio di urina che si perde quando finisce il sovrappass­o. Il Golden Gate Bridge, simbolo di San Francisco, è lontano chilometri come Union Square, Castro, North Beach coi suoi ristoranti italiani e Haight-Ashbury, i quartieri simbolo di San Francisco. La terra dei Warriors comincia nel quartiere di Mission, zona sud est, tra i capannoni arrugginit­i del vecchio porto industrial­e e le nuove costruzion­i moderne come il campus cittadino di Uber, che assieme allo sbarco dei Warriors, tre anni fa hanno contributo a rilanciare una delle zone peggiori della città. È qui che si trova Chase Center, la casa di Golden State dove stanotte alle 3 italiane si gioca gara-5 delle Finals. Si riparte dal 2-2, dal clamoroso exploit di Steph Curry nella quarta partita a Boston, quei 43 punti con cui ha salvato i Warriors e aggiunto uno splendido capitolo alla sua leggenda.

Nel segno di Steph Curry a Chase Center è il murale mentre mangia i popcorn che fa da contorno alla zona dei ristoranti. È l’immagine che compare più spesso sul maxischerm­o di Thrive City, il piazzale antistante l’ingresso ovest diventato l’epicentro del basket in città, dove durante le partite in trasferta dei Warriors in questi playoff decine di migliaia di tifosi si sono radunati per seguire Steph e compagni. Curry qui è la maglia più venduta al Team Shop, aperto sette giorni su sette, anche fino a notte fonda quando si gioca. È, soprattutt­o, l’uomo a cui Golden State chiede un altro titolo. E il pericolo pubblico numero 1 per Boston. «So che devo tenere il pedale sull’accelerato­re, che devo continuare a mettere pressione sulla loro difesa. Ma possiamo vincere solo di squadra» ha ricordato lui. I suoi numeri dicono altro: sta viaggiando a 34,3 punti di media, tirando col 50% dal campo e il 49% dall’arco, col record di 25 triple a bersaglio nelle prime 4 partite. Sono numeri da mvp delle Finals, quel premio che in carriera non è mai riuscito a vincere, nonostante

i tre anelli in bacheca. «Non è mai stato così forte» lo esalta coach Steve Kerr. Curry è il pericolo pubblico numero uno, l’uomo da fermare a tutti i costi. I Celtics in questi playoff non hanno ancora perso due partite consecutiv­e e in gara-5 puntano a mantenere la statistica. In fondo, a Chase Center, hanno già vinto gara-1 delle Finals e confermato che Boston, che fino a gennaio pareva destinata ad una stagione anonima, merita di giocarsi il titolo numero 18. «Questa squadra ha dimostrato tutto l’anno che quando ha le spalle al muro sa come rispondere – dice Al Horford -. Ovviamente abbiamo davanti una sfida importante, ma è una che dobbiamo abbracciar­e. Dobbiamo capire come essere migliori e poi riuscire a farlo». Dipenderà molto da Jayson Tatum, come Curry mvp della finale di Conference, ma al di sotto del suo livello in questa serie nonostante viaggi a 22,3 punti di media. «Ho perso troppi palloni, devo essere più rapido nel prendere le decisioni dice la 24enne stella dei Celtics -. Le Finals sono un palcosceni­co fantastico, devo concentrar­mi sul gioco, quello che faccio sempre».

Miniera d’oro Chase Center intanto si prepara alla festa: i biglietti sono esauriti. Sul mercato secondario quello più a buon mercato costa 603 euro, il più caro, a bordo campo, 48.489. Gli autobus che passano in zona alternano la scritta “Go Warriors!” a quella con la loro destinazio­ne. Thrive Center viene tirato a lucido per accogliere i tifosi, lo shop si assicura di avere abbastanza canotte di Curry, il caffè all’angolo, che oggi resterà aperto fino a quando la sfida non sarà finita, espone orgoglioso la bandiera dei Warriors accanto a quella arcobaleno. E il trono fatto di palloni blu con dietro le immagini di Curry e Thompson viene pulito in attesa che i tifosi facciano la fila per una foto ricordo. Tre stagioni fa, quando Golden State lasciò Oakland dopo 40 anni per prendere dimora a San Francisco, dall’altra parte della Baia, non era sicura di mantenere il suo pubblico. In fondo sono due mondi diversi, la povera Oakland e la ricca San Francisco, una delle città più care Al mondo. A Chase Center non solo Golden State ha trovato casa, ma ha scoperto una miniera d’oro che ha già fruttato 115 milioni di euro di incasso dai biglietti per i playoff. Nel segno di Curry, come in questa corsa al titolo.

 ?? AFP ?? La sfida Steph Curry, 34 anni, attacca al ferro Jason Tatum, 25. I leader delle squadre finaliste nella serie stanno viaggiando a 34.3 e 22.3 punti di media a partita
AFP La sfida Steph Curry, 34 anni, attacca al ferro Jason Tatum, 25. I leader delle squadre finaliste nella serie stanno viaggiando a 34.3 e 22.3 punti di media a partita

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