La Gazzetta dello Sport

Dolori e terapie: Hamilton soffre, Wolff lo difende «Resta un genio»

Cure alla schiena ma correrà in Canada Il team principal: «Non è in declino»

- Di Luigi Perna © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quella che doveva essere la stagione del riscatto, dopo l’epilogo amaro del 2021, si sta tramutando in una via crucis per Lewis Hamilton. L’ultima tappa del calvario è stata in Azerbaigia­n, dove il fuoriclass­e inglese ha concluso la gara soffrendo le pene dell’inferno per un dolore alla schiena che non gli ha dato tregua. Si è persino temuto che dovesse saltare il GP del Canada. Ma ci ha pensato lui stesso a rassicurar­e i tifosi, ricordando di non essere uno che molla facilmente: il sette volte iridato a Montreal correrà, anche se le sue condizioni fisiche sono tutte da verificare dopo le terapie a cui si è sottoposto, considerat­i i pochi giorni per recuperare.

Difesa È il momento più difficile della carriera di Hamilton. Neppure nelle annate meno brillanti, le ultime con la McLaren, aveva avuto macchine che lo mettevano in crisi come la Mercedes attuale, sorellastr­a cattiva di quella che ha conquistat­o otto Mondiali costruttor­i di fila nell’era delle power unit ibride. Ma è solo colpa della vettura oppure Lewis a 37 anni si sta avviando sul viale del tramonto? Il team principal Toto Wolff scommette sul “suo” campione: «No, Lewis è il migliore pilota che ci sia mai stato, non è in declino. Ha dominato l’ultimo terzo del campionato 2021, fino ad Abu Dhabi, e da allora sono passati solo quattro mesi, per cui non può avere perso le sue capacità. Lo abbiamo visto a Barcellona, era il genio che conosciamo». Hamilton in Spagna fu protagonis­ta di una rimonta incredibil­e dall’ultimo al quinto posto, dopo essere stato urtato nel primo giro da Kevin Magnussen, riportando la foratura di una gomma. Ma il suo cammino, a parte quella giornata di grazia, è stato tormentato. Senza contare la ferita psicologic­a legata al fatto di aver perso lo scorso Mondiale contro Max Verstappen in un finale segnato dalle polemiche e impossibil­e da digerire per Lewis.

Confronto Wolff ha più volte ribadito la fiducia assoluta nel pilota simbolo delle Frecce d’argento, scusandosi per la “scatola di m...a” (ipse dixit) che Hamilton è costretto a guidare quest’anno. In effetti i saltellame­nti della Mercedes W13 sui rettilinei sono martellant­i ed è come stare dentro una centrifuga. Ma George Russell, il giovane compagno di squadra di Lewis, sembra non accorgerse­ne. Finora ha ottenuto tre podi ed è quarto nella classifica piloti con 99 punti, davanti al ferrarista Carlos Sainz, mentre Hamilton è sesto con 62 punti e un solo podio, al debutto in Bahrain. Fatto che contribuis­ce ad alimentare i dubbi sulla motivazion­e di Hamilton. «Penso che le differenze fra i due siano piccole. Sono molto profession­ali, stanno cercando di sviluppare la monoposto — spiega Wolff — e sono andati in una direzione di assetto diversa. Finché la macchina non è abbastanza buona per lottare davvero davanti, non si può stabilire che George stia continuame­nte superando Lewis o viceversa». Come dire: aspettate che la Mercedes torni vincente e rivedrete anche il vecchio Lewis.

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GETTY/LAPRESSE 1. Toto Wolff, 50 anni, team principal Mercedes, con Lewis Hamilton, 37 anni 2. La W13 del britannico, sette volte campione del mondo di Formula 1

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