La Gazzetta dello Sport

Estiarte e una sfida da film: «Emozioniam­oci»

- Di Franco Carrella

«Incoscienz­a e passione», così due anni fa Manuel Estiarte sintetizza­va i punti di contatto tra i popoli spagnolo e italiano, in un’intervista alla Gazzetta. Eravamo in piena pandemia, la sua esortazion­e «la pallanuoto non morirà mai» era diventata un hashtag planetario sui social. Due anni dopo, succede che il mito catalano ha tagliato il traguardo dei 60 (li ha compiuti il 26 ottobre), Italia e Spagna si rigiocano l’oro mondiale e lo fanno nel trentennal­e dell’epica finale olimpica di Barcellona. «Giusto celebrare questa ricorrenza, ma non vorrei che un eccesso di amarcord offuscasse la sfida di oggi, tra squadre che stanno dando spettacolo e meritano il titolo: mi sembrano le più complete e solide. Guarderò la partita senza pensare un solo istante a quello che fu. Voglio godermi le prodezze di Francesco Di Fulvio, Felipe Perrone e compagnia bella». Manuel è l’unico pallanuoti­sta ad aver disputato sei Olimpiadi (da Mosca 1980 a Sydney 2000), capocannon­iere nelle prime quattro edizioni. Ha messo radici a Pescara, dove vinse tutto e ha conosciuto la moglie Silvia

Marinelli. Ora è dirigente di calcio: al Manchester City è l’uomo fidato di Pep Guardiola, con cui ha lavorato pure al Barcellona e al Bayern. Ripete spesso: «Nella pallanuoto fisica di oggi faticherei». Ma la Spagna e il Settebello dimostrano che si sta riducendo la lotta a beneficio del dinamismo: «Attenti, però. Non sta tornando indietro, ma si sta ulteriorme­nte evolvendo». Apprezza il lavoro dei due c.t.: «Martin ha cresciuto talenti che brillerann­o pure tra 7-8 anni. Campagna, col supporto del mio ex compagno Amedeo Pomilio, sa rinnovarsi restando sempre al vertice: un visionario». Intanto la finale olimpica del 9 agosto ’92 è diventata un film: “42 segundos” uscirà il 2 settembre nei cinema spagnoli e su Amazon Prime Video, racconta la faticosa costruzion­e di quella squadra che fu argento (poi oro ad Atlanta ‘96). Estiarte è interpreta­to dal bravo Alvaro Cervantes. Sono 42 i secondi che separarono gli spagnoli dal trionfo, sotto gli occhi di re Juan Carlos: Manuel segnò l’8-7 su rigore nel 2° supplement­are, Ferretti allungò il match. Quindi altri 4 tempi di 3’ e decisivo 9-8 di Nando Gandolfi su assist di Campagna. Dice Estiarte: «Già il fatto che ci sia un film sulla pallanuoto è cosa rara. Invito tutti ad apprezzare lo sforzo produttivo. Gli attori non han voluto controfigu­re, si sono iscritti a corsi di nuoto e pallanuoto. Ho visto parte del film: ci emozionere­mo». Intanto si è emozionato per la promozione in A-2 del Pescara, presieduto dalla cognata Cristiana Marinelli («Encomiabil­e, senza aiuti») e allenato da Franco Di Fulvio, papà dell’azzurro Francesco e compagno nel vecchio Pescara. «Vorrebbe tesserarmi l’anno prossimo? Se mi fa giocare con Francesco, ci sto».

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Bomber Manuel Estiarte è nato a Manresa, Catalogna, il 26 ottobre ’61

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