La Gazzetta dello Sport

Paolo Bertolucci

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Sul Centrale si affrontano i più forti della nuova generazion­e, una rivalità che può durare anni: sarà decisivo il pressing dal fondo

e guardiamo all’età, nell’ottavo di oggi si affrontera­nno due sbarbatell­i: 40 anni e 29 giorni in coppia. Nella seconda settimana di Wimbledon, bisogna risalire all’edizione del 1985 per trovare una partita con protagonis­ti più giovani nella somma degli anni: quarto di finale tra Becker e Leconte, 39 anni e sette mesi. Tuttavia, se guardiamo all’aspetto tennistico, quella tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz è la sfida tra i futuri dominatori del ranking mondiale.

L’incognita L’erba è ostica e richiede esperienza

Entrambi, prima di questo Wimbledon, avevano maturato pochissima esperienza sull’erba: Alcaraz ci aveva giocato due partite con una vittoria e una sconfitta, Sinner quattro senza mai ottenere un successo. I prati necessitan­o di tempo prima di dare confidenza, ma la forza di entrambi è che posseggono l’intelligen­za e la struttura tecnica per imparare in fretta. Forse non sarà mai la loro superficie preferita, ma la capacità di adattament­o, l’equilibrio tra tutti gli aspetti del gioco e la velocità di apprendime­nto lasciano ben sperare. E poi, alla quarta partita, i campi sono sicurament­i più lenti: aspettiamo­ci dunque una partita più vicina ai canoni della terra.

La chiave Aggression­e da fondo Continuità nel pressing

Jannik secondo me non parte favorito, visti i precedenti e le caratteris­tiche tecniche dell’avversario. Inutile cercare di impostare la partita su una diagonale piuttosto che sull’altra (anche se quella di sinistra risulterà inevitabil­mente la più trafficata). Al centro dell’attenzione metterei però la capacità di condurre le danze senza dover arretrare. Un pressing asfissiant­e lontano dal tennis percentual­e potrebbe rivelarsi un fattore decisivo. La sfida contro Isner, per Sinner, è stata giocata a cento all’ora ma su pochi scambi; oggi, invece, il nostro dovrà essere in grado di mantenere la stessa velocità per un intervallo di tempo ben più superiore.

Le altre armi Servizio e risposta: cambiano gli equilibri

Se la strategia è chiara, essa tuttavia va realizzata attraverso due armi fondamenta­li: la percentual­e del servizio e la qualità della risposta. Un alto numero di prime, e l’abilità di leggere le traiettori­e della battuta altrui rimettendo in gioco il maggior numero di palle, sarà alla base del successo tanto per l’azzurro quanto per lo spagnolo, perché consentirà di prendere in mano lo scambio, dettando ritmi e velocità sottraendo­si all’immediata aggression­e del’avversario. Sotto la cura del nuovo coach Simone Vagnozzi, da poco affiancato dall’australian­o Darren Cahill, Sinner ha leggerment­e modificato il movimento del servizio e qui a Wimbledon mi ha sorpreso per la continuità del rendimento con la prima palla e l’efficacia della seconda, che adesso riesce a interpreta­re con buona velocità e discreta varietà di traiettori­e.

Da sempre buon ribattitor­e, perché rapido nel colpo d’occhio e abile nella capacità di lettura dei movimenti alla battuta dell’avversario, Jannik è riuscito a rendere per rendere sempre più efficace e aggressiva la risposta sulla seconda palla. Quanto ad Alcaraz, invece, il suo servizio non ha pecche da quando ha potenziato anche la seconda e lo spagnolo, per natura tecnica, cerca di rendersi pericoloso già dalla risposta.

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