ROSA PIÙ AMPIA QUATTRO RINFORZI E NUOVI LEADER È UN MILAN DA BIS
Domani inizia la corsa alla seconda stella La sfida è conservare i valori dello scudetto modificando gerarchie, uomini e strategie
1 IL TURNOVER Calendario fitto, tante alternative Occhio a Pobega: giocherà molto
Compito di matematica: calcolare la frequenza delle partite di una squadra che, tra il 13 agosto e il 13 novembre, ne giocherà 21. Sono una ogni quattro giorni o poco più... con in omaggio le partite di Nations League e gli altri impegni con le nazionali. Morale del compitino: il Milan, come le grandi, deve assumersi rischi da infortunio. Tante partite, riposo mai. Il primo grande cambiamento sarà nelle rotazioni. Pioli nell’ultimo campionato ha dimostrato di saper fare del turnover una forza. Ha vinto lo scudetto con Krunic da trequartista nelle partite chiave, ha alternato Saelemaekers e Messias, ha trasformato Kalulu in un titolare. Nel 2022-23 l’obiettivo, suo e del Milan, è allungare le rotazioni, alzare la qualità media della rosa, usare i calciatori più in forma e spiegare a tutti anche ai più forti - che non solo si può stare in panchina, si deve stare in panchina. Un giocatore simbolo? Proviamo con Tommaso Pobega, che pochi considerano un co-titolare di questo Milan ma dal club è considerato come un acquisto. Il suo arrivo è stato sottovalutato e per il Milan vale un centrocampista da 20-25 milioni. Giocherà molto, a metà campo e forse nel monolocale sovraffollato sulla trequarti: in quella zolla possono abitare Diaz, Adli, Krunic, Maldini, Bennacer. Abbondanza.
2 IL MERCATO De Ketelaere, che passione Ziyech in sconto Diallo non facile
Quattro giocatori, non uno di meno. Quattro sono gli obiettivi dell’estate per il Milan: un difensore centrale, un centrocampista, un esterno destro d’attacco, un trequartista. Quale sarà il pezzo più importante? Beh, perso Botman, cercatelo in attacco. I candidati principali sono De Ketelaere, Ziyech, Dybala, Asensio, ognuno con pregi e complicazioni diverse. Quello che non si discute sono i tempi. Maldini e Massara ora devono accelerare e il tempo è la grande chiave. È quasi un rebus. In alcuni casi, fare in fretta è la soluzione: per alcuni calciatori, chiudere velocemente può essere il segreto per evitare l’inserimento di club inglesi, inevitabilmente più ricchi. In altri casi, accelerare è un errore, perché solo aspettando si può usufruire di condizioni favorevoli. Per De Ketelaere può avere senso accelerare: ora si parla della concorrenza del Leeds - non trascendentale, diciamo - ma a metà luglio può spuntare qualche squalo. Per Ziyech, al contrario, è obbligatorio attendere, perché la chiave è l’ingaggio: se il Chelsea pagherà parte dello stipendio, il Milan affonderà. Sulla qualità del calciatore, non ci sono dubbi. Dybala segue logiche simili - c’è da attendere lo sviluppo della trattativa con l’Inter, unica squadra pronta a pagargli uno stipendio da 5 milioni più uno di bonus - e ha lo stesso pregio: un talento taglia XL. I ragionamenti sulla difesa al momento sono in sospeso. Perso Botman, che ha scelto il Newcastle (si pentirà? beh, diciamo che ci sono delle possibilità...), il Milan non investirà 30 milioni. Per questo Diallo, che nei giorni scorsi è sembrato il numero 1 della lista, alla Borsa di Milano è in calo. Costa una ventina di milioni e potrebbe avere offerte dall’estero. In mezzo, mai sottovalutare Renato Sanches. Il Psg ha preso Vitinha, altro centrocampista portoghese e questo pesa. Sanches resta ottimista ma qualche dubbio sul fatto che Campos possa prendere anche lui si fa largo.
3 LA LEADERSHIP Ibra è ai box, ora guide giovani Fascia a Calabria e Tonali al centro
L’equilibrio più delicato nella stagione del Milan probabilmente non sarà tattico ma psicologico. La squadra, pur con alcuni titolari diversi, in campo ricorderà quella del 2021-22. È nella testa, nei sottili meccanismi mentali, che cambierà tutto. Il Milan ha giocato una stagione sotto il livello dell’acqua: era sfavorito anche a poche partite dalla fine. Questa volta non sarà il numero 1 per i bookmaker ma avrà uno scudetto sul petto da difendere. Ci sarà più pressione e giorni chiave arriveranno al primo momento difficile, alla prima serie negativa. Ecco perché sarà fondamentale trovare nuove leadership. All’inizio dello scorso campionato, Zlatan Ibrahimovic era la grande anima dello spogliatoio, la scintilla che ha ridato credibilità al Milan devastato del 5-0 contro l’Atalanta. Ibra però fino al 2023 guarderà. Sarà sempre presente, perché il suo contratto arriverà a breve, ma un leader in settimana deve stare in campo con i compagni, non può allenarsi a parte. Parte della sua leadership così deve essere raccolta e gli eredi credibili non mancano. Le parole di Calabria, neo capitano, saranno inevitabilmente più pesanti. Sandro Tonali, passato in un anno da “acquisto deludente” a “guida del centrocampo dell’Italia di domani”, sembra pronto per prendere in mano la squadra (e raccogliere l’eredità di Kessie, in mezzo al campo, è più complicato di quanto tanti pensino). Equilibri. Per questo il Milan non vuole dare ai nuovi acquisti stipendi da 6 milioni: vuole evitare scompensi, gelosie, corse al rialzo mai viste in questi anni. Un caso a parte, il più complesso, è Rafael Leao. Rafa ha tutto per diventare il leader tecnico del Milan ma è atteso da settimane complicate, con tante pressione dall’opinione pubblica - è o non è il miglior giocatore dell’ultimo campionato? - e una fastidiosa, telenovela da rinnovo all’orizzonte. Il futuro suo e del Milan passa da qui.
4 LA TATTICA Variazioni attese La sorpresa? Una difesa a tre mai vista prima
Icampionati sono imprevedibili e Pioli anche. Un anno è lungo e gli allenatori inventano sempre qualcosa che a luglio è... ignoto anche a loro. Pioli però nella testa ha già qualche idea, maturata tra la Sicilia e Forte dei Marmi. Idee che da domani, altro che spiaggia, svilupperà su un prato verde. Sotto attacco, per modo di dire, c’è il caro, vecchio 4-23-1. Il sistema di gioco con cui il Milan ha vinto lo scudetto resterà la base del calcio rossonero: due centrocampisti davanti alla difesa, Giroud o Origi davanti e in mezzo... libertà di pensiero ai trequartisti. Qualche alternativa però sarà sempre di attualità. In parte dipenderà dalle scelte di mercato - se arriva Dybala, quel 4-2-3-1 diventa quasi un 4-4-2 - e molto dagli esperimenti di Pioli. Due sono già nella testa. Il primo è un 4-3-3 con leggere variazioni: il trequartista fa un passo indietro, l’esterno destro ha più compiti di creazione. Nulla di particolare. Più clamorosa la seconda variazione. Pioli, se i suoi difensori staranno bene, proverà la difesa a tre, che nel Milan berlusconiano era incostituzionale - solo Zaccheroni vinse uno scudetto, con la ribellione alla “quattro” sacchiana - e in questi tempi moderni non si vede dai tristi giorni di Montella. L’idea di Pioli è un tris Kalulu-KjaerTomori, reso possibile dal ritorno del danese: lui a sorvegliare e coprire la profondità, Kalulu e Tomori ad aggredire e difendere in avanti. Sulla carta, la soluzione ha tutto per funzionare, magari in partite più delicate. A quel punto, diventerebbe affascinante un 3-4-3, con i soliti due centrocampisti, Calabria (o Florenzi) ed Hernandez sugli esterni e un tridente. Che cosa cambia? Beh, decisamente qualcosa. Principi difensivi, scalate, la posizione e l’utilizzo di alcuni calciatori. Perché i sistemi di gioco saranno anche solo numeri, ma contano più di zero.