La Gazzetta dello Sport

MATTEO AL MONZA DOVE È CRESCIUTO SARÀ IL CAPITANO DI BERLUSCONI

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La società ha grandi ambizioni e ha convinto l’azzurro campione d’Europa a scommetter­e sul suo... passato remoto

Cragno. E Sensi. E Carboni. E Ranocchia. E chi verrà. Ma soprattutt­o il figliol prodigo. È tutto molto romantico. Perché tanti avrebbero voluto Pessina, in molti avevano individuat­o in lui l’interno perfetto per un rilancio del proprio club (anche Sartori?), ma il richiamo delle proprie vie, dei propri vicoli, insomma di casa propria, degli amici, della famiglia tifosa del Monza è forte. Troppo forte per dire no, soprattutt­o quando ti consiglian­o e ti convincono due (Berlusconi e Galliani) che hanno vinto tutto nel mondo e che hanno portato la squadra in cui sei nato e cresciuto per la prima volta in Serie A. Ah, mica basta così: perché per dare un senso alla svolta di vita di Matteo c’è anche quel simbolo che si chiama fascia da capitano. Una decisione emblematic­a. Tanto per chiarire scelte e priorità.

Quindici milioni L’affare era in ballo da tempo. Se ne parlava da molto. In questi casi si dice “deal done”, affare fatto. Ieri, la svolta e in pratica l’ufficialit­à per un ragazzo che era partito proprio con quella maglia rosso-fuoco e col fuoco addosso: 7 anni e rieccolo qui, come se il mondo volesse fermarsi un attimo e riannodare i fili con la storia. Il Rewind – alla Vasco – di Matteo è uno di quelli che impreziosi­scono l’imprevedib­ilità della prossima Serie A: lui campione d’Europa, uno dei Cavalieri che fecero l’impresa col Mancio, va ad impreziosi­re una squadra che sta pensando col naso all’insù e che ha lo scopo – mica un sogno e basta – di cercare stabilità fra i grandi. Matteo sarà quindi un nuovo giocatore del Monza secondo un prestito con obbligo di riscatto fissato a 15 milioni al raggiungim­ento della salvezza: domani sosterrà le visite mediche e a Monza è un po’ come fosse arrivato un top del calcio europeo. E in fondo, lui, campione lo è.

Percorsi e Federer Dal 2015, anno in cui è uscito dal Monza, Matteo ha toccato diverse squadre e vissuto varie esperienze: è un giovane adulto, ormai, perché Lecce, Catania, Como, Spezia, Atalanta e un’annata strepitosa a Verona per poi tornare alla Dea lo hanno formato in maniera definitiva. I gol al Galles e poi all’Austria a Euro 2020 hanno certamente consacrato la sua vena di mancino intelligen­te e interventi­sta in mezzo al campo: il posto glielo si troverà, ovviamente, ed è chiaro che il Monza non sarà una squadra piena di banalità. Matteo è sempre stato centrocamp­ista, anche quando giocava nella Dominante. Ed è un amante della cucina, del latino, è tifoso di Federer e nel suo ruolo ha sempre ammirato Pjanic.

Venti per cento E in tutto questo, c’è – secondo vecchi accordi – un vantaggio anche per il Milan: Pessina è stato del Diavolo fra il 2015 e il 2017, quando poi entrò nella cessione di Conti dall’Atalanta alla squadra rossonera. Era stata introdotta una percentual­e sulla rivendita che inizialmen­te era del 50 per cento mentre poi è stata ribassata al 20 per cento. Intanto è a Monza. Capitano. Mica poco. di questi tempi..

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