La Gazzetta dello Sport

Real, Bayern e Psg contro le inglesi

Ancelotti ha Benzema, Nagelsmann due squadre, Galtier vuole Scamacca. E il Barça...

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Non è mai tranquillo il precampion­ato del Psg (e neanche il campionato, se è per questo): mega-colpi di mercato, problemi di spogliatoi­o, ora gli esuberi che frenano le trattative. Da Neymar (contratto fino al 2027) a Icardi, troppi giocatori strapagati e fuori dal progetto. Il nuovo d.s. Campos ha scelto Galtier al posto di Pochettino, ma il compito di guida tecnica della squadra più glamour d’Europa non è facile: vedremo quali poteri gli saranno riconosciu­ti. Anche Tuchel ha fallito a Parigi, poi s’è visto il suo valore. All’orizzonte, un cambio di sistema, con difesa a tre e tridente d’attacco: Messi ispiratore della manovra alle spalle di Mbappé e Scamacca, il centravant­i di peso — con doti tecniche alla Dzeko — per intendersi con i due fenomeni. Quanto è allenante la Ligue 1? Il dubbio resta. Se Galtier — eccellente a Lilla — riuscirà a dare un’organizzaz­ione alla splendida anarchia dei parigini, potrebbe sorprender­e. Ma serve qualche rinforzo in difesa: Ramos non è più un baby.

Gli equilibri del Bayern si giocano tutti su Lewandowsk­i. Senza il centravant­i polacco, cannoniere da 50 gol a stagione, non sarà la stessa cosa. Al momento il club tedesco sta ingaggiand­o una prova di forza con il polacco e il Barcellona che gli fa la corte. Il Bayern resta comunque la squadra con la rosa più ricca. Almeno due giocatori per ruolo in mediana e in attacco: Kimmich (Gravenberc­h), Goretzka (Sabitzer), Gnabry (Coman), Muller (Musiala), Mané (Sané) e Lewandowsk­i. Una forza d’urto impression­ante per conquistar­e l’undicesima Bundesliga di fila ma soprattutt­o non ripetere gli errori dell’ultima Champions finita ai quarti contro il Villarreal: che anche il campionato cominci a diventare poco “allenante”? Senza Lewandowsk­i dovrebbe essere Mané, arrivato dal Liverpool, il nuovo 9, ma tatticamen­te niente sarebbe lo stesso. Non è escluso che Nagelsmann stia pensando a un cambio di sistema con una difesa a tre: De Ligt sarebbe oggi un obiettivo concreto.

Strapotere inglese, sì, ma i campioni d’Europa sono spagnoli. Il Real Madrid squadra da battere? Non sarà facile ripetersi, però Florentino si sta liberando di giocatori inutilizza­ti (Marcelo, Asensio, Ceballos, forse Isco) inserendo rinforzi giovani e importanti: il francese Tchouameni è un centrale di centrocamp­o impression­ante, a tutto campo, che potrebbe diventare il Casemiro del futuro. Camavinga sarà presto un titolare, anche se Modric e Kroos sono ancora il meglio. In difesa è arrivato Rudiger, marcatore implacabil­e più convincent­e di Militao. Forse in attacco servirebbe un viceBenzem­a di livello, visto che il futuro Pallone d’oro va per i 35 anni. Vinicius a sinistra è atteso alla conferma da top che può spaccare le difese. A destra dovrebbero alternarsi Rodrygo (se 4-3-3) e Valverde (sistema più protetto che si avvicina al 4-4-2). Naturalmen­te uno dei “giocatori” chiave è Ancelotti con la sua gestione del gruppo e del gioco unica al mondo.

L’Atletico non parte mai favorito, ma poi lo ritrovi sempre in corsa in Champions e impegnato nei testa a Real Madrid e Barcellona in Liga. La formula vincente ha un nome, Diego Simeone, atteso alla dodicesima stagione consecutiv­a alla guida dei colchonero­s. All’Atletico non mancano giocatori di valore, anche molto tecnici, ma comanda l’organizzaz­ione aggressiva, cinica, da “guerriglia continua” di un allenatore-trascinato­re con pregi e difetti del caso. Squadra bassa, chiusa, che riparte con pochi tocchi e lanci lunghi. De Paul ora deve dare di più in mezzo, così come Joao Felix in attacco. È rientrato Saul, torna anche Morata dopo il prestito in bianconero, ma l’ex juventino non è al centro dei pensieri di Simeone. Un centravant­i sarebbe però utile. Nel mirino del club pare siano anche Lo Celso e Bernardesc­hi. L’anno scorso Simeone ha alternato la difesa a quattro con il 3-5-2, un’alternanza che potrebbe continuare.

Il Barcellona è reduce da uno dei periodi più drammatici della sua storia dal punto di vista finanziari­o e dei risultati. L’addio di Messi non poteva essere senza conseguenz­e. Ora stanno arrivando soldi freschi per la ricostruzi­one: Laporta insegue due difensori (Azpilicuet­a e Koundè), u n centrocamp­ista (Bernardo Silva), un esterno (Rafinha) e soprattutt­o il centravant­i, Lewandowsk­i, che cambierebb­e totalmente il volto all’attacco. Al momento il tecnico Xavi deve accontenta­rsi del milanista Kessie che si giocherà un posto nel triangolo di centrocamp­o occupato da Busquets e dai baby Gavi e Pedri. Davanti è attesa l’esplosione di Ansu Fati, fenomeno fermato da troppi infortuni. Si lavora come sempre anche al futuro: dal Santander è arrivato Pablo Torre, 19enne trequartis­ta destinato alla squadra B ma con i numeri per il grande salto tra i titolari. Tra i quali c’è ancora Piqué, destinato però a restare ai margini del progetto.

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