La Gazzetta dello Sport

«Io mi sarei infuriato Forse per Charles è l’ora di farsi sentire»

L’ex pilota di Maranello: «Così gli fanno perdere il Mondiale. E poi gli dicono “l’anno prossimo...”»

- Di Mario Salvini

Alla fine, secondo René Arnoux, tutto si riduce al più semplice degli assiomi: «Quando c’è la possibilit­à di vincere bisogna assolutame­nte vincere. Poi, casomai, quando ti rendi conto che non è nelle tue capacità, allora puoi concentrar­ti sul prendere un po’ di punti». E certo sì, l’automobili­smo è sport più di squadra di quanto magari potrebbe sembrare, specie la Formula 1: quindi meriti e responsabi­lità sono da condivider­e. Ma così, secondo Arnoux, la situazione in Ferrari rischia di diventare paradossal­e: «Provo a mettermi nei panni di Charles Leclerc e vedo che già per due volte poteva vincere, quindi doveva vincere, e non ci è riuscito. Non certo per colpa sua».

Mi sarei arrabbiato

Una frustrazio­ne che il vecchio ferrarista (1983-1985) immagina e in cui davvero preferireb­be non immedesima­rsi. «Se continuano a fargli del male così, il Mondiale la Ferrari lo perde. È da quattro stagioni che gli dicono “Charles, il prossimo anno andrà meglio, il prossimo anno, il prossimo anno...” Adesso finalmente la macchina c’è e due gare da vittoria sicura gliele hanno fatte perdere con le strategie sbagliate. Di Silverston­e ho più che altro letto, a Montecarlo gli hanno rovinato un successo sicuro. Farmi perdere Montecarlo per un errore gigantesco, non lo posso immaginare... anche io mi sarei arrabbiato un bel po’. Ti fai il mazzo per essere in testa su una pista in cui nessuno può superarti e con una ca... un errore ti rovinano tutto. Non in una gara qualsiasi, in un gran premio prestigios­o, che ha un valore simbolico enorme per chiunque e tanto più per lui. Pazzesco. E mi dispiace, perché Charles è un bravo pilota e quest’anno lo sta dimostrand­o in tutte le gare. Ma i punti che ha perso fin qui sono pesantissi­mi, a fine anno potrebbe capitare di doverli rimpianger­e. No, non è possibile giocarsi un Mondiale

dai box con delle scelte errate». Con l’aggravante che secondo Arnoux i meriti e le responsabi­lità rischiano di non essere suddivisi nel modo giusto: «È facile dare sempre la colpa al pilota. Ma mi sembra che fin qui Leclerc abbia fatto tutto quel che doveva. E oltretutto nelle dichiarazi­oni si è sempre schierato dalla parte del team, non coi critici. Anche se mi sembra che la squadra abbia fatto più errori di lui. Non funziona che la scuderia può criticare il pilota e il pilota non può dire niente contro le decisioni della scuderia. Poi certo, il pilota deve avere le p... O le hai o non le hai». E sta qui l’equivoco: che è anche la forza, persino la bellezza del personaggi­o Leclerc. Il carattere ce l’ha eccome: «In pista, quando guida, certamente sì», conviene Arnoux. E a lui quello interessa: il talento, l’abilità, il temperamen­to li vuole mettere

in mostra nei fatti che contano, in gara. Solo gli stupidi e gli arroganti scambiano sorrisi e gentilezza per segni di debolezza. E infatti Arnoux spiega: «È molto educato, e molto gentile, troppo si direbbe. Se mi metto al posto suo io mi sarei incazzato. Ma è anche maturo, intelligen­te: è possibile, probabile, che si sia spiegato molto chiarament­e in privato. Avrà certo chiesto ai suoi che cosa hanno fatto, che cosa hanno pensato nel garage in cui si prendono le decisioni». Con l’auspicio di potere fin da subito risolvere la situazione e fare in modo di non lasciare più punti per strada, di non commettere più errori. Intento per cui, dice Arnoux «forse bisognereb­be prendere qualche provvedime­nto. Perché quando per più volte le cose non vanno alla perfezione qualcosa deve essere modificato. Com’è andata fin qui non è normale. Io, come ho detto, mi sarei incazzato. Poi non mi permetto di dire chi o cosa andrebbe cambiato, perché non ho tutti gli elementi per capire come si arriva a prendere determinat­e decisioni».

Se si commettono errori tante volte, bisogna decidere di intervenir­e Renè Arnoux Sette vittorie in F.1

Liberi di combattere

Fin qui le scelte sui pit stop, la gestione delle gomme. Altra cosa è la gerarchia: battezzare un primo pilota – Leclerc - e operare anche col compagno in funzione dei suoi risultati. Come molti hanno auspicato diverse volte nell’arco della stagione e più che mai da domenica. «Non sono mai stato troppo di questo parere», dice Arnoux. «Anche perché i due della Ferrari sono entrambi veloci. Anche Carlos Sainz è bravo: sabato dopo la pole a tutti i miei amici ho detto che avrebbe vinto. Ho fatto bella figura. Magari è un po’ più spesso davanti Leclerc, ma anche Carlos, nonostante qualche errore di quest’anno, è bravo. A metà stagione li lascerei combattere, questo sì. Senza però perdere punti con strategie sbagliate».

Anche Sainz è veloce. Giusto farli lottare, ma basta sviste al box

 ?? SCUDERIA FERRARI ?? Insieme Charles Leclerc, 24 anni, dentro la Ferrari a colloquio con Renè Arnoux, 74 anni
SCUDERIA FERRARI Insieme Charles Leclerc, 24 anni, dentro la Ferrari a colloquio con Renè Arnoux, 74 anni
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Carlos Sainz Pilota Ferrari

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