La Gazzetta dello Sport

«Si può fare...» PANATTA LANCIA SINNER «DJOKOVIC ORA È PIÙ VICINO»

L’ultimo italiano re di uno Slam e il quarto di Wimbledon (alle 14.30) «Jannik ha la testa libera e il suo gioco piatto può infastidir­e Nole»

- Di Riccardo Crivelli INVIATO A LONDRA

nche lui giocò i quarti a Wimbledon, nel 1979: e quella inattesa sconfitta contro l’americano Dupre resta una delle poche partite in carriera che vorrebbe dimenticar­e. Adriano Panatta, però, è anche l’ultimo giocatore italiano ad aver vinto uno Slam maschile in singolare e oggi, tra un impegno e l’altro, seguirà le gesta di Sinner contro Novak Djokovic, sperando che il 1976 del suo trionfo possa di nuovo avvicinars­i un po’.

3Adriano, come si affronta il campione di sei Wimbledon, tra cui gli ultimi tre, nel suo giardino di casa?

«Con la mente serena. Jannik scenderà in campo nella miglior condizione psicologic­a possibile: ha già conosciuto il Centrale, è reduce da una grande partita e non ha nulla da perdere, perché il favorito è l’altro. Certo, Djokovic resta una montagna difficilis­sima da scalare».

3È sorpreso dal rapido adattament­o di Sinner a una superficie che aveva frequentat­o pochissimo?

«No, perché ha un gioco consono all’erba di adesso, che è più lenta di quella dei nostri tempi. Jannik colpisce piatto, e dunque la sua palla corre più rapida: nei primi due set con il dritto ha massacrato Alcaraz, che usa di più il top spin, una soluzione che sull’erba tende a rallentare i colpi».

3In definitiva, Sinner può coltivare qualche chance di battere Djokovic?

Kyrgios è un talento, ma mancare di rispetto agli avversari è odioso: prima o poi la pagherà «Si può fare. Nel tennis di oggi, i margini si sono ristretti, non dico che tutti possono battere tutti, ma in un quarto di finale di uno Slam le differenze sono minime».

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proposito dei progressi del giovane azzurro: lei sposa la filosofia di spingere sui punti forti o di lavorare sui punti deboli?

«Può giocare il dritto e il rovescio meglio di così? Non credo, magari può solo sistemare qualche movimento in campo. Può crescere un po’ con il servizio, ma è giusto che esplori altre vie come le discese a rete o le smorzate che all’inizio non appartenev­ano al suo repertorio».

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prescinder­e da come andrà la partita di oggi, si può dire che la vittoria di domenica contro Alcaraz rappresent­i una svolta nella carriera di Jannik?

«Mah, io rimango sempre un po’ stupito dalla facilità con cui si danno giudizi e poi si cambia idea. Fino a una settimana fa, Sinner era un perdente che aveva fatto male a cambiare allenatore e adesso sembra già il prossimo vincitore di Wimbledon. Al contrario, fino a Parigi si diceva che Alcaraz sarebbe diventato numero uno del mondo già alla fine dell’anno e avrebbe dominato senza trovare avversari. Da allora, ha fatto molta fatica a vincere le partite. Quindi, do un modesto consiglio: lasciateli crescere, date loro tempo e non fatevi trascinare dalle situazioni contingent­i».

3La loro però può davvero diventare la rivalità del futuro.

«Glielo auguro, perché giocano bene a tennis e sono due ragazzi educati e perbene. Ma io sono lo stesso preoccupat­o».

3Da cosa?

«Dall’evoluzione che sta prendendo il mio sport. Prenda lo stesso Djokovic: un fenomeno che rischia già di essere antico. Tra vent’anni avranno la racchetta in mano giocatori simili a quelli dell’Nba, gente di due metri e dieci che si muoverà con la rapidità dei piccoli, tirando fortissimo. Non sarà più tennis, ma tiro a segno. Per questo secondo me bisogna intervenir­e in fretta per rallentare un po’ il gioco».

3Intanto

però possiamo continuare ad ammirare Nadal, che a 36 anni e con un piede martoriato sembra arrivare dal passato e intanto può puntare al Grande Slam.

«Magari non lo dice, ma certamente un pensiero ce l’ha fatto.

D’altronde a Wimbledon ha già vinto, anche se magari è passato qualche anno. Lui, Federer e Djokovic hanno portato il tennis in un’altra dimensione, ma chiarament­e adesso viviamo in un’epoca di riflusso, se nei quarti è arrivato Goffin che non vinceva partite importanti da tanto tempo».

3 Prima ha parlato di educazione: un personaggi­o come Kyrgios, sempre così al limite, fa bene al tennis?

«Che sia un grande talento non ci sono dubbi, ma deve capire che mancare di rispetto agli avversari è odioso. Io una volta in

Per crescere ancora, Sinner deve aggiungere al suo gioco qualcosa che non aveva prima

Coppa Davis feci un servizio da sotto a Lendl e l’ho rimpianto per tutta la vita: non si fa. Io credo che alla fine qualcuno con lui sistemerà le cose, non in campo ma negli spogliatoi».

3Federer ha detto che vuole tornare a Wimbledon l’anno prossimo.

«Roger è uno dei motivi per cui ho continuato ad amare il tennis. Gli auguro di essere felice, ha una straordina­ria carriera alle spalle e una splendida famiglia accanto a sé. Ma c’è un tempo per ogni cosa: abbiamo già dato con Serena Williams, spero di non assistere a una replica».

3Adriano, lei e gli altri “ragazzi” del 1976 siete tornati popolariss­imi grazie alla docufictio­n “Una squadra”: lo sente come un risarcimen­to per quella vittoria in Davis misconosci­uta?

«Non ho mai avuto sentimenti di rivalsa. Sono contento per il regista Procacci perché ci ha messo una grande passione, ma soprattutt­o sono contento perché ha fatto vedere chi eravamo e cosa abbiamo rappresent­ato».

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Panatta, 71: 10 tornei vinti, nel ‘76 Parigi e Davis
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